Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Scorie - Promesse vacue

Come è noto, l'INPS eroga prestazioni pensionistiche e anche assistenziali attingendo non solo ai contributi versati da lavoratori e aziende, ma anche dalla cosiddetta fiscalità generale. Nonostante diverse modifiche legislative a partire dagli anni Novanta, le prospettive a lungo termine sono abbastanza fosche, se non ci si affida a ipotesi di crescita media del Pil da libro dei sogni, data la perdurante fase di declino dell'Italia. Ciò nonostante, in molti pensano di introdurre nuove agevolazioni, che finiscono per aggravare le prospettive, soprattutto perché non sono accompagnate da proposte per analoghe riduzioni di altre voci di spesa. Il presidente dell'INPS, Pasquale Tridico, suggerisce una agevolazione a favore dei giovani: " Riscatto gratuito della laurea per valorizzarla a fini pensionistici e copertura figurativa dei contributi per incentivare lo studio e la formazione. Le faccio un esempio: se durante la pandemia un ragazzo ha perso il lavoro ma si è riqual

Scorie - Obberdire o belare?

In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, Natalino Irti si sofferma sulla parola "obbedienza", a suo dire divenuta impronunciabile nonostante le forti restrizioni imposte a suon di DPCM a persone e imprese. Scrive Irti: " L'Italia offre in questi mesi, così trepidi e ansiosi, un singolare esempio di pudore linguistico. Mentre scorre il denso fiume di leggi, decreti, prescrizioni, entro cui il cittadino quasi si perde e smarrisce, c'è una parola impronunciabile. " La parola sarebbe, per l'appunto, "obbedienza". Secondo Irti: " Vibrano nel rifiuto della parola un sospetto e uno stato d'animo: il sospetto dell'autoritarismo e il fastidio che la volontà propria dipenda da altri. E sarebbe agevole replicare che i comandi provengono da poteri designati, direttamente o indirettamente, dal voto popolare; e che il sentimento della "dipendenza" è proprio di ogni umana comunità, dove s'intrecciano rapporti reciproci, e l'un

Scorie - Meglio togliere la zavorra che rimpiangere la svalutazione

Chi legge Milano Finanza sa che, periodicamente, l'editoriale del fondatore, Paolo Panerai, verte sugli anni Novanta, quelli che portarono prima all'uscita della lira dallo SME, poi al quasi default, poi alle privatizzazioni e infine all'ingresso nell'unione monetaria. Panerai è tra coloro che ritengono che le privatizzazioni furono svendite e che la fissazione del cambio a 1.936,27 lire contro euro, corrispondenti a poco meno di 990 lire contro marco tedesco, sia stata penalizzante per l'Italia, cristallizzando una sopravvalutazione della lira. Ovviamente chi parla di penalizzazione lo fa assumendo l'ottica dell'esportatore. In effetti se un'impresa esporta i proprio prodotti e riesce a rifornirsi di fattori produttivi esclusivamente o prevalentemente domestici, la svalutazione del cambio non è certo malvista. E difatti una parte di imprese esportatrici rimpiange i tempi delle svalutazioni della lira. Va detto che, soprattutto nella manifattura con proc

Scorie - La “Corazzata Potëmkin” dei giorni nostri

In quell'affresco delle vicende (non solo) aziendali italiane tanto divertente quanto realistico che è rappresentato dai primi due film con Paolo Villaggio nei panni del ragionier Fantozzi, una costante è la presenza di un dirigente che impone ai dipendenti una propria passione, sia essa il cinema d'autore del professor Riccardelli o il biliardo del direttore conte Catellani. I dipendenti, poi, da buoni italiani medi, gareggiano nel mostrare servilismo allo scopo di guadagnare le simpatie del capo nella speranza di ottenere una progressione di carriera. Nelle realtà aziendali odierne, soprattutto nelle imprese non piccole, imperversa la figura del responsabile delle risorse umane (HR manager, si autodefiniscono per darsi un tono internazionale), che ammorba l'esistenza dei colleghi, soprattutto se a capo di strutture più o meno numerose, imponendo ore e ore di attività che sono l'equivalente fantozziano della visione coatta della "Corazzata Potëmkin" anche qua

