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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Scorie - Nessuna rivoluzione

Alla lunga lista di banchieri centrali che lanciano strali contro le criptovalute, facendo di tutta l'erba un fascio, si è aggiunto il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau, che ha invece elogiato le qualità delle monete digitali emesse dalle banche centrali. Le quali, secondo Villeroy de Galhau, saranno un mezzo per garantire pagamenti sicuri, rapidi e a basso costo. A suo parere si tratta di un evento rivoluzionario. " Pensate a quando qualche secolo fa sono state introdotte le banconote; allora è stata un'autentica rivoluzione e lo stesso avverrà per le valute digitali. L'innovazione tecnologica è fondamentale per garantire il futuro della stabilità finanziaria e pubblico e privato devono collaborare in questo processo ." In effetti l'introduzione delle banconote risolse diversi problemi di logistica e sicurezza nei pagamenti, agevolando il commercio. Le banconote rappresentavano dei certificati convertibili in moneta propriamente d

Scorie - Politiche attive (per i divani)

Nel periodico aggiornamento sui costi (non pochi per i pagatori di tasse, quasi 23 miliardi dal 2019 in poi) e i benefici (impercettibili, se non dai percettori) del reddito di cittadinanza, l'Inps rende noto che nei primi quattro mesi del 2022 i titolari dell'assegno s0no stati 1,5 milioni di soggetti (3,3 milioni di persone, quas idue terzi al Sue e Isole), 24mila hanno subito la revoca e 158mila hanno perso i requisiti. Ma attenzione alla parte delle politiche attive per l'impiego, quella che i fautori pentastellati del RdC assicuravano essere il vero volano per aumentare l'occupazione. Seocndo Anpal i percettori occupabili sono poco oltre 1 milione, ma solo il 20% aveva un lavoro a fine 2021. Bontà sua, Anpal chiarisce che non è possibile stabilire alcun nesso causale tra l'attività dei centri per l'impiego (e dei mitici Navigator) e questi posti di lavoro. PEr di più, tra i beneficiari occupabili, solo il 45.6% ha avviato il percorso di accompagnamento al l

Scorie - Il malessere generato dallo Stato imprenditore

Sono in molti a considerare gli anni Ottanta del secolo scorso come il decennio che ha compromesso il futuro dell'Italia. In effetti l'esplosione del debito pubblico in rapporto al Pil avvenne in quel decennio. Per i nostalgici della monetizzazione del debito, la maledizione è da far risalire al "divorzio" tra Banca d'Italia e Tesoro, nel 1981. Io credo invece che sia stato il "matrimonio" precedente una delle cause dei malesseri successivi, e che, in assenza di quel divorzio, l'Italia avrebbe fatto la fine di alcuni Paesi africani o sudametricani, con iperinflazione e distruzione del sistema economico. In sostanza, a inizio anni Novanta i nodi giunsero al pettine, ma credo sia errato pensare che la formazione di tali nodi sia avvenuta (solo) nel decennio precedente. Scrive, per esempio, Simone Filippetti: " All'inizio dell'estate del 1992, il 2 giugno, data che anni dopo, per volere del presidente Carlo Azeglio Ciampi, sarebbe diventata

Scorie - Il ritorno di chi non se ne era andato

Si può essere contrari all'interventismo perché libertari, quindi per questioni di principio, oppure lo si può essere seguendo un approccio utilitarista. In questo caso sono le inefficienze della pubblica amministrazione a generare contrarietà all'interventismo. In Italia (e non solo) sono nettamente minoritari i libertari, mentre decenni di evidenza empirica dovrebbero avere ormai reso maggioritaria la posizione contraria all'interventismo in base all'approccio utilitarista (in sintesi: non funziona o funziona male). Purtroppo non è così. L'esperienza dell'ultimo biennio lo conferma inesorabilmente. Come scrive Francesco Verbaro in un articolo sul Sole 24 Ore del lunedì (che ospita una ampia sezione del giornale dedicata alla PA): " Il «ritorno dello Stato» oggi invocato non si scontra in Italia con posizioni neoclassiche e liberiste, ma con l'inefficacia dell'intervento pubblico, con l'approccio giuridico dell'azione pubblica e con un'

Scorie - Non c'è limite al peggio del verdismo europeo

Come è noto, l'Unione europea da alcuni anni ha deciso di fare del Vecchio continente un campione della transizione energetica. Sotto la spinta di talebani dell'ambientalismo socialista come Frans Timmermans, è stata presa la decisione di ridurre le emissioni inquinanti, costi quel che costi. Il cronoprogramma, che era già irrealistico e autolesionista prima della pandemia e dell'invasione russa in Ucraina, è ora tafazzismo allo stato puro. Il mantra, adesso, è quello dell'indipendenza energetica dalla Russia. " Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia il più velocemente possibile. È un obiettivo che possiamo raggiungere ", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Probabilmente saranno emessi più certificati di emissione, sul cui aumento di prezzo si inveisce contro la speculazione. Il che può essere fatto solo essendo in totale malafede o totalmente privi di neuroni, dato che programmare un abbassamento dell&

