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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Scorie - Il 2022 secondo Stiglitz

In un articolo che getta uno sguardo sul 2022, Joseph Stiglitz afferma, tra le altre cose: " Il sistema dei prezzi può offrire una guida affidabile per le decisioni marginali – l'economia ha bisogno di un po' più di questo, un po' meno di quello – ma non va bene per gestire le grandi trasformazioni strutturali come il passaggio dall'agricoltura alla manifattura, dalla manifattura ai servizi e dalla pace alla guerra (o viceversa). Stiamo già incontrando una serie di intoppi, e potrebbero benissimo insorgerne altri. Dobbiamo prepararci a un grande cambiamento nei modelli di produzione e di consumo: più incontri su Zoom ed e-commerce, meno acquisti di persona nei negozi fisici. Potrebbe calare la domanda degli immobili commerciali, e aumentare invece in altri ambiti del settore immobiliare ." Se qualcuno cercasse delle spiegazioni a supporto di quanto appena riportato, non le troverebbe nella restante parte dell'articolo. In sostanza, secondo Stiglitz il sist

Scorie - I nodi del debito arrivano sempre al pettine

Da alcuni mesi a questa parte, la conglomerata cinese Evergrande, attiva soprattutto nel settore immobiliare e con un debito di oltre 300 miliardi di dollari, non ha cassa sufficiente per far fronte regolarmente ai pagamenti degli interessi sul debito stesso. Dopo un paio di pagamenti effettuati allo scadere del periodo di grazia di 30 giorni dalla data prevista nei regolamenti delle singole emissioni (trovando i soldi in modi non del tutto chiari), la società ha di recente sforato anche il periodo di grazia. Nonostante le dichiarazioni del governatore della banca centrale cinese, Yi Gang, secondo il quale " gli interessi di creditori e soci saranno rispettati ", al momento non è chiaro come Evergrande possa far fronte ai futuri pagamenti, soprattutto quando sarà necessario rimborsare il capitale e non solo pagare cedole. Si tratta di un caso da manuale di politiche monetarie e governative (che in Cina sono, di fatto, riconducibili agli stessi decisori) che dapprima favorisco

Scorie - Contrastare i cambiamenti climatici a spese altrui

Laurence Tubiana, francese, è stata ambasciatrice presso la Convenzione Quadro dell'ONU per il cambiamento climatico ed è amministratore delegato della European Climate Foundation. Che il suo orientamento sulle ambizioni europee in tema di contrasto al cambiamento climatico corrisponda a un entusiastico appoggio al piano "Fit for 55" non deve pertanto stupire. A suo parere, il Green deal europeo " è una risposta alle richieste avanzate dagli elettori nelle ultime elezioni europee. Va dato atto alla Commissione di essere riuscita a mobilitare gli esperti legislativi e i tecnocrati in tempi più rapidi di qualsiasi altra istituzione al mondo. E, siccome il Green deal dell'Ue delineerà la politica economica nel mercato unico più grande del mondo, avrà il potenziale di definire delle norme a livello globale, delineando i contorni dell'economia del futuro con impatto zero sull'ambiente ." Che lo abbiano richiesto gli elettori non sarei sicuro. Non mi stupi

Scorie - Quelli che il deficit non è mai abbastanza

In occasione della redaizone della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, il governo ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil del 2021 (dal 4.5% al 6%) e al ribasso quelle su deficit (da 11.8% a 9.4%) e debito pubblico (da 159.8% a 153.5%) in rapporto al Pil. Si tratta pur sempre di deficit e debito significativi, ma la pattuglia dei keynesiani più incalliti ha subito alzato il dito per denunciare la scelta di Draghi e del ministro dell'Economia Daniele Franco di non approfittare della crescita maggiore del previsto per fare più spesa pubblica, ovviamente per investimenti, confermando un deficit all'11.8% del Pil. Per esempio, secondo Gustavo Piga " tutte le statistiche internazionali ci ricordano del nostro ritardo nel rilancio post-Covid: a fronte (recenti stime Ocse) di un mondo che vede una crescita a fine 2022 del 6,8% rispetto al livello del Pil 2019 (pre-Covid), trascinata dalla prorompente ripresa statunitense (+6,5% grazie alle politich

