Scorie - Cronisti da Marte?

Leggo quotidianamente su Bloomberg il commento di John Authers a quanto succede sui mercati finanziari globali, e generalmente offre un buon sunto dei principali avvenimenti del giorno prima.

Commentando le ultime minute della Federal Reserve, Authers ha scritto:

"Ci si aspetta che i banchieri centrali siano inclini a un atteggiamento da "falco". È difficile capire perché si dovrebbe volere quel ruolo se non si ha una particolare ostilità verso l'inflazione, e gli errori da "colomba" (che dimostrano irresponsabilità) tendono a danneggiare la loro reputazione molto più di quelli da "falco" (che dimostrano semplicemente la loro prudenza). È saggio presumere che, se la Fed commette un errore, sarà quello di mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo, non il contrario."

Che la Fed sia oggi restia a ridurre i tassi di interesse è comprensibile, da un lato per via del fatto che i prezzi al consumo continuano a crescere più del target del 2% e la confusione sui dazi non aiuta, anche in prospettiva; dall'altro perché si oppone alle pressanti richieste di Trump di tagliare.

Ciò detto, affermare che la inclinazione "naturale" dei banchieri centrali sia quello di essere "falco" a me pare allucinante, se si pensa all'operato della Fed e delle principali altre banche centrali. Una banca centrale di "falchi" non avrebbe neppure tagliato i tassi a partire da settembre scorso, ma, soprattutto, non avrebbe mai condotto una politica ultraespansiva non solo durante la pandemina, ma neppure nei 15 anni precedenti.

Né avrebbe continuato a fare quantitetive easing e tenere i tassi a zero quando ormai i prezzi al consumo (quelli delle attività finanziarie erano già gonfi da tempo) salivano ben oltre il 2% da tempo, bollando il tutto come "temporaneo".

Quindi la storia dimostra che le cose vanno proprio al contrario di quello che scrive Authers. E dire che non viene da Marte...

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