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Visualizzazione dei post da settembre, 2021

Scorie - Regola d'oro o di platino, ma sempre qualcuno deve pagare il conto

Non appena varato il programma Next Generation Eu con debito comune europeo per 750 miliardi, in Italia iniziò il coro di quelli che volevano renderlo permanente. Quelli che inneggiano ad Alexander Hamilton credendo che sia politicamente possibile mettere assieme tutti i debiti pubblici pregressi in nome della solidarietà tra europei. Ovviamente mantenendo poi ampia discrezionalità sui provvedimenti di spesa, dato che per questi signori la botte piena e la moglie ubriaca debbono poter coesistere, e se non lo fanno è solo per colpa degli egoismi di tedeschi e olandesi. Ecco, quindi, che Mario Baldassarri enuncia la sua ricetta per uscire dalla palude della stagnazione degli ultimi due decenni, affermando che è urgente "decidere subito due cose: come rendere permanente il Ngeu e come definire nuovi parametri per un nuovo Patto di stabilità." Ed ecco cosa fare: " Il "compito" dell'Unione europea è ora quello di "raddoppiare" il bilancio ordinario, &q

Scorie - La madre e il padre di tutti i mali monetari

Negli ultimi anni il presiudente turco Erdogan ha cambiato i governatori della banca centrale quasi con la stessa frequenza con cui ci si cambia la camicia. Tutti prima o poi si macchiano della colpa di non abbassare a sufficienza i tassi di interesse, che Erdogan considera " la madre e il padre di tutti i mali ". Peggio ancora, qualcuno ha perfino pensato di aumentarli. D'altra parte con un'inflazione dei prezzi al consumo costantemente in doppia cifra, ci si attende che prima o poi un banchiere centrale adotti una seppur timida politica monetaria restrittiva. Ma questo non è gradito dal presidente turco (né dai suoi colleghi meno autoritari in giro per il mondo; i quali, però, evitano per lo più di dirlo così apertamente e di essere così plateali nell'influire sulla politica monetaria). Non è stata una mossa a sorpresa, quindi, la decisione dei giorni scorsi della banca centrale turca di ridurre il tass benchmark di 100 punti base, portandolo al 18% e rendendo i

Scorie - Dittature costituzionali

Ho trovato spunti interessanti in un articolo di Giuseppe Maria Berruti, Commissario Consob ed ex Presidente di sezione della Corte di cassazione, dedicato alle limitazioni alla libertà introdotti dai governi a partire dalla diffusione del Covid e a quanto prevede al riguardo la Costituzione. L'articolo inizia così: " Non esiste nella Costituzione una libertà tanto assoluta da non dover fare i conti con l'inderogabile dovere di solidarietà politica, economica e sociale posto dall'art 3. La solidarietà chiede di dare. E mette un dovere non eludibile a carico del cittadino, giustificando che il patto costituzionale resti patto di vita associata. I cittadini non sono monadi che si mettono insieme e si garantiscono una sorta di regolamento di confini tra le rispettive libertà individuali. Essi danno luogo a una vita collettiva associata. Ogni vita si prende carico dell'esistenza delle altre. Questa è una lettura della Costituzione, me ne rendo conto, certamente opinabi

Scorie - Sicuri che succederà solo in Cina?

In un articolo di commento sulle evoluzioni di criptovalute e fintech, Marco Onado, considerando la attuale regolamentazione (ritenuta carente), scrive, tra le altre cose, che " la battaglia in corso riguarda il controllo dell'informazione e il bilanciamento fra la tutela della privacy e la prevenzione dei fenomeni di uso illecito della finanza. Per questo, la moneta di banche centrali offre livelli di garanzia incomparabilmente più alti rispetto a qualsiasi altro prodotto oggi esistente, a cominciare dagli stablecoin che come recenti, tristi episodi dimostrano spesso offrono tutto tranne che la stabilità. Al contrario, le banche centrali hanno acquisito una tale credibilità in materia di tutela del valore della moneta, ma anche di rispetto della privacy e delle norme contro l'uso illecito del denaro, che in linea di principio offrono la migliore combinazione fra innovazione e rispetto dei princìpi fondamentali ." Che le cosiddette stablecoin non risolvano il problema