Scorie - Cambiano le poltrone e anche le opinioni

Ha avuto grande risalto la lettera pubblicata sul Financial Times a firma di Emmanuel Macron e Mario Draghi in merito alla riforma delle regole europee sulla finanza pubblica.  Nulla di nuovo e particolarmente originale, per la verità. Né di imprevedibile. La posizione era già stata espressa a più riprese nei mesi scorsi, e in sostanza consiste nel ripetere il mantra di non soffocare la spesa per investimenti (il presunto "debito buono") con il ritorno a regole ritenute errate. Secondo Draghi e Macron: " Abbiamo bisogno di una strategia di crescita per il prossimo decennio, e dobbiamo essere pronti a metterla in pratica attraverso investimenti comuni, regole più adeguate e un migliore coordinamento - non solo durante le crisi ." Fin qui, si tratta più o meno del desiderio della pace nel mondo espresso da una partecipante a un concorso di bellezza. Quanto al debito: " Non c'è dubbio che dobbiamo ridurre i nostri livelli di indebitamento. Ma non possiamo farl

Scorie - Asimmetrie

Come ogni anno, nel rush finale per l'approvazione della legge di bilancio, che di fatto è costituita da un maxi emendamento sul quale il governo pone al parlamento la questione di fiducia, sono innumerevoli i provvedimenti che finanziano con somme più o meno consistenti un numero altrettanto elevato di iniziative per le quali anche il più statalista degli statalisti farebbe fatica a individuare un interesse pubblico. L'interesse è sempre quello di chi ottiene il beneficio e del politico che ha caldeggiato il provvedimento, evidentemente a scopo di consenso elettorale, in una situazione che rende evidente il tentativo (da parte di una ampia maggioranza) di campare alle spalle degli altri. Figuriamoci poi in un periodo in cui il deficit pare non essere un problema (continua a esserlo, in realtà) e, su 32 miliardi di manovra, oltre 23 saranno basati si un eccesso di spesa sulle entrate. Ci sono anche provvedimenti minori, non strettamente legati alla legge di bilancio, che servon

Scorie - Tra falso liberalismo e socialismo partecipativo

Non soni pochi coloro che hanno scritto libri sulle disuguagliaze, soprattutto negli ultimi anni. Che si analizzi il fenomeno guardando alla distribuzione dei redditi o a quella della ricchezza, poco cambia, generalmente, sia con riferimento all'individuazione delle cause, sia a quella dei (presunti) rimedi. Quanto alle cause, è colpa del mercato, del quale si sostiene esserci un eccesso e, al temp stesso, una carenza di regolamentazione. Venendo ai rimedi, quasi invariabilmente si tratta di (ulteirori) virate verso il socialismo. Quando l'autore è dichiaratamente socialista (nelle sue diverse varianti), non deve stupire che la ricetta proposta sia altrettanto socialista. Il problema è che capita di imbattersi in autori definiti "liberali" che poi scrivono cose indistinguibili rispetto a quelle scritte da autori socialisti. Per esempio, l'ultimo libro di Pier Luigi Ciocca ("Ricchi e poveri. Storia della diseguaglianza") contiene un atto d'accusa nei

Scorie - Scenari sempre improbabilistici

Già in passato  mi sono occupato dell'utilizzo di scenari probabilistici in finanza. Personalmente sono sempre stato scettico sull'utilizzo di tali scenari, soprattutto perché si basano su una distribuzione normale dell'andamento delle variabili che determinano il valore teorico dei prodotti, che è comoda da usare, ma che non sempre è attendibile. Sulle "fat tails" e i problemi in generale dell'utilizzo delle distribuzioni normali in finanza ha scritto diffusamente Nassim Taleb, sia in lavori tecnici, sia nei libri che lo hanno reso famoso presso un pubblico più ampio. In uno dei sui consuetu articoli domenicali sul Sole 24 Ore, Marcello Minenna riprende una recente sentenza della Corte di cassazione che estende anche ai contratti con privati i concetti già al centro di una sentenza dello scorso anno su derivati stipulati con enti locali. I contratti sarebbero nulli in assenza delle informazioni sul valore di mercato iniziale (mark-to-market), i costi implicit

