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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Scorie - Quanti nemici ha la concorrenza

In occasione di un'audizione presso il Parlamento europeo, Alberto Oliveti, presidente dell'Adepp (l'associazione che rappresenta le casse di previdenza dei liberi professionisti) ha dichiarato che i liberi professionisti dovrebbero essere soggetti a regole di concorrenza diverse da quelle previste per le imprese, altrimenti " si correrebbe il rischio di abbassarne il livello qualitativo ." Se il ragionamento vi sembra controintuitivo, non credo stiate prendendo un abbaglio. Non si tratta di un punto di vista innovativo: che la questione riguardi le regole di accesso alla professione o la fissazione per legge di livelli minimi di compensi, i rappresentanti dei vari ordini cercano da tempo immemore di difendere il recinto in nome della salvaguardia della qualità del servizio. In sostanza, se chiedono una limitazione della concorrenza sarebbe per il benessere dei clienti. Già Adam Smith nella sua "Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle

Scorie - Ma quale tesoretto?

Gongolante per la vittoria alle elezioni regionali in Emilia Romagna e per il calo dello spread tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi che ne è conseguito, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha detto che " il governo ha già accumulato un tesoretto ". Si tratterebbe della minore spesa per interessi che ammonterebbe, secondo i calcoli ministeriali, " a 400 milioni quest'anno, 1.2 miliardi nel 2021 e più di 2 miliardi nel 2022 ." Premesso che un movimento di 20-30 punti base nello spread decennale non è affatto inusuale nella sgangherata Italia e che non ricordo che il ministro in carica abbia diffuso calcoli analoghi ma di segno opposto in occasione di movimenti al rialzo della stessa portata, che pure si sono verificati a cavallo tra ottobre e novembre scorsi, mi sovvengono un paio di considerazioni. In primo luogo, proprio perché si tratta di movimenti tutt'altro che rari, non ha molto senso dare per scontato che i ri

Scorie - Su le tasse, ma con stile

Mi sono imbattuto in un articolo sul Sole 24 Ore di Fabio Ghiselli, autore di un libro dal titolo "Giù le tasse, ma con stile!". Incuriosito, ho letto l'articolo aspettandomi di trovare proposte per una effettiva riduzione delle tasse. Invece, dopo una serie di critiche al sistema fiscale, definito " un insieme di disposizioni farraginoso, distorsivo, scoordinato, ricco di "linee di frattura" difficilmente comprensibili generate dall'introduzione, nel tempo, di una miriade di deduzioni, detrazioni, esenzioni, imposizioni sostitutive del tutto illogiche e volte più a facilitare la gestione amministrativa dell'imposizione e dei controlli, che a rispondere a una ratio fondata sui necessari requisiti di equità e giustizia ", ho trovato solo proposte che con il calo delle tasse mi pare non abbiano nulla a che fare. Ecco, per esempio, la proposta relativa all'Irpef: " La riforma dell'Irpef è sicuramente quella più urgente. Prog

Scorie - Le parole a vanvera del cinguettatore arancione

Una delle caratteristiche di Donald Trump è la sua totale mancanza di freni quando comunica, specie via Twitter. Molti criticano le sue esternazioni tutt'altro che politicamente corrette. A me questo non interessa per nulla. Noto, però, che non di rado dice tutto e il suo contrario, e credo che questo dovrebbe essere evidenziato da chi lo critica. Per esempio, intervistato dopo la sua partecipazione al World Economic Forum di Davos, Trump ha reiterato la critica alla Federal Reserve per non avere abbassato abbastanza i tassi di interesse, affermando: " Noi siamo il leader del mondo con il dollaro che è molto forte. Ma stiamo pagando interessi più alti rispetto ad altri paesi a causa della Fed. Se pagassimo di meno, farei molti debiti e li userei per fare molte cose. " Per inciso, da quando Trump è alla Casa Bianca il debito pubblico degli Stati Uniti è aumentato di circa 1.900 miliardi di dollari, anche se in rapporto al Pil si è sostanzialmente stabilizzato dop

Scorie - Green slob

Joseph Stiglitz, economista al quale fu assegnato il premio Nobel nel 2001, è uno dei più amati dai sinistrorsi italiani. Il perché è facilmente spiegabile: fornisce supporto alla loro visione fatta di spesa pubblica (sempre buona e in grado di moltiplicare i pani e i pesci del Pil) e redistribuzione mediante il randello fiscale. Accodandosi alla svolta green, Stiglitz ha benedetto il Green New Deal annunciato dalla Commissione europea. Il programma, infatti, " può rappresentare una svolta epocale, perché promette di portare con sé una riforma della politica adottata finora da Bruxelles ". Non solo il Green New Deal contribuirà a salvare il pianeta, ma è " praticamente certo che Bruxelles dovrà fare delle eccezioni, consentendo ai singoli membri di uscire dai parametri per finanziare una simile rivoluzione. Ciò permetterà a paesi come l'Italia di varare finalmente gli stimoli di cui avrebbe avuto bisogno subito dopo la crisi del 2008, per rimettere in moto

Scorie - Rimodulazioni e inesistenti tesoretti

Intervenendo in merito alla riforma fiscale (tema di cui da tempo i politici di ogni parte parlano a vuoto e anche a vanvera), il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha affermato: " Sarà un intervento complessivo che terrà insieme la riforma dell'Irpef con un'operazione sull'Iva e un intervento sulle tax expenditure ." Il problema fondamentale in tutte queste prese di posizione consiste nel ritenere che l'aumento anche parziale dell'Iva genererebbe un "tesoretto" da utilizzare per ridurre altre tasse o finanziare spesa pubblica. In realtà le clausole di salvaguardia che da anni ogni governo mette nei documenti di economia e finanza per dare l'impressione di migliorare i conti l'anno successivo, ma che poi sono "disinnescate" in sede di redazione della legge di bilancio, servirebbero, per l'appunto, per ridurre il deficit. Ogni "disinnesco" che non sia coperto da tagli di spesa o aumento di