Scorie - (Non) ci vuole una legge

Una delle tante ipocrisie del cosiddetto stato di diritto consiste nella presunzione che ognuno debba conoscere le normative vigenti, essendo passibile di sanzione in caso contrario.  Va da sé che si tratta di una cosa impossibile anche per un giurista, il che, nella pratica, porta ognuno a cercare di conoscere quanto meno le norme che impattano maggiormente le attività che svolge in via prevalente. Peraltro, anche con questa limitazione è assai arduo avere una conoscenza esaustiva delle norme di vario livello in vigore. Trovo sempre interessante la lettura degli articoli nei quali c'è chi si prende la briga di quantificare i provvedimenti in vigore, molti dei quali con ogni probabilità inapplicati da decenni, ma formalmente mai abrogati. Per esempio, in un articolo sul Sole 24 Ore del lunedì, Antonello Cherchi scrive che in Italia sono in vigore quasi 110mila leggi e sarebbero ancora validi 33mila regi decreti, 7.200 decreti luogotenenziali, nonché 21 decreti del duce. D'altra

Scorie - La moderna teoria del balsamo di tigre

Warren Mosler, uno dei guru della Modern Money Theory (MMT), è stato intervistato dal Sole 24 Ore; non un trafiletto da due m domande, ma una intera pagina. D'altra parte, che in Italia piaccia l'idea che esista una via alla prosperità fatta di creazione di denaro dal nulla per monetizzare la spesa pubblica non è una novità. E sul giornale di Confindustria si appoggiava a denti stretti la necessità di contenere il deficit quando non c'era alcuna sponda a livello europeo per sostenere il contrario. Ma la sospensione delle norme sulla finanza pubblica inaugurata lo scorso anno con la diffusione del Covid-19 ha risvegliato il keynesismo peninsulare dei cari vecchi anni Settanta. E, a onor del vero, la MMT sta vivendo il suo momento di gloria, dato che è stata praticata ampiamente nell'ultimo biennio, ancorché senza che ciò sia riconosciuto in modo esplicito, quanto meno dalle banche centrali. Le quali devono mantenere l'etichetta formale di indipendenza e devono contin

Scorie - Quale frugalità?

Recentemente il presidente della Repubblica a ripetuto un mantra molto diffuso in Italia: " Da 20 anni l'Italia è in avanzo primario di bilancio; questo è segno di frugalità ." Roberto Sommella, riportando l'affermazione di Mattarella, rincara la dose e aggiunge: " Dal 1995 al 2019 l'Italia ha accumulato un avanzo monstre pari a 762 miliardi di euro, superiore persino alla Germania (627 miliardi) ." Osservando quindi: " Che  poi serva o meno avere questo salvadanaio pieno di risorse senza romperlo mai, in ossequio all'austerità, è un altro discorso ." C'è un problema con questa narrazione dell'Italia frugale perché in avanzo primario: che tale avanzo ha solo evitato che l'accumulazione di debito pubblico viaggiasse a velocità superiore in rapporto al Pil. Se l'Italia ha dovuto registrare avanzi primari superiori agli altri Paesi europei e, nonostante ciò, il suo debito pubblico in rapporto al Pil è ancora oggi (e lo era prim

Scorie - Il classico problema dei liberali classici

Nel quarto di una serie di articoli pubblicati su Il Giornale, Silvio Berlusconi si occupa di giustizia, ribadendo concetti già espressi più volte negli ultimi tre decenni. Berlusconi parla di sacralità della persona come dell'idea che " ogni essere umano sia portatore di diritti assoluti, primo fra i quali quello alla libertà ." Aggiunge poi quello che ritengo essere il principale punto debole del liberalismo classico. " Lo Stato esiste appunto per tutelare la libertà degli individui, e può limitare tale libertà solo quando questa limitazione è indispensabile per tutelare la libertà e i diritti degli altri da una violazione o una prevaricazione. Lo Stato per i liberali è importante, non siamo certo anarchici, ma la principale funzione dello stato liberale è proprio quella di tutelare i diritti delle persone, diritto alla vita, all'incolumità personale, alla proprietà ecc., fermando e punendo chi li mette in pericolo. Lo Stato ha la titolarità dell'uso legitt

Scorie - Non sono ancora tutti pecore (elettriche)

Nonostante il martellamento costante e gli incentivi che arrivano al 30-40% del prezzo d'acquisto, pare che gli italiani non si siano innamorati delle auto elettriche. Anzi, l'entusiasmo pare diminuire all'aumentare della conoscenza del prodotto. Apprendo dall'ANSA che secondo l'Automotive Customer Study di Quintegia " solo 2 automobilisti italiani su 10 ritengono che le auto elettriche porteranno a grandi vantaggi per l'ambiente. La maggioranza si divide invece tra chi pensa che, pur contribuendo a ridurre le emissioni, i veicoli a batteria non avranno un impatto rilevante sull'inquinamento (41%) e chi è convinto che, considerato l'intero ciclo di produzione, le auto elettriche non portino beneficio ecologico (38%) ." Come accennavo, si tratta di una situazione che " sembra andare di pari passo con l'aumento della conoscenza (oggi 3 consumatori su 4 sono informati almeno sulle caratteristiche principali dell'elettrico) e che si tr

