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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Scorie - Esultavano per i tassi a zero e il QE, adesso è arrivato il conto

Ha generato molte critiche quanto affermato nell'ambito di un podcast da parte del capo economista della Bank of England, Huw Pill. Il passaggio incriminato sarebbe questo: " In qualche modo nel Regno Unito, qualcuno deve accettare che sta peggio e smettere di cercare di mantenere il proprio potere di spesa reale aumentando i prezzi, sia che si tratti di salari più alti o di trasferire i costi energetici sui clienti ". Le critiche, prevedibilmente, hanno riguardato la parte in cui Pill invita a non fare richieste di aumenti salariali tali da compensare la perdita di potere d'acquisto già subita. Il passaggio è stato estrapolato da un ragionamento generale, in cui Pill ha evidenziato che, dato che il Regno Unito è importatore di beni i cui prezzi sono saliti molto più dei prezzi dei beni e servizi che esporta, una perdita di potere d'acquisto a livello macro è inevitabile. E la capacità di recupero dipende dal potere contrattuale relativo. Ho l'impressione che

Scorie - Sovranamente somari in economia

In una lunga intervista a Milano Finanza in cui si sforza di avere un tono rassicurante sull'attenzione a non far deragliare i conti pubblici, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni non riesce a fare a meno di riproporre un paio di castronerie in voga nell'attuale maggioranza. La prima riguarda l'obiettivo di " ridurre la dipendenza dai creditori stranieri, aumentando il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote di debito sovrano ." Si tratta di un songo autarchico che, nelle erronee convinzioni dei sognatori, metterebbe il debito pubblico italiano al riparo dalla speculazione e/o lo renderebbe più sostenibile.  Il fatto è che anche se il debito fosse detenuto al 100% da italiani non ci sarebbe un "libera tutti" alla spesa in deficit incontrollata, non fosse altro per il fatto che quanto meno che la parte detenuta da banche continuerebbe a circolare tramite operazioni di finanziamento collateralizzate proprio da quei titoli. Se poi

Scorie - La fallacia della finestra rotta in versione green

Sono anni ormai che in Europa ci si sente dire che sta arrivando il momento in cui le energie "pulite" saranno non solo quantitativamente sufficienti, ma anche convenienti dal punto di vista economico. Detto che eolico e solare hanno il problema della discontinuità, perché vento e sole non si manifestano a comando, che il nucleare è avversato e da più parti dismesso o in via di dismissione, e che gli idrocarburi restano ancora meno costosi, come fare per raggiungere l'obiettivo? Nell'unico modo su cui contano i detentori e utilizzatori dei mezzi politici: mediante la tassazione o strumenti che, ancorché sotto altra veste, svolgono la stessa funzione. Ciò spingerà verso la convergenza dei costi delle diverse fonti di energia, e purtroppo sarà un livellamento verso l'alto. L'impianto è un mix di incentivi alle fonti "green" e disincentivi a quelle "brown". I talebani dell'ambientalismo usano diverse argomentazioni, per lo più non ammetten

Scorie - Perché il DEF non affronta i nodi di fondo

Secondo il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il Documento di Economia e Finanza appena presentato dal governo " non affronta i nodi di fondo ." Anche secondo me. Ma questa è l'unica cosa su cui concordo con Landini, perché il giudizio si fonda su punti di vista diametralmente opposti. Landini, infatti, lamenta che " non è previsto un euro per i rinnovi dei contratti, alla fine ci sono solo tagli alla spesa. " Qui i casi sono due: o i documenti pubblicati dal governo sono diversi da quelli veri, oppure Landini deforma la verità. Le spese per il personale dipendente (pubblico) sono previste passare da 186,9 miliardi nel 2022 a 187,7 nel 2026. Si potrà sostenere che nel 2026 sono previste inferiori al picco del 2023, ma complessivamente non calano. La riduzione (lieve) è in rapporto al Pil, ma parlare di tagli di spesa è fuorviante. Anche perché l'altra voce cara ai sindacati, quella della spesa per pensioni, e altre prestazioni sociali, passa da

Scorie - Regola sempre meno aurea

In vista dell'entrata nel vivo delle discussioni (con relativi mercanteggiamenti) europee in merito alla rivisitazione delle regole di finanza pubblica, sospese da quando fu dichiarata la pandemia da Covid-19, il vasto partito di coloro che credono nella via alla prosperità a mezzo deficit sta proponendo una nuova versione della cosiddetta golden rule (che di aureo non ha un bel nulla). Se la versione classica consisteva nell'escludere dal deficit le spese per investimenti pubblici, adesso si invoca anche l'esclusione delle spese per il sostegno militare all'Ucraina. Nelle parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, si dovrebbe considerare tra le esclusioni " la spesa per la difesa derivante da impegni assunti nelle sedi internazionali ". Non possono poi mancare le spese per produrre i " beni pubblici europei " (e immagino che qui la definizione potrebbe contenere di tutto), oltre agli immancabili investimenti " per contrastare i

