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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Scorie - Mission (spudoratamente) impossible

Nelle risposte inviate dal ministero del Tesoro alla DG Concorrenza della Commissione europea in merito al nuovo salvataggio di Alitalia, si legge, tra le altre cose, che il Governo ha deciso di " creare la Newco con la mission di perseguire interessi industriali e commerciali sul mercato ." Addirittura, il Tesoro si aspetta dall'investimento un ritorno del 10% nel 2025. Suppongo che tra i destinatari della missiva ci sarà qualche perplessità nel leggere affermazioni e numeri del genere. Per come sono andate le cose con le versioni precedenti di Alitalia, sarebbe già un male minore se quel 10% fosse la perdita sull'investimento, invece del rendimento positivo. Tra prestiti ponte irrimediabilmente non restituiti e iniezioni di capitale bruciate a velocità supersonica, i pagatori di tasse hanno già perso, nel corso della storia di Alitalia, oltre 9 miliardi di euro, e altri tre sono destinati ad aggiungersi al conto, con ogni probabilità. In un contesto in cui non sono

Scorie - Danno i numeri a danno degli altri

Quando c'è di mezzo la politica, in Italia anche i numeri diventano opinabili. Non di rado capita di sentire dichiarazioni a vanvera su dati economici da parte di esponenti politici, senza che il giornalista di turno (tranne rare eccezioni, e per lo più coincidenti con una situazione in cui il giornalista ha un'opinione politica contrastante con quella del suo interlocutore) contesti l'errore o quanto meno chieda di indicare la fonte. Da ultimo è scoppiata la polemica tra la regione Lombardia e il governo a causa della errata classificazione in zona rossa della Lombardia stessa. Errore costato il blocco per una settimana alle già limitate attività commerciali, con i danneggiati che adesso, giustamente, chiedono di essere risarciti. La regione dà la colpa al governo, mentre il governo afferma che la regione è quella che ha ottenuto il maggior numero di segnalazione di errore nell'invio dei dati a partire dallo scorso maggio.  Tra gli altri, si è espresso il ministro dell

Scorie - Non rivoluzioni bolsceviche, ma quasi

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un articolo di Carlo Rovelli, noto fisico teorico, pubblicato sul Corriere della Sera. Se non avessi letto che si trattava del Corriere, avrei pensato che fosse il Manifesto. Il ragionamento di Rovelli, infatti, è quello classico dei socialisti e comunisti di ogni tempo e luogo. Partendo dall'osservazione dell'aumento della disuguaglianza e notando l'impatto economico asimmetrico della pandemia sulla popolazione, Rovelli scrive: " Mi sembra che questo sia il momento per la cosa pubblica, cioè lo Stato, di pensare in termini di interesse collettivo e pensare ad equilibrare i disequilibri. Mi sembra sia il momento, cioè, di riparlare di ridistribuzione. Ridistribuzione è sempre stata funzione principale dello Stato. " In effetti lo Stato non può far altro che redistribuire risorse esistenti. Mi aspetterei, però, che una persona a cui certo non fa difetto la quantità di neuroni andasse un po' oltre questo peana alla redistrib

Scorie - Diritti (non) speciali di prelievo

In questo 2021 l'Italia ha la presidenza del G20, consesso che produce grandi proclami e che non migliora certo le sorti del mondo, peraltro a spese dei pagatori di tasse. In un intervento inaugurale, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha indicato alcuni temi tanto politically correct quanto scontati. Tra una pennellata green, un invito a una tassazione equa (ossia più alta) e un richiamo a perseguire " il bene comune globale ", Gualtieri non manca di dirsi favorevole a un mantenimento di stimoli fiscali e monetari ovunque. Anche perché: " non vogliamo e non possiamo accontentarci di un ritorno alla normalità ." E quindi avanti con l'esultanza per l'inizio della presidenza di Biden e propositi di " sviluppare nuovi paradigmi per garantire una prosperità diffusa e accompagnare la trasformazione verso società più sostenibili, digitali e inclusive ." Gualtieri rivolge un pensiero anche ai " paesi più vulnerabili ".   "