Scorie - Essere verdi in bolletta

Come era prevedibile, da ottobre scatterà un nuovo balzo delle bollette elettriche. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ha fornito il preavviso: " Voi sapete che lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, questo trimestre aumenta del 40 ." A seguire, poi, la rassicurazione che il governo " è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie ." Ci sono certamente fattori contingenti dovuti a una forte ripresa della domanda a fronte di un'offerta non ripristinata a livelli pre-Covid, ma il fondamentalismo con il quale i governi (soprattutto) europei stanno prendendo provvedimenti legislativi e regolamentari per accelerare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili non è un pasto gratis. L'altra faccia del gretathunbergismo dominante è un rincaro de

Scorie - Non pagabili, ma qualcuno pagherà

Uno dei cavalli di battaglia di tutti i governo sono i bonus fiscali, ossia crediti di imposta concessi su determinate spese, generalmente connesse alla ristrutturazione di immobili. Negli ultimi anni, in nome del "green", questi bonus si sono spinti fino a superare la spesa sostenuta, ancorché con determinati limiti per tipologia di intervento. Non è un mistero che in Italia vi sia chi vorrebbe perpetuare l'utilizzo dei bonus fiscali fino a farli diventare vera e propria moneta parallela, data la trasferibilità degli stessi. Silvio Gesell proponeva banconote a scadenza per indurre i portatori spendere. I fautori dei bonus fiscali trasferibili propongono qualcosa di simile, dato che questi crediti vano utilizzati in detrazione di imposte entro determinate scadenze. Sta di fatto che si tratta, da un punto di vista sostanziale, di debito pubblico, dato che la spesa pubblica non diminuisce, mentre i bonus determinano un calo di gettito. Interessante, da questo punto di vista

Scorie - Il ponte era effettivamente verso il nulla

La Commissione europea ha dato il via libera al decollo, in tutti i sensi, dell'ennesima reincarnazione di Alitalia, ossia Ita. Al tempo stesso ha condannato Alitalia, in amministrazione straordinaria, a restituire il prestito ponte da 900 milioni, in quanto aiuto di Stato illegittimo. Una mossa tanto formalmente corretta quanto priva di conseguenze pratiche, e a mio parere anche un po' ipocrita, dato che dalla stessa Commissione si osserva che " se il recupero dell'intero importo non può essere realizzato, Alitalia deve cessare definitivamente tutte le sue attività e uscire dal mercato per eliminare completamente la distorsione della concorrenza provocata dall'aiuto illegale ." Cosa che appare inevitabile. Da notare che anche i 400 milioni concessi dallo Stato ad Alitalia nel 2019 potrebbero fare la stessa fine. L'unica certezza è che quei soldi, come ampiamente previsto all'epoca della loro erogazione, non sarebbero mai più stati restituiti, perché b

Scorie - Calcialo ancora Christine

Come di consueto, all'indomani della riunione periodica del Consiglio direttivo della BCE, il Sole 24 Ore affida il commento alle decisioni assunte dalla banca centrale al professor Donato Masciandaro. Masciandaro elenca tre problemi che ha dovuto affrontare la BCE da quanto è presidente Christine Lagarde. "Dall'inizio del suo mandato alla Bce, Christine Lagarde si è progressivamente trovata di fronte a tre questioni macroeconomiche da affrontare. Le prime due questioni si erano in realtà già presentate, ed erano state affrontate, durante il mandato del presidente Draghi. Da un lato, la lunga recessione economica iniziata nel 2008 aveva imposto alla Banca centrale europea di portare i tassi di interesse a breve termine prima allo zero, poi addirittura in territorio negativo. Contemporaneamente, l'eccezionale avversione al rischio aveva danneggiato i mercati finanziari, spingendo la Bce a diventare un operatore primario, sistematico e quotidiano sui mercati obbligaziona

Scorie - La vocazione di Giuseppe

Alle prese con i dissidi interni al M5S, il neo presidente e già avvocato del popolo Giuseppe Conte si è lasciato andare a questo sfogo: " Siccome non ritengo di essere infallibile, e neppure vedo un orizzonte poi così lungo, ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere anche fisicamente a lungo. E quindi faremo in modo che ci sia qualcuno più bravo di me quando sarà il momento ." Interessante notare che per Conte pare più impegnativo presiedere il M5S che il Consiglio dei ministri. Quanto al "bene comune", l'affermazione mi pare ampiamente opinabile, ma tant'è. Conte ha poi voluto precisare: " Volevo accennare al fatto che la politica per me non sarà mai un mestiere, è piuttosto una vocazione ." Verrebbe da dire: sempre meglio rispondere a una vocazione che dover fare un mestiere. E verrebbe da dirlo osservando come in politica non si pu