Scorie - Attenzione: qui non ha la stampante

Cambiano le voci di spesa a cui destinare i quattrini, ma è sempre più evidente la convinzione di gran parte del membri della (bulgara) maggioranza di governo che la sospensione delle regole europee di finanza pubblica abbiano anche rimosso il vincolo di bilancio reale. E così ecco Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, dichiarare che il nuovo ennesimo scostamento, dopo quello da 32 miliardi deliberato a inizio anno, " dipenderà da come evolve la situazione economica e anche dal tiraggio delle misure del DL sostegni ", arrivando a evocare un " whatever it takes della politica economica ". Quando Mario Draghi pronunciò quelle parole nel luglio del 2012 era presidente della BCE, che ha il potere di creare denaro dal nulla. Ciò non significa che abbia il potere di creare dal nulla ricchezza reale, ma quanto meno che ha il potere di redistribuire quella esistente aumentando il potere d'acquisto dei primi percettori del denaro fresco di stampa. Nel suo ruolo

Scorie - Keynesismo turco

Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia soprannominato, non a torto, "il sultano", cambia i governatori della banca entrale come Maurizio Zamparini cambiava i presidenti delle sue squadre di calcio. L'ultimo a essere messo alla porta, Naci Agbal, è durato poco più di quattro mesi. Poi ha avuto la malaugurata idea di aumentare il tasso di riferimento di 200 punti base in un colpo solo, portandolo dal 17 al 19 per cento, allo scopo di cercare di contenere l'inflazione dei prezzi al consumo, che viaggia al 16 per cento. Oltre che sostenere la lira turca, moneta non proprio apprezzata dal mercato. Quando il sultano cominciò ad avere potere in Turchia, nel 2003, bastavano 1,6 lire turche per un dollaro; oggi ne servono circa 8. Non è l'unico rialzo dei tassi del governatore uscente, dato che in cinque mesi il tasso di riferimento è passato dal 10,25 al 19 per cento, favorendo un recupero dai minimi della lira turca. Evidentemente troppo per il sultano, che ha qu

Scorie - I sudditi debitori non meritano remissioni

L'annuncio dell'ennesimo provvedimento di saldo e stralcio per milioni di cartelle fiscali ha indignato i lottatori dell'evasione in servizio permanente, che hanno rispolverato il frasario tipico di queste circostanze. Per esempio il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, che ritiene si tratti di " uno schiaffo a chi le tasse le paga ", che poi sarebbero " lavoratori dipendenti e i pensionati ", i quali " contribuiscono per quasi l'80% ".  Premesso che è vero che la gran parte del gettito Irpef è pagato da dipendenti e pensionati, è altrettanto vero che si tratta però di pagatori di tasse concentrati in fasce di reddito ben più alte di quelle del tipico titolare di tessera sindacale. Pagare le tasse non piace a nessuno, anche se c'è chi, con una discreta dose di ipocrisia, nelle dichiarazioni pubbliche sostiene il contrario. La mia posizione, molto minoritaria a onor del vero, è quella di chi ritiene che ogni imposta o tas

Scorie - Prevalgono le idee peggiori

Anche se ufficialmente non fa parte del mainstream, di fatto il contrasto alla pandemia è stato attuato sia da Trump, sia da Biden, con provvedimenti tipici della MMT. Una (non) teoria il cui successo conferma che spesso a prevalere sono le idee peggiori. Una delle paladine della MMT è Stephanie Kelton, la quale si propone di sfatare alcuni miti riguardanti il deficit pubblico. Partendo dal fatto che il deficit rappresenti un eccesso di spesa. " Dato che il deficit pubblico è per definizione, la differenza tra quanto lo Stato spende e quanto incassa con le tasse e altri pagamenti ricevuti, sembra ragionevole parlare di "eccesso di spesa" quando lo Stato spende più di quanto incassa. Ma non lo è ." Proprio per via della "definizione" di deficit pubblico, è invece del tutto evidente che si tratti di un eccesso di spesa, ovviamente rispetto alle entrate. Secondo Kelton, invece: " Come sa ogni economista, l'inflazione – non il deficit – è il segnale d

Scorie - (Dis)continuità

" Parola d'ordine è discontinuità, orientamento al mercato e sostenibilità economica ." Con queste parole Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, si è espresso in merito al salvataggio di Alitalia. In pratica, cambiano i ministri, cambia il loro accento, ma la sostanza è sempre quella. In altri termini, nessuna discontinuità, che è parola d'ordine solo perché richiesta dalla Commissione Ue per autorizzare l'ennesimo aiuto di Stato, ossia l'ennesima conto a carico dei pagatori di tasse. Secondo Giorgetti, il governo " mette 3 miliardi di euro per avere una compagnia aerea che garantisca l'accessibilità dell'Italia al cargo business e alla sua vocazione al turismo. Questa scelta è dettata dalla certezza del governo di fare la cosa giusta e crede nel progetto. "  Argomenti stantii, anche questi in totale continuità con quelli usati dai precedenti governi, di qualsiasi tendenza politica. Come se, in assenza di Alitalia, non ci fos