Scorie - L'illusione dell'auto elettrica di massa

Intervistato sulla nascita di Stellantis, l'aggregazione tra FCA e PSA, il capo dei metalmeccanici della Fim-Cisl, Roberto Benaglia, ha commentato così l'ipotesi di un ingresso dello Stato italiano nella compagine azionaria: " L'ipotesi andava valutata prima, quando l'operazione Stellantis era in fase di definizione. Oggi il governo dovrebbe prima di tutto favorire la ripresa dell'automotive. In concreto: creare le colonnine per la ricarica, fare sì che un pensionato o un operaio possano permettersi un'auto elettrica. Far partire un tavolo sulle politiche industriali di settore ." Vorrei concentrarmi sulla parte in cui Benaglia sostiene che il governo dovrebbe " fare sì che un pensionato o un operaio possano permettersi un'auto elettrica ". Oggi un'utilitaria a motore elettrico costa circa il doppio di quello di un modello analogo con motore a combustione interna. La differenza è quindi compresa tra 10 e 15mila euro. Ne consegue che,

Scorie - Power point non fa miracoli

Quando di mezzo c'è lo Stato italiano, uno finisce per trovare meno peggio perfino la tecno-burocrazia della Commissione europea. Si prenda il caso dell'ennesimo salvataggio di Alitalia, con almeno altri tre miliardi a carico dei pagatori di tasse. Per fare finta che non si tratti di aiuti di Stato, la direzione generale Concorrenza della Commissione europea chiede che ci sia discontinuità tra nuova e vecchia Alitalia. Discontinuità che a Bruxelles non riescono a individuare nel piano industriale piano industriale 2021-2025 della Newco Alitalia, predisposto con il supporto di ben tre società di consulenza. La DG Concorrenza rivolge così alla Newco un centinaio di domande che non possono avere risposta se non cercando di inventare altrettante supercazzole. Il perché dovrebbe essere chiaro: si tratta di un salvataggio in cui si cerca di contenere al minimo la riduzione dei costi, soprattutto per personale in esubero. La Newco dovrebbe, per esempio, fornire una analisi della reddi

Scorie - Certamente pagherebbe, ma certamente non pagò

Intervistato dall'Avvenire, Romano Prodi sostiene che, con il Next Generation Eu, ci sarà " l'occasione per aggiustare almeno un po' le insopportabili disuguaglianze. Il Covid le ha ampliate, a chi governa toccherà il compito di mettere le cose a posto pensando che chi più ha più deve contribuire ." Al ché l'intervistatore gli chiede se si riferisca a una patrimoniale. E Prodi risponde: " Purtroppo viviamo in un Paese in cui da qualche anno qualsiasi proposta che porti a una meno iniqua distribuzione dei redditi, si tratti di fisco o di patrimoniale, viene accusata di comunismo. " Posto che la risposta non dimostra che tale accusa sia del tutto priva di fondamento, a Prodi viene chiesto se lui pagherebbe tale imposta. Ed ecco la risposta: " Io pagherei, certamente ." I meno giovani ricorderanno che nel 2006, quando Prodi era presidente del Consiglio, il governo reintrodusse l'imposta di donazione e successione. Prima dell'entrata in

Scorie - I Volonterosi (di restare consumatori di tasse)

Nel suo discorso alla Camera dopo la crisi aperta dalla decisione di Matteo Renzi di fare dimettere i rappresentanti di Italia Viva dal governo, il presidente del Consiglio ha affermato: " Servono forze parlamentari volenterose. " Nei giorni precedenti, decine di minuti di ogni telegiornale e decine di pagine di giornali erano state dedicate all'idea che questa volta non si cercassero "responsabili", bensì "costruttori". Tutte qualifiche da affibbiare a chi avesse votato la fiducia al governo pur non essendo parte della precedente maggioranza. E invece ecco che, dopo un fine settimana passato a lavorare in solitario al discorso da tenere alla Camera, Giuseppi Conte, da vero principe del foro, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro: i "volonterosi". Spiegando poi, indicativamente, chi potrebbe farne parte. " La maggioranza ha già M5S, PD, Leu, sarebbe un arricchimento avere il contributo di europeisti, liberali, popolari, socialisti. &q

Scorie - Elogio dei ristroratori che non cercano ristori

Ho sempre avuto un giudizio critico su sindacati e associazioni di categoria, perché non mi convince l'idea che chi svolge attività a tempo pieno in tali associazioni persegua l'interesse degli associati più del proprio, come invece costoro vorrebbero dare a intendere. Per di più, anche tra gli associati possono esservi alcuni interessi in comune, ma non tutti. Resta il fatto che ognuno deve essere libero di associarsi come e con chi meglio crede. L'atteggiamento di queste associazioni è spesso volto a cercare di ottenere dal governo un pezzo della torta fiscale, per esempio ottenendo sgravi che saranno compensati con aggravi su altre categorie. Un atteggiamento eticamente ripugnante, perché se si è contrari alla tassazione si dovrebbe esserlo non solo per ciò che riguarda se stessi. Atteggiamento, peraltro, destinato a lungo andare a essere fallimentare, come dimostra la storia della tassazione in Italia e non solo. Non mi ha quindi stupito la reazione delle associazioni d

Scorie - Cosa direbbe la Lady di ferro?

