Scorie - E se i sussidi fossero una parte del problema?
Da tempo sostengo che nessuno tra coloro che chiedono di essere votati negli Stati Uniti (ma questo vale un po' ovunque) abbia realmente intenzione di migliorare lo stato progressivamente penoso dei conti pubblici. Anzi, sembra non essere una preoccupazione.
Quello che cambia nelle posizioni di democratici e repubblicani è il mix di spesa e tasse. Trump sta impostando tagli di spesa e tasse, con un deficit destinato a non migliorare rispetto all'era Biden. Anzi.
Si tratta in realtà di tagli di spesa non significativi, ma ognuno dei quali provoca lamentazioni da parte dei democratici e dei loro sostenitori nei mezzi di informazione.
Da ultimo Mary Ellen Klas su Bloomberg Opinion lancia l'allarme per la riduzione degli aiuti federali agli studenti universitari.
Che qualcosa non funzioni nel sistema di istruzione superiore statunitense appare evidente, se si considera che i costi per gli studenti continuano ad aumentare a ritmi ben maggiori a quelli dell'inflazione dei prezzi al consumo e, come riporta Kallas, il 72% degli studenti riceve una qualche forma di aiuto finanziario pubblico. Il quale, peraltro, è insufficiente, dato che poi molti devono anche indebitarsi più o meno pesantemente.
Kallas ovviamente la mette sul classico di ogni buon sinistrorso: "per preservare i tagli di tasse ai ricchi, la proposta di legge di bilancio repubblicana al Congresso taglia programmi per i più bisognosi che porteranno a costi maggiori per tutti nel lungo periodo."
La proposta in discussione aumenterebbe il numero di classi che i beneficiari devono frequentare per ottenere il sussidio, il che obbligherebbe molti a dover scegliere se avere il sussudio o continuare a lavorare, oltre che a studiare.
Questo, è il ragionamento di Kallas, finirebbe non solo per rendere più probabile il default sul debito degli studenti che non completassero gli studi, ma le renderebbe poi più poveri, il che porterebbe a meno tasse da loro pagate in futuro e ad altre forme di sussidi pubblici.
A sostegno della necessità di non ridurre i sussidi agli studenti, Kallas riporta un sondaggio tra gli studenti stessi. E, guarda caso, la gran maggioranza ritiene che vorrebbe laurearsi, quindi che dovrebbe essere messo nelle condizioni di farlo.
Ora, ognuno può ritenere più o meno meritevole una forma di sussidio rispetto ad altre, ma quello che dovrebbe sempre essere chiaro è che non si tratta di un pasto gratis, e che qualcuno, prima o poi, il conto lo pagherà. E non lo pagherà volontariamente, ma sarà costretto a farlo. Per di più, non lo pagheranno solo i "ricchi", ma anche tante persone che non avranno mai beneficiato dei sussidi in questione.
Torno però a quanto accennato in precedenza: se nonostante prestiti (anche con garanzia pubblica) e sussidi a fondo perduto il sistema di istruzione superiore continua ad avere limiti di accessibilità, probabilmente questi sussidi sono una parte del problema, non la soluzione. Non sarebbe il caso di ragionarci, invece di continuare a invocare sussidi?
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