Scorie - Alla scopperta del tesoretto (in deficit)

In Italia non è raro che delle risorse stanziate (in deficit) siano considerate tesoretti. Non senza entusiasmo, il neo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha annunciato la scoperta di un tesoro. " Abbiamo fatto un sorta di due diligence dell'esistente per capire cosa c'è in questo nuovo ministero. Abbiamo trovato risorse anche ingenti che vuoi per mancanza di norme o complicazione stessa delle norme esistenti, vuoi per l'esiguità dell'apparato che finora segue il turismo (un ventina di persone su un settore che cuba il 13% del pil), vuoi per la normale burocrazia nel senso peggiore del termine non sono state usate. Abbiamo queste risorse e il nostro obiettivo è distribuirle il più velocemente possibile e nel modo più equo possibile ." Sembra di vederli questi signori che, nonostante siano solo una ventina, rovistano per gli armadi del ministero e trovano milioni di euro (230, dice Garavaglia) come fossero vecchie scartoffie o penne a sfera. Ovviamente s

Scorie - Restare al verde per convertirsi al verde

Dal "Dieselgate" in poi le case automobilistiche fanno a gara a chi è più ecologically correct. Non passa giorno, ormai, senza l'annuncio della completa elettrificazione dei modelli entro un orizzonte temporale sempre più ravvicinato. Il tutto accompagnato da una pressante azione di lobby nei confronti dei governi per rendere l'elettrificazione della mobilità quello che finora non è mai stato e che non vi è alcuna reale prospettiva che lo sarebbe entro i suddetti orizzonti temporali: un business profittevole. Non ho particolari competenze tecniche in materia, ma mi piace leggere fonti non univoche e, soprattutto, non mi accontento delle fonti mainstream quando cerco di capire qualcosa su un argomento.  Anche se il mainstream, per l'appunto, disegna il futuro prossimo della mobilità con toni da "immaginazione al potere" di sessantottina memoria, i dati dicono che non esiste un mercato di massa per le auto elettriche, nonostante gli incentivi governativi.

Scorie - La via verso il socialismo passa dalla manipolazione monetaria alla transizione ecologica

Ho già avuto modo di commentare le proposte di cancellazione o sterilizzazione del debito pubblico che le banche centrali stanno accumulando a dosi crescenti da quando hanno iniziato il quantitative easing. Tra i fautori di questo provvedimento c'è Leonardo Becchetti, il quale, tornando sull'argomento, scrive: " Oggi molti commentatori stanno via via riconoscendo che, senza dichiararlo pubblicamente, le banche centrali stanno cancellando (sterilizzando) di fatto porzioni importanti del debito pubblico dei Paesi (mediamente un quarto del debito totale a livello mondiale)… Scegliere questa via è infatti inevitabile per mantenere l'attuale situazione di tassi zero o negativi sui mercati, evitare che la pandemia generi effetti insostenibili sulle generazioni future e distorsioni sullo stimolo alla ripresa. Le modalità con cui le banche centrali stanno realizzando questo obiettivo, come è noto, è acquistare sul secondario titoli di debito pubblico dei Paesi, restituire ai P

Scorie - 1900 miliardi non sono manna dal cielo

Ho già avuto modo di commentare il piano da 1900 miliardi di dollari che il neo presidente Joe Biden ha sottoposto all'approvazione del Congresso, poi ottenuta. Piano che ha indotto perfino alcuni economisti keynesiani a considerare eccessivo lo stimolo. Il menu è abbastanza vario, ma una cosa è certa: nonostante Biden indichi come obiettivo (principale?) " tornare leader mondiali a tutto campo nelle infrastrutture " diverse misure di sostegno ai redditi rappresentano spesa corrente, quella che finisce per fare accumulare "debito cattivo", usando la dicotomia ormai di moda in Europa. Personalmente, peraltro, distinguerei tra debito più o meno nocivo, perché di buono nel debito pubblico non ci vedo nulla, né eticamente, né economicamente. Il fatto è che le migliaia di miliardi di cui si parla con estrema facilità e per le quali si notano manifestazioni di giubilo come se fosse manna dal cielo, sono in realtà tasse future che graveranno sulle tasche di un numero p