Come è noto diversi governi, soprattutto in Europa, hanno fatto della "rivoluzione verde" un mantra, annunciando mirabolanti obiettivi per i prossimi decenni, probabilmente per coprire i propri fallimenti contemporanei. Che vi sia in atto un cambiamento climatico è evidente. Che tale cambiamento sia riconducibile prevalentemente alle attività poste in essere dal genere umano è il dogma politicamente corretto sfidando il quale anche scienziati di lunga esperienza e competenza possono stare certi di essere relegati al ruolo di paria nel mondo accademico, oltre a essere tacciati delle peggiori nefandezze da un sistema di mezzi di informazioni sui quali spesso a scrivere sono persone prive delle necessarie competenze in materia. Essendo io stesso privo di tali competenze non intendo entrare nel merito delle cause dei cambiamenti climatici. Sono però abituato a dubitare di versioni dei fatti che non ammettono discussione, soprattutto quando non si tratta di fenomeni autoevidenti.

Scorie - Sarà la versione bancaria di Alitalia?

Come è noto, il M5S è contrario alla vendita di MPS, controllata dal Tesoro a seguito del salvataggio deciso a fine 2016. Vagheggiando di costituire una banca pubblica che dovrebbe anche aggregare altre banche malmesse, in nome di un principio inconsapevolmente orwelliano per cui l'unione di debolezze dovrebbe fare la forza, i parlamentari pentastellati affermano: " Non possiamo avallare regali, peraltro alimentati dal rischio di macroscopici conflitti di interessi. Per questo motivo riteniamo fondamentale che si fermi l'operazione di cessione di Mps a Unicredit, le cui modalità tendono a configurare, giorno dopo giorno, un'incredibile serie di agevolazioni alla banca cosiddetta acquirente ."  Pare infatti che Unicredit, di cui una parte dei soci non gradisce l'operazione fortemente voluta dal PD, da cui peraltro proviene il presidente designato Padoan, pretenda una dote per acquisire MPS. Incuranti del fatto che, in 5 anni, non si sia mai vista la fila di pre

Scorie - I (falsi) sostenitori della libertà di espressione

Come è noto, i più utilizzati social network, da Facebook a Twitter, hanno bloccato l'account del presidente uscente degli Stati Uniti. Questa decisione ha ovviamente scatenato un dibattito tra i sostenitori della libertà di espressione e coloro che ritengono che certe manifestazioni di tale libertà debbano essere proibite. Tra costoro vi sono ovviamente coloro che proibirebbero tutto ciò che ritengono essere inaccettabile, con la pretesa che il loro punto di vista sia quello di tutti. Non voglio certo banalizzare il problema, soprattutto quando si tira in ballo l'istigazione a compiere atti di violenza. Resta il fatto che ognuna delle persone che ha preso parte all'occupazione del Parlamento a Washington non lo ha fatto sotto la minaccia di una pistola puntata alla tempia. Ma questo non è ciò su cui intendo soffermarmi. Piuttosto, tra coloro che hanno criticato la scelta dei social network di oscurare Donald Trump, mi interessa evidenziare un punto di vista abbastanza diff

Scorie - Di debito buono sono lastricate le vie dell’inferno

Sul settimanale Milano Finanza c'è da anni una rubrica dal titolo "Considerazioni Inattuali", probabilmente perché l'autore, Emilio Girino, si identifica in Nietzsche. Fatto sta che da quanto Mario Draghi ha sostenuto che esiste debito cattivo, accumulato per fare spesa corrente, e debito buono, contratto per finanziare investimenti, tutti si sono messi a invocare il debito buono sostenendo che si autopagherebbe e farebbe anche ottenere guadagni in termini di Pil, a maggior ragione dati i bassi tassi di interesse attuali. Come molti, anche Girino pare ignorare il legame tra politica monetaria ultraespansiva, accumulazione di debito a carico dei pagatori di tasse futuri, e incremento delle disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. La colpa, per costoro, sarebbe del capitalismo. Scrive Girino: " Se in Italia, come nel resto d'Europa, i divari economici non fossero così stoltamente esasperati, se le classi medie e basse potessero contare su una maggior