Scorie - Operazione tre carte

Carla Ruocco, che nella scorsa legislatura fu presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, in un periodo in cui il M5S era partito di maggioranza in Parlamento e vaneggiava di improbabili banche di investimento pubbliche, ha avuto un'idea per far fronte alle difficoltà di mutuatari e banche. Ovviamente di quelle che risolvono senza apparente sacrificio per nessuno. Scrive Ruocco: " Il tema delle posizioni deteriorate va affrontato in modo, sì, da preservare, la solidità del bilancio bancario, ma senza dimenticare le ricadute sociali di un meccanismo di riscossione che implichi, in ipotesi di garanzie ipotecarie, le perdita del possesso di un immobile che costituisca abitazione principale per una famiglia o asset principale per lo svolgimento di un'attività di impresa. È in questa direzione che va la proposta di legge, in calce alla relazione di fine mandato della commissione di inchiesta sul sistema bancario (AC 3109, XVIII leg

Scorie - La sinistra illusione della mutualizzazione

Antonio Misiani è stato scelto come responsabile per l'economia dalla neo segretaria del PD Elly Schlein. Intervistato dal Sole 24 Ore, alla domanda su come conciliare la transizione green con la tutela dei posti di lavoro, Misiani ha risposto così: " Primo: la decarbonizzazione è necessaria, altrimenti i danni ambientali, economici e sociali saranno devastanti. Secondo: la transizione ecologica non è una passeggiata di salute ma pensare di affrontarla, come fa la destra, semplicemente facendo muro contro l'Europa non ci porta da nessuna parte come è accaduto sui combustibili sintetici, con il governo Meloni che ha fatto il portatore d'acqua per i tedeschi rimanendo con un pugno di mosche. In Europa dobbiamo batterci non per guadagnare tempo ma per mutualizzare i costi della transizione, ottenendo le risorse necessarie per aiutare il nostro sistema industriale ad affrontare la conversione ecologica ." Vorrei soffermarmi sull'ultima frase. Quello che afferma M

Scorie - Bestialità

Da amante della montagna e della natura in generale, ho seguito il dibattito, dai toni spesso sguaiati, relativo alla morte del giovane Andrea Papi, ferito a morte da un orso mentre correva su una strada forestale nei boschi della Val di Sole. La provincia di Trento ha disposto la soppressione dell'orso (una femmina di 17 anni), che già aveva aggredito due persone lo scorso giugno, quando verrà trovato. Anche lo scorso anno la provincia aveva disposto la soppressione, poi bloccata da un ricorso al TAR.  Credo che nessuno, a maggior ragione se amante della natura, dovrebbe essere contento della soppressione di un animale, ma nel caso in questione le affermazioni di certi animalisti sono a dir poco bestiali. Si va da chi non si limita a ricordare come ci si dovrebbe comportare se ci si imbatte in un orso, ma si spinge a dare per assodato che Papi sia colpevole dell'attacco mortale subito. Fino a Massimo Vitturi della Lega Anti Vivisezione, secondo il quale " la responsabilit

Scorie - Quale resilienza?

Dopo aver cercato di tamponare il contagio di SVB verso altre banche, le autorità statunitensi credono di aver risolto il problema. O almeno così dichiarano, pur essendo probabilmente consapevoli che non hanno fatto altro che calciare ulteriormente avanti il barattolo. Il tutto alimentando ulteriormente l'azzardo morale, per esempio fornendo liquidità alle banche valutando i loro titoli al nominale anziché al prezzo di mercato, nonché garantendo integralmente i depositi (anche per decine o centinaia di milioni l'uno) di SVB, quando la soglia del FDIC è di 250mila dollari. Qualcuno dubita che tale estensione della garanzia non sarebbe utilizzata in altri casi del genere? Ciò nonostante, i depositi hanno continuato a defluire dalle banche, soprattutto di dimensioni piccole e medie, verso fondi monetari o banche più grandi. Inevitabile che questo abbia accelerato la contrazione dei crediti, che rappresentano il principale asset proprio nei bilanci delle banche regionali. Contrazio

Scorie - Sarebbe meglio se inquinasse e basta

Le conferenze mondiali sul Clima sono eventi in cui, dal mio punto di vista, la quantità di retorica ammorba l'aria molto più delle emissioni che tanto si vogliono contrastare. Non è un mistero, tra l'altro, che la quantità di emissioni connesse ai voli aerei utilizzati dai partecipanti sia pari a diversi anni di anidride carbonica riconducibile alle emissioni di un consumatore medio. Da questo punto di vista, se volessero essere coerenti, i partecipanti dovrebbero spostarsi solo con mezzi sostenibili (meglio se in bicicletta), oppure tenere questi consessi in videoconferenza, come ai tempi del Covid. Altrimenti poi può capitare che si finisca sulla graticola per i comportamenti non ecologicamente corretti. Come è successo da ultimo a Charles Michel, presidente del Consiglio Ue. Il quale evidentermente preferisce viaggiare con voli privati invece che con aerei di linea. Secondo Politico (organo in cui wokeism e politically/ecologically correct sovrabbondano), Michel, da quando

Scorie - La realtà non è democratica?