Scorie - Cosa (non) dicono i numeri

" Siamo molti soddisfatti nel vedere che una fonte così autorevole confermi che il Superbonus ha effetti positivi sulla crescita economica, con ritorno positivo anche per le casse dello Stato. Molti erano scettici su una misura così generosa, ma i numeri ci dicono che con il superbonus tutti gli attori coinvolti possono vincere: l'economia in complesso, le imprese, le famiglie, e anche lo Stato che vede auto-ripagarsi l'investimento iniziale. Il mio auspicio è che quest'analisi contribuisca a confermare in modo definitivo la necessità di una significativa proroga temporale della norma. " Con queste parole il pentastellato Riccardo Fraccaro, primo fautore del Superbonus che consente di detrarre il 110% delle spese per riqualificazione energetica degli immobili, ha commentato i risultati di uno studio della Luiss Business School e Openeconomics, secondo il quale in un decennio il Superbonus avrebeb un impatto positivo di 811 milioni sul disavanzo pubblico. In sostan

Scorie - Dalla crociata contro i fannulloni a quella contro i tetti di spesa

Non è un mistero che nell'ultimo anno, caratterizzato da restrizioni a intermittenza alle attività produttive, i dipendenti pubblici abbiano migliorato la loro posizione in termini relativi nei confronti di quelli privati, per non parlare di chi ha attività in proprio. Eppure con i soldi del Next Generation Eu è arrivata la nuova formula magica: " via i tetti di spesa anacronistici e le rigidità contrattuali nella pubblica amministrazione ." Questo il pensiero di Renato Brunetta, neo ministro della Pa. Che aggiunge: " siamo in una fase nuova, quella del Recovery, la ricostruzione di questo dopoguerra da pandemia deve partire dal capitale umano pubblico ." Non a caso sindaci e sindacati sembrano felici e contenti dell'iniziativa. In effetti negli anni in cui il vincolo della realtà non era stato completamente sospeso a livello politico, erano stati introdotti limiti di spesa, non fosse altro perché si partiva da livelli due decenni fa ampiamente sproporzionat

Scorie - Chi paga realmente quelle garanzie

Come è noto, uno dei primi provvedimenti assunti dal governo lo scorso anno con l'inizio della pandemia fu quello di fornire garanzie ai prestiti bancari alle imprese. Fin dall'inizio era buon senso ritenere che una parte più o meno consistente di quei debitori non sarebbe stata in grado di far fronte al rimborso, dato che gli effetti della pandemia avrebbero irrimediabilmente danneggiato le attività produttive. Nella ondata di crediti deteriorati che emergerà una volta superata la fase di emergenza, il problema delle garanzie concesse dallo stato (per circa 144 miliardi) sarà ineludibile. Il fatto che la durata della fase di emergenza si stia allungando non aiuta certo a ridimensionare il problema. Anzi. Tecnicamente i crediti sono stati erogati dalle banche, che hanno assunto la garanzia totale o parziale da parte dello Stato tramite un apposito fondo PMI, Mediocredito Centrale o Sace. Qualora i debitori divenissero insolventi, le banche dovrebbero riclassificare quei crediti

Scorie - Economisti o stregoni?

La maggior parte degli economisti ritiene che il proprio compito sia quello di stabilire cosa sia bene per tutti quanti in base a risultati di modelli econometrici o esperimenti su un campione (magari ristretto) di persone, suggerendo ai detentori del potere legislativo cosa dovrebbe essere imposto per legge. Costoro ovviamente ignorano la prasseologia, e generalmente hanno una avversione per il mercato che porta loro a concludere che, quando l'esito di scambi volontari non li soddisfa, ciò rappresenti un fallimento del mercato. Il che giustificherebbe, a maggior ragione, l'imposizione di obblighi, divieti, limiti minimi o massimi di prezzo, eccetera. Secondo Noah Smith, per esempio, " gli Stati devono impedire ai datori di lavoro di chiedere informazioni sui salari percepiti in precedenza, una pratica che tende a danneggiare i lavoratori neri ." A suo dire, alcuni studi (di quelli del genere sopra richiamato) dimostrerebbero che, in assenza di informazioni sulle prec

Scorie - La campagna vaccinale è un enorme fallimento dello Stato

Come è noto, l'interventismo statale è spesso giustificato dalla maggioranza degli economisti facendo ricorso a spiegazioni (ritenute dagli stessi scientifiche) che individuano dei fallimenti del mercato. In realtà, considerando che quello di utilità è un concetto soggettivo, il fallimento del mercato finisce per essere scientificamente indimostrabile e la sua definizione è possibile solo oggettivizzando l'utilità stessa. Il che, poi, sovente coincide con la sostituzione di ciò che chi decreta il fallimento del mercato considera soggettivamente essere la cosa migliore per tutti quanti. Eppure la realtà di tutti i giorni fornisce esempi lampanti dei fallimenti del soggetto la cui azione è invocata per porre rimedio ai supposti fallimenti del mercato, ossia lo Stato. Quello delle vaccinazioni contro il Covid-19 è solo l'ultimo esempio in ordine di tempo. Qui si sta assistendo a un fallimento dei soggetti pubblici che parte dalle regioni, passa per lo Stato, per poi arrivare a