Scorie - L'ultima chance (forse)

Come è noto, Matteo Renzi sta cercando di aumentare la visibilità (e i voti) di Italia Viva agitando le acque della maggioranza di governo. Una delle discussioni riguarda l'utilizzo dei prestiti (per un massimo di 127 miliardi) che spetterebbero all'Italia nell'ambito del Next Generation Eu: Renzi vorrebbe che fossero tutti dedicati a finanziare progetti aggiuntivi, mentre il ministro dell'Economia è propenso a dedicarne una parte (circa la metà) a finanziare progetti già previsti, sostituendo emissioni di titoli di Stato. Secondo Renzi: " Gualtieri ha colto il valore delle nostre critiche. Noi vogliamo mettere tutte le forze politiche davanti al passaggio storico che stiamo vivendo: il Recovery plan è l'ultima chance per l'Italia, una finestra che ci permetterà per poco tempo di investire sul futuro dei nostri figli. " L'idea sottostante è quella del debito che si ripaga da solo grazie al rendimento degli investimenti finanziati. Una versione di k

Scorie - Statalisti in automobile

L'accordo suggellato dalle rispettive assemblee dei soci per l'aggregazione tra FCA e PSA è stato commentato, come sempre in questi casi, da politici e sindacalisti. Ad accomunare le valutazioni è il tasso di statalismo che, da quando è stata sospesa politicamente la realtà e con essa i vincoli di finanza pubblica a livello europeo, in Italia è straripante ancora più di prima. Per esempio, il vice ministro dell'Economia Antonio Misiani, ricorda che tra poco " diventerà pienamente operativo Patrimonio Destinato, il fondo da 44 miliardi di euro attribuito a Cassa Depositi e Prestiti. Non una nuova Iri ma un grande strumento per ridisegnare il sistema produttivo italiano, un processo in cui lo Stato assumerà un ruolo attivo a fianco del mondo imprenditoriale privato ." Quando lo statalista di turno mette le mani avanti sostenendo che non sarà come ai tempi dell'IRI, intende dire che sarà meglio; temo, al contrario, che potrebbe perfino essere peggio, perché il pr

Scorie - L'anno dei Navigator

Intervistata da Repubblica, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha risposto così a una domanda sulla sorte dei 2.700 Navigator istituiti con il provvedimento sul reddito di cittadinanza: " Il piano per cui sono stati assunti non è terminato. Spero di prorogarne il contratto, dalla scadenza di aprile, per tutto il 2021. Sono nostri ragazzi laureati col massimo dei voti e che hanno profilato 800 mila beneficiari del Reddito di cittadinanza ." Non dubito che molti di quei ragazzi siano brillanti, ma forse proprio questo certifica il declino dell'Italia, dato che per "profilare" i beneficiari del reddito di cittadinanza, attività che suppongo corrisponda a fare data entry in un software in cui raccogliere le informazioni anagrafiche, i titoli di studio e le precedenti esperienze lavorative dei beneficiari stessi, non è forse necessario avere ottenuto una laurea con il massimo dei voti. Per di più il problema è che lo scopo dei Navigator non era solo profilare i be

Scorie - La manna del Covid per i consumatori di tasse

Una delle prime nozioni che vengono insegnate a chi si avvicina al mondo degli investimenti riguarda la relazione tra rendimento atteso e rischio.  Tale relazione è stata forse vittima dello scientismo che prevale anche in finanza, con la pretesa di quantificare il futuro estrapolandolo inevitabilmente dal passato. Tuttavia in un mercato libero da interventismo è una relazione che ragionevolmente ci si può attendere si verifichi. Il fatto che oggi, al culmine di anni di pesanti interventi fiscali e soprattutto monetari, i premi per il rischio risultino artificialmente compressi, non fa altro che confermare il progressivo allontanamento da un sistema di mercato a favore di una pianificazione più o meno socialisteggiante. Temo che l'esito di tutto questo non sarà indolore, ma non è di questo che intendo occuparmi in questa sede. Ho spesso pensato alla violazione della relazione di mercato tra rendimento e rischio osservando l'andamento delle retribuzioni medie nel settore pubblic