Scorie - Anche digitali, restano monete fiat

Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della BCE, è responsabile del progetto dell'euro digitale. Le monete digitale di banche centrali sono le risposte istituzionali alle criptovalute. Le argomentazioni a favore delle versioni digitali delle monete e,esse dalle banche centrali sono di due tipi: da un lato esaltano l'assenza di rischi e di costi (almeno per gli utilizzatori); dall'altro mettono in evidenza tutti i lati negativi delle criptovalute, che sarebbero fonte di rischi di perdita totale, oltre che strumento per la commissione di ogni sorta di reato. Avendo letto molto materiale sul tema, senti di poter affermare che molti studi di fonti istituzionali sono sostanzialmente copiati da altri, essendo impostati allo stesso modo e riportando le stesse argomentazioni. Quando, poi, i sostenitori delle monete emesse dalle banche centrali intervengono a convegni, purtroppo il livello delle argomentazioni tende a scadere nei luoghi (ormai) comuni. Secondo Panetta: "

Scorie - Curb your enthusiasm

A pochi giorni dall'insediamento del nuovo governo tedesco, guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz, a sud delle Alpi è numerosa la schiera di coloro che sperano in una svolta in chiave sudeuropea in merito agli obiettivi di finanza pubblica. In parte ciò sta pure avvenendo, per esempio con l'utilizzo rafforzaro di KFW per finanziare fuori bilancio pubblico degli investimenti a debito. Sul Sole 24 Ore Adriana Cerretelli arriva a parlare di "nuova rivoluzione economica in arrivo sulle ali della riforma del vecchio patto di stabilità", fatta di "mega investimenti nella doppia transizione verde e tecnologica e, parallelamente, spesa pubblica sotto controllo, tassazione stabile, finanze sane e debito pubblico in discesa ." Come no. La botte piena e la moglie ubriaca, parrebbe.  Commenta Cerretelli: " Prima del Covid si sarebbe chiamata finanza creativa o moral hazard, insomma pura apostasia. Ma il virus ha messo a nudo i vizi soffocanti del rigore dogmati

Scorie - Non saranno rose e fiori, disse il bambino prodigio

Accodandosi ad altri Paesi europei, il governo italiano ha deciso che entor il 2035 non potranno più essere immatricolate automobili con motore a combustione interna. Secondo Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, " la scelta di andare verso l'auto elettrica ha sicuramente una conseguenza, già stimata e precisata: oltre la metà della manodopera che attualmente lavora nella filiera dell'automotive, nel motore a combustione, non lavorerà più in quel settore. Questo è un discorso che è giusto porre, senza fare del terrorismo industriale, però c'è, perché la transizione ambientale non è soltanto rosa e fiori ." "Sei davvero un bambino progidio", gli direbbe Mr Wolf. Il problema, tra l'altro, non è solo quello, pure non trascurabile, dell'impatto occupazionale. E' successo in passato con ogni cambio di tecnologia. In quei casi, però, si trattava per lo più di cambiamenti di mercato, mentre la forsennata corsa all'elettrificazi

Scorie - Dalla padella alla brace in nome della governabilità

In uno dei consueti editoriali della domenica sul Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini si dedica alla inefficiente democrazia italiana, osservando che, nonostante l'ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi, in Parlamento siano stati presentati 6.290 emendamenti alla legge di bilancio per il 2022. Osservazione di per sé pertinente, per quanto sia noto che qualsiasi legge di bilancio è soggetta ad assalti alla diligenza anche da parte delle forze di maggioranza. Figuriamoci quando, come nell'ultimo biennio, in nome della lotta al Covid e sapendo che ci sono circa 200 miliardi da spendere in un quinquennio, le manovre sono in ampio deficit senza che la Commissione europea abbia alcunché da dire. Fabbrini vorrebbe che il governo avesse mano (ancora) più libera, evidentemente. Scrive infatti: " Analizzando le conseguenze della pandemia nei vari Paesi, Frank Fukuyama ha mostrato come esse siano state contenute là dove i governi hanno governato, mentre sono state drammatiche là d

Scorie - Se bastasse cambiare i colori...

La BCE ha costituito un gruppo di esperti che dovrà raccogliere prresso i cittadini dell'Eurozona idee per ridisegnare le banconote dell'euro. Come sempre in questi casi, la banca centrale di ogni Paese dell'Area ha indicato un esperto, nominato poi dalla BCE.  Come riporta Isabella Bufacchi sul Sole 24 Ore, si tratta di " specialisti di diverse discipline, dalla storia alle scienze naturali e sociali, dalle arti visive alla tecnologia ." Secondo Christine Lagarde, presidente della BCE, la nuova veste grafica delle banconote dovrà far sì che " tutti i cittadini europei di tutte le età e provenienze vi si possano riconoscere ". Le nuove banconote saranno emesse a partire dal 2024. Pare di capire, quindi, che per la banca centrale, dopo anni di perdita di potere d'acquisto nei confronti prima degli asset finanziari e delle materie prime, poi anche dei beni di consumo, il problema dell'euro sia nel design. Dubito che basterà cambiare l'aspetto e