Scorie - Paese che vai, sultano che trovi

Da quando, tanti anni fa, ho cominciato a scrivere Scorie, mi sono divertito a commentare affermazioni che non condividevo o palesemente false. Alcuni dei miei bersagli preferiti (gli emittenti seriali di Scorie, che possono essere più nocive di quelle oggetto di strali da parte del talebanesimo ambientalista) hanno idee che non condivido, ma per lo meno le argomentano in modo coerente. A volte, al contrario, mi capita di imbattermi in articoli nei quali si sostengono cose in palese contraddizione tra esse. Per esempio, su Milano Finanza Guido Salerno Aletta sostiene che la BCE non dovrebbe seguire la Federal Reserve sulla strada della stretta monetaria. A suo dire, " in Europa stiamo subendo lo stress di un aumento straordinario dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime importate, ma lo stiamo aggravando pericolosamente per il trascinamento indiretto che viene esercitato, già da un anno, dall'annuncio di una politica monetaria americana restrittiva: l'euro

Scorie - Come (non) risolvere i problemi di politica monetaria

In un articolo su Bloomberg Opinion, Richard Cookson critica la Bank of England per la sua scarsa performance nel perseguimento dell'obiettivo di mantenere l'inflazione dei prezzi al consumo al 2% annuo. Critica inoltre Andrew Bailey, governatore della BOE, secondo il quale sull'attuale andamento dei prezzi al consumo (ad aprile in crescita del 9% annuo) la politica monetaria non può fare granché, essendoci un problema di offerta dovuto alla successione di Covid e guerra in Ucraina. Posto che in assenza della enorme creazione di denaro dal nulla in corso da anni e accentuatasi dal 2020 mancherebbe un presupposto fondamentale per una crescita così generalizzata e cospicua dei prezzi, l'atteggiamento di Bailey, che è comune a quello dei suoi colleghi a capo di altre banche centrali, è in contraddizione con la richiesta di avere sempre più carta bianca nella conduzione della politica monetaria. E' comprensibile che questi signori cerchino di scansare ogni responsabilit

Scorie - Metodo e principio

Se c'è una cosa che contraddistingue i libertari è l'applicazione rigorosa del principio di non aggressione. Nessuno può utilizzare la violenza o minacciare di usarla se non come reazione a una aggressione precedentemente subita alla sua persona o ai beni legittimamente di sua proprietà. L'applicazione del principio di non aggressione segue criteri oggettivi, non essendo previste eccezioni in funzione del soggetto aggressore. Per fare un esempio, il furto e l'estorsione sono violazioni del principio di non aggressione da chiunque compiuti. Di fronte alla consegna di una somma di denaro sotto minaccia dell'uso della violenza, il libertario non fa distinzione tra un rapinatore e l'esattore delle tasse. Come ebbe a scrivere oltre settanta anni orsono il grande individualista Frank Chodorov: " Quale sanzione, quale morale, adduce lo Stato per la pretesa sulla proprietà privata? Il suo esercizio della sovranità è una giustificazione sufficiente? Su questa questi

Scorie - Indipendenza

In politica ci sono molte formule di rito, che spesso invertono la realtà dei fatti, come in una sprta di neolingua orwelliana.  Una di queste formule è rappresentata dell'indipendenza delle banche centrali dal governo. Per carità, formalmente è così, anche se gli esponenti di vertice delle banche centrali stesse sono generalmente indicati dai governi e nominati dai parlamenti.  Sostanzialmente, però, quella dell'indipendenza è una favola a cui farebbe ormai fatica a credere anche un bambino non particolarmente intelligente. In alcuni casi, poi, quando la banca centrale ha il bilancio imbottito di titoli di Stato comprati emettendo base monetaria, le ripetute affermazioni sull'indipendenza risultano anche ridicole. Da ultimo è stato il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ad affermare che il governo " non controlla la Banca del Giappone ". Ora, la Banca del Giappone ha un bilancio pari al 136% del Pil giapponese e detiene titoli di Stato per oltre 508

Scorie - Il fallimento del modello cinese

Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene pubblica alla Cattolica di Roma e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, ha diverse volte indicato la Cina come modello da seguire per contrastare il Covid-19. Fu Ricciardi, per esempio, a sostenere: " Bisogna fare come la Cina, tamponare 60 milioni di italiani e isolare gli infetti. " A parte i non trascurabili effetti sulla libertà delle persone, che a mio parere sono stati troppo superficialmente sottovalutati da oltre due anni a questa parte, è sotto gli occhi di tutti che, soprattutto ocn le nuove varianti, il modello cinese è fallimentare anche dal punto di vista del rapporto tra costi e benefici. Pur volendo prendere per buone le statistiche cinesi, mettere in lockdown per settimane decine di milioni di persone a fronte di poche centinaia di contagi e ancor meno morti è un totale nonsenso. E, dopo Shanghai, anche la capitale Pechino rischia la stessa sorte. I danni economici (con evidenti ripercussioni gl

Scorie - Incapace o ballista?

