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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Scorie - Meglio i venditori di balsamo di tigre

  Mi sono già occupato a più riprese delle levate di scudi dei meridionali(sti) contro le prospettive di maggiore autonomia per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Finché le argomentazioni fanno riferimento al principio di solidarietà previsto dalla Costituzione, si può discutere quel principio (palesemente assurdo e destinato a ledere per definizione il principio di non aggressione, a mio parere), ma si deve riconoscere che chi vi fa appello non ricorra ad argomenti inesistenti. Ovviamente poi a qualcuno scappa la mano, e allora capita che si cerchi di giustificare l'opposizione all'autonomia con argomentazioni che riterrebbe indegne perfino un venditore di balsamo di tigre. Per esempio, il meridionalista per antonomasia Adriano Giannola, presidente di Svimez, afferma: « Nel saldo tra entrate e spese pubbliche si omette di includere l'onere per gli interessi che lo Stato corrisponde ai titolari del debito pubblico (famiglie e imprese; banche, ecc) di quelle Regioni. Se

Scorie - Italia, Paese dei Quo Vado

    A fronte del probabile esodo di dipendenti pubblici per usufruire di "quota 100", Francesco Verbaro affida al Sole 24Ore alcune riflessioni sulla (a suo dire) mancanza di appeal del posto pubblico. " Sarebbe quindi utile interrogarsi sul malessere presente nelle Pa e sul perché, nell'era dell'active ageing e della necessità di avere una pensione adeguata in relazione all'aspettativa di vita, ci sarebbe un grande interesse a lasciare il posto pubblico, nonostante le penalizzazioni sull'assegno e sul divieto di cumulo. L'occasione è utile per capire se c'è un malessere nel pubblico impiego (sì), da cosa nasca e come superarlo. Il fatto che molti dipendenti manifestino l'intenzione di lasciare la Pa appena possibile, se può essere interessante dal punto di vista dei costi, può costituire un indicatore di cattiva organizzazione. Intendiamoci, raramente il pubblico impiego ci ha regalato scene di entusiasmo; ma storie di appartenenza e di fidel

Scorie - Paragoni farneticanti

Nel suo consueto sermone su Milano Finanza del sabato, Paolo Panerai ha ritenuto di dover paragonare l'atteggiamento dei tedeschi di oggi con la persecuzione degli ebrei voluta da Hitler. Credo che l'accostamento sarebbe in ogni caso fuori luogo, ma lo è a maggior ragione essendo basato su affermazioni prive di fondamento. " Potrebbe risultare azzardato o fuori luogo connettere quelle vicende tragiche all'attuale momento del mondo, ma così non è ." Il tutto perché, secondo Panerai, " la Germania sta da decenni combattendo in Europa un'altra guerra, molto meno cruenta ma in alcuni casi sempre devastante. E' la guerra economica per riconquistare e mantenere il primato in Europa ". Ovviamente la guerra economica è combattuta a suon di accumulazione di avanzi commerciali. E qui Panerai comincia a vaneggiare. " Il trattato di Maastricht e i trattati seguenti prevedono che il Paese che accumula risolse le destini allo sviluppo degli altri Paesi. C

Scorie - Ottimismo miope

Intervistato in merito al "decretone" che disciplinerà le due misure fortemente volute dal governo (e a mio parere entrambe sciagurate), ossia quota 100 e reddito di cittadinanza, il vice ministro all'economia Massimo Garavaglia esprime ottimismo sugli effetti che le misure avranno sull'economia. " Innanzitutto per l'effetto sostituzione della forza lavoro. Nel pubblico, con lo sblocco totale del turn over, ci sarà un neo assunto per ogni lavoratore andato in pensione. Anzi, a regime sarà anche di più, perché abbiamo stanziato 200 milioni per le assunzioni straordinarie. E questa volta, a differenza del passato, avendo sbloccato il turn over saranno davvero aggiuntive e non andranno semplicemente a sostituire posizioni lasciate scoperte dai blocchi delle assunzioni. Nel privato decideranno liberamente gli imprenditori quali lavoratori sostituire. Ma sappiamo che ci sono realtà nelle quali ci sarà un importante ricambio generazionale. Nella peggiore delle ipot

Scorie - Quale deflazione?

  Secondo l'economista keynesiano Giulio Sapelli, l'allarme lanciato dal FMI sull'Italia sarebbe fuori luogo. " L'allarme non arriva tanto dall'Italia, ma dal fatto che la deflazione europea continua. " Non so quale significato Sapelli attribuisca al termine deflazione, ma i numeri parrebbero non supportare la sua affermazione. Se identifica la deflazione con la diminuzione degli indici dei prezzi al consumo, l'Europa non è in deflazione. Se la identifica con la riduzione degli aggregati monetari (tutti: da M0 a M3), l'Europa non è in deflazione. Ancora, se la identifica con una riduzione dei crediti a famiglie e imprese, l'Europa non è in deflazione. Quindi, o Sapelli ritiene di poter parlare di deflazione a fronte di una crescita a suo parere insoddisfacente delle grandezze di cui sopra, nel qual caso si dovrebbe supporre che, contrariamente alla matematica, la deflazione sia opinabile; oppure ha detto una sciocchezza. Ognuno tragga la conclu