Scorie - Non fu vera gloria

Leggo sempre con interesse gli articoli che l'Osservatorio sui conti pubblici pubblica sul proprio sito.

Qualche giorno fa ne ho letto uno scritto da Gianmaria Olmastroni, che paragona l'andamento del Pil in Italia rispetto al resto dell'area euro durante gli ultimi 25 anni. Questo il sunto dell'articolo:

"Negli ultimi 25 anni l'Italia è cresciuta a un tasso medio annuo dello 0,5%, contro l'1,4% del resto dell'Eurozona. Il trend è migliorato per la prima volta dopo il Covid, in particolare sotto il governo Draghi, durante il quale il Pil italiano è cresciuto più degli altri Paesi dell'area Euro. Dall'insediamento del governo Meloni la crescita del Pil è stata sostanzialmente in linea con il resto dell'Eurozona, e non superiore come talvolta affermato. Resta il fatto che la vera sfida per l'Italia è recuperare il terreno perso, e non accontentarsi di mantenere il distacco dal gruppo."

Ogni governo cerca di tirare l'acqua al proprio mulino, cercando in modo più o meno cialtrone di attribuirsi meriti che spesso non ha e di scansare responsabilità che sovente ha. Nessun governo è produttore di ricchezza, quindi la cosa migliore che può fare è limitare i danni a quella stessa produzione.

Ma è diffusa la tendenza ad attribuire, anche da parte degli analisti, meriti e demeriti in funzione dell'andamento del Pil. Si può stare al gioco, direi, ma a patto di considerare anche altre variabili, per esempio quanto deficit viene prodotto di anno in anno, che va ad accumularsi al debito pregresso.

In quest'ottica credo dovrebbe essere ridimensionato l'entusiasmo per il governo Draghi, perché è vero che in quel periodo il Pil italiano è cresciuto di un 1,4% annualizzato in più rispetto al resto dell'eurozona, ma è altrettanto vero che, in epoca di sospensione delle regole di finanza pubblica e lancio del NextGenEu, il deficit è stato in media pari a 8,5 punti percentuali di Pil, ossia oltre 4 punti oltre la media dell'area euro.

In altri termini, non fu proprio vera gloria, direi. 

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