In viaggio (elettorale) per l'Italia con una iniziativa itinerante dal titolo "L'Italia che vogliamo, ascoltiamo il Paese, lavoriamo per ripartire", Matteo Salvini, tra le altre cose, ha avuto parole critiche per il Reddito di cittadinanza. " Il reddito lo avevamo concepito come sostegno temporaneo a chi non poteva lavorare, non a chi non vuole lavorare ." Nell'occasione Salvini stava criticando l'estensione ai percettori del Rdc del bonus energia. Estensione che, tra l'altro, sarà di fatto finanziata riducendo il bonus per i titolari di partita Iva (che dovrebbero rapresentare un target elettorale della Lega). Il Rdc fu introdotto nel 2018, ai tempi del governo giallo-verde, essendo un cavallo di battaglia del M5S, azionista di maggioranza di quel governo. La Lega ne era stata critica in campagna elettorale, ma nel classico mercanteggiamento politico deglutì questo boccone assistenziale, sforzandosi, senza apparire troppo convincente, di evidenz

Scorie - Tafazzismo a batteria

Secondo Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, per migliorare la sostenibilità ambientale andrebbe stimolato l'uso del trasporto pubblico. " È necessario stimolare l'uso del trasporto pubblico, ancora molto basso soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree suburbane e periurbane dove la qualità del servizio è insoddisfacente e c'è una maggiore propensione a ricorrere all'auto privata ." Giovannini ha poi snocciolato le cifre del Pnrr, del Piano Complementare, della Legge di Bilancio 2022 e del Fondo Sviluppo e Coesione 21-27, con oltre 3.8 miliardi di spesa previsti a potenziamento delle infrastrutture e del trasporto pubblico. Quando si parla di società di trasporto pubblico locale, quelle che presentano bilanci decenti sono mosche bianche. Se, soprattutto fuori dai centri delle principali città, molte persone preferiscono utilizzare mezzi di trasporto propri, è effettivamente per la qualità e la quantità insoddisfacente d

Scorie - Ravvedimento (in)operoso

Le notizie sul fisco italiano non sono mai avare di spunti di riflessione sul rapporto (inevitabilmente) malato tra Stato (nelle sue diverse articolazioni) e privati. Nell'ormai lontano 1988 il primo governo De Mita introdusse la possibilità per le province di imporre delle addizionali alle accise sull'energia elettrica. Tali addizionali furono poi abrogate nel 2012, non per via di un ravvedimento da parte dello Stato, bensì perché incompatibili con una direttiva Ue del 2008. Nel 2019, poi, quell'addizionale fu giudicata illegittima dalla Corte di Cassazione. Peccato che buona parte del malloppo sia ormai irrecuperabile a causa dell'intervenuta prescrizione. Per le somme pagate da non più di 10 anni è tuttavia ancora possibile tentare il recupero. Dato, però, che chiedere i soldi direttamente all'ente impositore rischierebbe di far finire tutto in prescrizione, dati i tempi dei procedimenti ordinari, la soluzione pare essere quella del "procedimento monitorio&q

Scorie - C'entra o non c'entra?

Da tempo mi sono convinto che l'offerta politica italiana sia composta in realtà da un unico partito, di cui esistono solo delle correnti. Si tratta del partito del deficit, per il quale di recente si usa l'eufemistica formula dello scostamento di bilancio. Il governo appare restio a programmare l'ennesimo scostamento miliardario, anche considerando che l'effetto di discesa del rapporto tra debito e Pil verificatosi nel 2021 potrebbe già essere al capolinea, lasciando il debito a un non rassicurante 150% del prodotto. Circostanza nella quale, con tassi di interesse in risalita, sarebbe bene evitare che aumentasse pure lo spread, riportando in funzione l'effetto palla di neve, che aumenta il rapporto tra debito e Pil perché il costo del debito supera la crescita nominale del Pil. Ma per alcuni pare che si tratti di una preoccupazione malriposta. Per esempio, secondo Mario Turco del M5S, " tutti gli economisti sanno che il debito pubblico non c'entra nulla co

