Scorie - Dove eravate?

A leggere le ormai ricorrenti lamentele dei vertici delle case automobilistiche in merito alle opprimenti e penalizzanti regole imposte dal Green Deal, mi è venuta l'idea di aprire un filone di Scorie intitolata "Dove eravate?".

Sì, perché chi oggi si lamenta non mostrò grande sagacia argomentativa quando quelle norme assurde erano in gestazione. Nessuno di questi signori arrivava a dire apertamente quanto probabilmente pensava già all'epoca, ossia che Timmermans e simili stavano ponendo le basi per ammazzare il loro business. 

Cosa comprensibile, dato che chi guida grandi aziende solitamente cerca di andare d'accordo con chi fa le regole, quanto meno di non inimicarselo. Ma è evidente che tante cose non sono state dette e fatte nei tempi e nei modi opportuni per evitare un pacchetto normativo che guidava il settore verso un burrone, a tutto vantaggio dei produttori cinesi, sui quali poi si è pensato di applicare dazi, mettendo una pezza che è peggio del buco.

E allora, per la serie "Dove eravate?", ecco John Elkann, presidente di Stellantis, che dichiara:

"Il nostro impegno verso l'elettrificazione è molto forte. Ma dev'essere una transizione che risponde ai desideri e ai bisogni delle persone."

Beh, semplicemente il numero di persone che desiderano un dispositivo elettrico a quattro ruote non è tale da rendere profittevole la produzione di questi dispositivi, nonostante gli incentivi. Quindi una transizione del genere semplicemente vedrebbe i dispositivi elettrici restare un prodotto di nicchia, probabilmente nel segmento delle citycar.

Vorrebbe libertà di scelta Elkann. E come non essere d'accordo. Ma se la memoria non mi inganna, mentre il Green Deal era in gestazione non c'erano tanti appelli accorati alla libertà di scelta.

E occorrerebbe anche tenere conto della riduzione reale delle emissioni. "Per esempio, aiutare a sostituire una vecchia Euro 3 con una Euro 6 può avere più impatto ambientale che passare da Euro 6 a un'elettrica", dice Elkann.

Anche questo lo si sarebbe potuto dire con decisione anni fa.

Commovente anche questo passaggio:

"Da qui al 2030 sono previste 120 nuove normative. Oltre il 25% dei nostri ingegneri lavora solo sulla compliance. Non crea valore aggiunto, ma contribuisce all'aumento dei costi... La Fiat 500 di prima generazione pesava circa 400 chili, quelle che produciamo ora sono tre volte più pesanti. Ovviamente adeguare il peso delle vetture non è una cosa buona per l'ambiente. Per questo occorrono regole intelligenti".

Tutte parole condivisibili, purtroppo dette con qualche anno di ritardo.

Poi un appello a "usare in modo intelligente la regolamentazione", che appare retorico e purtroppo destinato a non avere alcun effetto.

La triste realtà è che l'approccio evidentemente inefficace degli anni scorsi ha costretto le case automobilistiche a (mal)investimenti miliardari nell'elettrificazione, ponendole oggi nella scomoda posizione di produrre in perdita, ma al tempo stesso senza potersi permettere di chiedere di eliminare completamente il Green Deal, altrimenti quegli investimenti andrebbero del tutto in fumo.

E questo ovviamente non vale solo per l'elettrificazione, ma anche per l'obbligo di installare tante tecnologie che i clienti non vorrebbero se non in minima parte, e che rendono le automobili di oggi molto simili a quelle che un tempo erano costruite appositamente per le persone disabili. Oltre a essere molto più costose.

Quindi, signori dell'auto, dove eravate?

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