In Francia si sta trascinando da mesi, ormai, la protesta contro la riforma che prevede l'innalzamento graduale dell'età pensionabile da 62 a 64 anni. Il tutto mentre in altri Paesi europei lo standard è già di 3-5 anni superiore. Ho già avuto modo di commentare l'assurdità della protesta da parte anche di chi si troverebbe a pagare il conto più salato del mantenimento dello status quo, ossia gli studenti universitari. Più scontata, ma non meno opinabile, la reazione del sindacalista Laurent Berger, segretario di Cfdt, il primo sindacato di Francia. Una sorta di Landini transalpino, in pratica. Secondo Berger, la Francia vive " una grave crisi democratic a", dato che " la responsabilità, la saggezza, sarebbe stato di ascoltare la mobilitazione sociale ritirando la misura. Non è così. " Il tutto dopo un inconcludente confronto con la capa del governo Elisabeth Borne, che non intende fare marcia indietro. Ora, io non sono un sostenitore della sacralità del

Scorie - Il fantastico mondo di Koo

Commentando la nomina a governtore della Bank of Japan di Kazuo Oueda, Richard Koo ribadisce la sua teoria della balance sheet recession. In sintesi, quando scoppia una bolla e famiglie e imprese si trovano con attivi che hanno un valore di mercato inferiore ai debiti, il loro unico obiettivo diventa quello di sanare il bilancio, quindi utilizzano ogni flusso di cassa per ripagare il debito e non rispondono al ribasso dei tassi di interesse praticato dalla banca centrale. In quelle condizioni, se lo Stato non interviene spendendo in deficit, si crea una spirale deflattiva. Il tutto a causa dell'eccesso di risparmio del settore privato. A mio parere il ragionamento di Koo è da sempre basato sulla confusione tra grandezze monetarie e grandezze reali. Nelle condizioni da lui descritte non vi è nessun eccesso di risparmio reale. A fronte del possibile tentativo di ridurre lo stimolo monetario dopo tre decenni di tassi a zero o negativi, quantitative easing in dosi da cavallo e quasi se

Scorie - Per una volta che ero d'accordo

Come è noto, l'Italia è il Paese europeo che ha richiesto il maggiore importo per finanziare il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La parte di finanziamenti che non andrà rstituita ammonta a circa 69 miliardi, a cui si aggiungono altri circa 123 miliardi a debito. Altri Paesi hanno chiesto meno del massimo ottenibile, sovente limitandosi alla parte di fondi da non restituire. Dovendo realizzare gli interventi in un orizzonte temporale contenuto (il programma scade nel 2026), era chiaro fin dall'inizio, quando Giuseppe Conte e i suoi festeggiavano per avere " ottenuto 200 miliardi dall'Europa ",  che l'Italia avrebbe avuto problemi nella fase di implementazione dei famosi investimenti pubblici. Personalmente non sono mai entusiasta di fronte a programmi del genere, perché si tratta sempre di consumo di tasse che qualcuno paga e pagherà, anche a sud delle Alpi, e non solo per la parte a debito. Quindi mi sono trovato stranamente d'accordo con i

Scorie - Ci mancava il sovranismo linguistico

Ho sostenuto più e più volte che i politici italiani prendano troppo spesso spunto dal peggio di quanto fanno i loro colleghi francesi. Da ultimo il Fratello d'Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, ha pensato che uno dei problemi urgenti da risolvere sia la " salvaguardia nazionale e la difesa identitaria ", tramite una legge che, scimmiottando quanto fanno i francesi da decenni, impone l'uso della lingua italiana ovunque sia possibile. Per i trasgressori sono proposte sanzioni da 5 a 100mila euro.  Rampelli precisa che l'obbligo non ria rivolto a tutti, ma riguarda tutte le comunicazioni in un luogo pubblico, oltre ovviamente alle attività delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate dallo Stato. Secondo Rampelli, " se non ti fai capire o non vuoi farti capire dal popolo sei antidemocratico ." Ora, che l'italiano non se la passi troppo bene lo si deduce anche dalla quantità di strafalcioni dispensati dagli stessi rappres

Scorie - Protezionismo paternalista sintetico

Capita piuttosto spesso di sentire parlare di "principio di precauzione" come giustificazione per imporre obblighi o divieti. Sarebbe molto meglio se si seguisse il principio di non aggressione, ma, ahimé, il libertarismo non va per la maggiore. Da ultimo il principio di precauzione è stato tirato in ballo dal governo per giustificare un disegno di legge volto a vietare sia la produzione, sia l'importazione e/o commercializzazione di alimenti, bevande o mangimi realizzati a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati. Si tratta per lo più della cosiddetta carne sintetica. Il divieto trarrebbe origine dal fatto che non sia ancora chiaro se questi prodotti possano avere effetti nocivi per la salute. Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare (stendiamo un velo pietoso sul sovranismo alimentare), ha dichiarato che il provvedimento dà " seguito a una richiesta sostenuta da centinaia di comuni, da quasi