Scorie - Cambiamenti a parole

In un Paese in cui la forma prevale spesso di gran lunga sulla sostanza, soprattutto nel settore pubblico, non ha destato in me particolare stupore la lettura di un articolo sul Sole del Lunedì in cui il lettore è reso edotto della proliferazione di assessorati tanto politicaly correct quanto, presumibilmente, inutili. In comuni anche di piccole dimensioni ecco spuntare assessori al "futuro", alla "gentilezza", perfino alla "solitudine", oltre che alla immancabile "transizione ecologica", che è un vero e proprio must ormai. E, dato che la manna (o supposta tale) dei fondi europei fa gola a tutti gli amministratori, ecco spuntare anche gli assessorati da nome "Next Generation Eu". Come ha spiegato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno:  " Volevamo cambiare il lessico della politica. " Considerando che il comune è in pre dissesto, con un buco di 74 milioni, probabilmente ci sarebbe da cambiare qualcosa di più concreto del lessico

Scorie - Vestiti indecorosi per tutte le stagioni

Con l'ingresso di Giuseppe Conte come pezzo da novanta (ritenuto tale) nel M5S, si sono susseguiti sondaggi che danno in forte recupero un movimento altrimenti in continuo declino. Si vedrà quanto questi sondaggi si dimostreranno attendibili. Nel frattempo pare che l'ennesima metamorfosi stia portando il M5S verso una sorta di sinistra-centro, che alcuni accostano alla vecchia sinistra democristiana, ma che per me è molto peggio di quella. Fatti loro e degli alleati del PD, in ogni caso. Interessante notare, tuttavia, che dopo aver preso parte a tre governi tutti diversi tra loro a partire dal 2018, alcuni di questi signori abbiano perfino il coraggio di puntare il dito verso le metamorfosi altrui. Per esempio, Stefano Buffagni, entusiasta della neo leadership di Giuseppi, ha dichiarato: " La Lega ha un vestito per tutte le occasioni, ma sotto la pelle è quella che ci ha pugnalato alle spalle e ha gestito l'emergenza sanitaria in Lombardia in modo inadeguato. La nostra

Scorie - L'elefante (che sembra) invisibile

Recensendo il libro fortemente critico nei confronti dell'unione monetaria europea scritto da Ashoka Mody, Marco Onado mette in evidenza alcuni errori che furono fatti nella prima fase di vita della moneta unica. Scrive Onado: " L'Italia sprecò il tesoretto della riduzione dei tassi di interesse e non proseguì nel risanamento degli anni delle privatizzazioni (il debito italiano era sceso al 100 per cento del Pil); altri Paesi alimentarono bolle immobiliari che diffusero la sensazione di un falso benessere; la Germania aumentò le sue esportazioni all'interno dell'area e le sue banche si illusero di trovare impieghi facili nei Paesi con deficit commerciali, in particolare Grecia e Irlanda. Ma è difficile attribuire questi indubitabili errori solo alla moneta unica; se vogliamo dirla tutta, è stato il neoliberismo imperante, che negava la fondamentale instabilità dell'economia e della finanza a formare il brodo di coltura della crisi ." Che in Europa fosse im

Scorie - Una vittoria non vale l'abolizione (per decreto)

Non ho potuto fare a meno di ricordare Giggino Di Maio quando, in una serata di inizio autunno del 2018, annunciò da un terrazzino di palazzo Chigi: " Abbiamo abolito la povertà! " nel leggere che il plenipotenziario cinese Xi Jinping ha annunciato " un miracolo che resterà nella storia ", ossia la " completa vittoria " nella lotta alla povertà nelle aree rurali del gigante asiatico. Quando Xi, otto anni orsono, salì al potere, le statistiche cinesi contavano 100 milioni di persone sotto la soglia di povertà, che per il regime cinese equivale a un reddito di circa 500 euro annui. Ebbene, ora non più. Ovviamente si potrebbe obiettare che la soglia sia perfino più bassa dei due dollari al giorno utilizzati dalla Banca Mondiale. Si potrebbe anche aggiungere che nessuno ha realmente la possibilità di verificare i dati delle statistiche ufficiali cinesi. Ma tant'è. Secondo Xi Jinping, la " leadership del Partito e il sistema socialista sono le garanzie