Scorie - Le spese intelligenti

Non passa giorno senza che i keynesiani nostrani forniscano dimostrazione di essere più realisti del (loro) re. Come ho già avuto modo di sottolineare diverse volte, la stagione del deficit sembra non finire mai a sud delle Alpi. Quando le cose vanno male, occorre sostenere la domanda aggregata; quando le cosse vanno meno male, occorre consolidare la ripresa; quando le cose vanno bene, non bisogna tarpare le ali alla crescita del Pil. In sostanza, un calo del deficit (anche solo prospettico e non necessariamente realizzato ex post) è sempre visto come sinonimo di austerità e come una autentica sventura.  Se dovessi eleggere il presidente si una ipotetica associazione nazionale keynesiana, opterei per Gustavo Piga, del quale, dopo circa tre lustri, non ricordo di aver letto un solo articolo in cui non denunciasse la politica austera del governo di turno. Il tutto mentre la finanza pubblica non dava segni di miglioramento, se non temporaneo. Ovviamente per Piga il problema era, ed è anco

Scorie - Arriveremo al golden power sulle pizzerie?

Uno degli strumenti, forse il principale, della nuova ondata di statalismo che ha caratterizzato gli ultimi anni, è il Golden Power, ossia il potere di intervento del governo per autorizzare o porre condizioni alle acquisizioni di partecipazioni in società che operano in settori ritenuti strategici o attinenti alla sicurezza nazionale. Di provvedimento in provvedimento, spesso emendamenti a decreti che si occuperebbero di altro, si sono via via ampliati si il numero dei settori di attività, sia il novero dei soggetti tenuti a chiedere permesso al governo per acquisire partecipazioni. D'ora in poi il permesso dovrà essere chiesto pure per costituire nuove società. Prima si temevano gli investimenti cinesi, adesso pure quelli di soggetti europei. Tuttavia Roberto Chieppa, presidente di sezione del Consiglio di Stato e segretario generale della presidenza del Consiglio, ritiene che non si tratti di " uno strumento dirigistico sulla concorrenza. Certo, dobbiamo salvaguardare l'

Scorie - Previsioni errate? Colpa del mercato

Nel corso del 2021, mentre continuavano a condurre una politica monetaria inflattiva, le banche centrali rassicuravano sulla transitorietà dell'aumento dei prezzi al consumo, dopo che per anni gli aumenti si erano verificati per lo più su asset finanziari, immobili e materie prime. Con la normalizzazione post-lockdown sarebbero gradualmente venuti meno i colli di bottiglia dal lato dell'offerta, quindi sarebbe rallentato l'aumento dei prezzi. Poi è arrivata l'invasione russa dell'Ucraina a scombussolare tutto. Questa, alnmeno, è la versione sostenuta dalle banche centrali e dagli analisti maistream. Come far fronte a errori di previsione così consistenti? Come sempre accade in questi casi, ossia con un bel report in cui si finisce per spostare la responsabilità dell'errore su altri soggetti. Ed ecco quindi uno studio inserito all'interno dell'ultimo Bollettino economico della BCE, nel quale si riconosce che l'errore delle proiezioni elaborate a dicem

Scorie - La convenienza (politica)

Sul Sole 24 Ore del 23 aprile, a pagina 10, si rende edotto il lettore del rapporto "La decarbonizzazione dei trasporti" elaborato dalla Struttura transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture (Stemi) del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. Come sempre in questi casi, si tratta di rapporti che hanno la pretesa di fornire una veste scientifica a una posizione che è in realtà squisitamente politica. Quindi, per sostenere i vantaggi della elettrificazione del parco auto, se ne sancisce la convenienza per gli automobilisti, in barba a qualsivoglia evidenza. E, implicitamente, considerando incapaci di intendere e di volere tutti coloro che, nonostante questa convenienza, continuano ostinatamente preferire i modelli con motore a combustione interna. Non da ultimo per via della differenza tra il prezzo di un modello elettrico e lo stesso modello con motore endotermico. Nel rapporto, però, si afferma che si tratta di un timore infondato, perché,

Scorie - Sui pagamenti in rubli il dibattito è surreale

Come è noto, Putin ha disposto che le forniture di idrocarburi esportate da imprese russe siano pagate in rubli, anziché in dollari o euro, come previsto dai contratti in essere. Da settimane si parla di questa faccenda dei pagamenti in rubli. A me pare tutto privo di significato sostanziale, almeno fino a quando Gazprombank continuerà a operare nell'ambito di SWIFT. Secondo quanto disposto dallo zar, le società estere importatrici di idrocarburi dovrebbero aprire un conto in rubli presso Gazprombank, dove già hanno conti in euro o dollari sui quali inviano le somme in tali divise come pagamento delle forniture. Per fare un esempio pratico, Gazprom esporterebbe il gas, la società importatrice invierebbe euro o dollari a Gazprombank, la quale convertirebbe la somma in rubli sul nuovo conto, poi accrediterebbe Gazprom. Checché ne dicano le autorità europee, a cominciare dalla presidente della Commissione Ursula von del Leyen che parla di " alto rischio di violazione delle sanzio