Scorie - L'exit tax

Qualche settimana fa Royal Dutch Shell ha annunciato l'intenzione di modificare la denominazione sociale in "Shell" e, soprattutto, di trasferire la sede fiscale dall'Olanda all'Inghilterra. L'anno scorso era stata Unilever a trasferirsi oltre Manica. Non poteva mancare la reazione di quei partiti, tipicamente di sinistra, che vedono nell'utilizzo del randello fiscale il modo migliore per indurre individui e imprese a fare ciò che loro ritengono opportuno. E così un deputato del partito dei verdi ha proposto la fulminea introduzione di una sorta di exit tax, raccogliendo subito il consenso dei laburisti. Una mossa che potrebbe peraltro rivelarsi un boomerang, dato che finora l'Olanda aveva un fisco che, al contrario, attraeva società da altri Paesi. Ma i socialisti di ogni dove evidentemente ritengono che tutto debba appartenere allo Stato se non quanto chi governa pro tempore decida di lasciare a individui e imprese. Non mi stupirei se una idea del ge

Scorie - Rinascita inclusiva, dalla padella alla brace

Lanciando un'iniziativa di quattro settimane dedicate all'inclusione (tema molto politically correct), il Comitato Global Inclusion - Art. 3 invita le imprese a sottoscrivere uno "statuto della rinascita inclusiva". Non starò qui a soffermarmi in generale sull'inclusione e la promozione della "diversity" (altro tema caro ai più politically correct), che, soprattutto per quanto riguarda le idee, è spesso predicata ma non praticata. Mi soffermerei invece su uno dei 15 principi dello statuto, il numero 9:  " I problemi globali non possono essere risolti dagli stati nazionali. L'attuale pandemia ne è un esempio. Come pure per la tutela dell'ambiente, la regolazione della finanza, del lavoro, della sicurezza serve affidare agli organismi sovranazionali esistenti poteri effettivi per affrontare le sfide globali ." Non è che gli organismi sovranazionali finora non abbiano avuto alcun ruolo. E si può dubitare dei risultati raggiunti. Per di più

Scorie - 同じの多く

Dopo tre decenni di politiche fiscali e monetarie espansive che hanno prodotto sostanzialmente 5 yen di debito pubblico per ogni yen di Pil, cosa ha pensato di fare il governo giapponese per "sostenere" l'economia? More of the same, ossia una manovra espansiva pe rl'equivalente di 490 miliardi di dollari, pari a circa 10 punti di Pil.  Secondo il primo ministro Fumio Kishida, la manovra " ha un contenuto e una dimensione più che sufficienti per dare sicurezza e fiducia alle persone ". Obiettivo del governo pare essere un nuovo modelo di capitalismo attento alla redistribuzione della ricchezza, pensando prima a " rivitalizzare l'economia, poi pensare alla situazione di bilancio ." Si tratta dell'ennesima dimostrazione di quanto sia sempre attuale l'intuizione di Ludwig von Mises secondo cui ogni intervento ne richiama di successivi. La manovra conferma anche la perseveranza nel ripetere, con poche variazioni, lo stesso copione che ha por

Scorie - La guerra turca sarà persa

Ho già avuto modo di commentare la variante turca della teoria neofisheriana fortemente propugnata da Erdogan e applicata dai governatori pro tempore della banca centrale, pena rimozione dall'incarico, che comunque arriva lo stesso, dato che, evidentemente, nessuno riesce a essere abbastanza zelante. La lira turca, come prevedibile, continua a indebolirsi a ogni ribasso dei tassi da parte della banca centrale. Da inizio anno si è svalutata del 44% contro il dollaro. L'inflazione non accenna a diminuire, contrariamente alle attese di Erdogan. Il quale ha detto, ritenendo che la lira si indebolisca per una sorta di congiura, ha detto: " Non appena faremo uscire il nostro paese da così tante trappole e sventure, con l'aiuto di Allah e il sostegno del nostro popolo, emergeremo vittoriosi da questa guerra economica di indipendenza ." Erdogan spera nel magico potere delle esportazioni, dimenticando che la Turchia è anche importatrice. Come in tutte le manipolazioni mone