Scorie - Tassa minima, demenza massima

Periodicamente vengono pubblicati studi condotti da pensatoi, tipicamente sinistrorsi, volti a denunciare il basso carico fiscale di questa o quella società o settore. Si tratta di imprese che operano a livello multinazionale e che realizzano (almeno fiscalmente parlando) fette più o meno consistenti di profitti in Paesi in cui lo Stato ha pretese meno esose di quelli in cui hanno la sede principale. Il pensatoio di turno è Eu Tax Observatory, un laboratorio di ricerca indipendente finanziato dall'Ecole d'economie di Parigi e dalla Commissione europea. Considerando le fonti di finanziamento, ognuno può farsi un'idea della reale indipendenza. A me pare, piuttosto, che vi sia convergenza di opinioni, a priori, tra ricercatori e finanziatori. Nulla di male in generale, se non fosse che la Commissione europea non si occupa di questioni del tutto estranee dalle faccende fiscali, e che la maggior voce in capitolo appartiene ai governi espressione di Stati a fiscalità non leggera.

Scorie - La responsabilità sociale dei numeri

Tra poco più di un mese, a metà ottobre, ITA dovrebbe iniziare a volare. Per ora non è stato ancora raggiunto un accordo tra azienda e sindacati in merito al contratto. ITA vorrebbe un contratto meno oneroso rispetto a quello di Alitalia, mentre i sindacati pare siano arroccati a difesa di numeri che appaiono poco realistici, date le circostanze specifiche e del settore in generale. Secondo i sindacati, è " inaccettabile che un'azienda di proprietà dello Stato agisca con una modalità al limite delle regole e senza alcuna idea di responsabilità sociale, fino a mettere in discussione l'esistenza del contratto nazionale ." A seguire anche la richiesta di cassa integrazione fino al 2025 per chi, tra i dipendenti Alitalia, non avrà un posto in ITA.  Ovviamente tutto quello che lo Stato farà assumendo quella che i sindacati chiamano "responsabilità sociale" sarà a carico dei pagatori di tasse, in totale continuità con quanto avviene da almeno quattro decenni. I nu

Scorie - Tanto rumore (per nulla?)

L'economia comportamentale (e la sua sottocategoria finanziaria) ha avuto ampia diffusione negli ultimi due decenni, da quando Daniel Kahneman, nel 2002, vinse il premio Nobel per l'economia. Il problema principale in questa immissione di componenti di psicologia nell'economia è che tende a trarre conclusioni generalizzate con troppa disinvoltura. Peggio ancora, le indicazioni dei "comportamentalisti" sono non di rado la base per provvedimenti in cui gli Stati impongono comportamenti o li incentivano fortemente, magari altrettanto fortemente disincentivandone altri. La presunta irrazionalità che accompagnerebbe diverse decisioni assunte dagli individui se lasciati totalmente liberi giustificherebbe questi provvedimenti. Il problema è che per considerare irrazionale una scelta sarebbe necessario conoscere la funzione di utilità (per mantenere una definizione mainstream) di ogni individuo in via continuativa. Il che è impossibile, dato che l'utilità è soggettiva

Scorie - Moltiplicazione di pani e pesci sul lago di Como

Ospite del Forum European House Ambrosetti di Cernobbio, Joseph Stiglitz ha risposto ad alcune domande sulla finanza pubblica. La sintesi, che in Italia piace tanto, è che " nel rapporto tra debito e Pil bisogna aumentare il denominatore e non ridurre il numeratore ." Musica per le orecchi di coloro che si riempiono la bocca di moltiplicatori stellari; se lo sostiene un premio Nobel, sarà davvero così. Secondo Stiglitz, che lo dice riferendosi agli Stati Uniti ma poi estende il concetto anche all'Italia, " il ritorno previsto sugli investimenti pubblici è alto. Certo: dev'esserci una valida gestione di debito e interventi programmati. Se gli investimenti su infrastrutture, ricerca o educazione sono amministrati bene il Pil sale. E il rapporto con il debito cala. Il rialzo del debito pubblico si gestisce con la crescita ." Come è noto, il diavolo si nasconde nei particolari, e qui ce ne sono almeno due. In primo luogo, il "ritorno previsto" è, per l

Scorie - Cosa non si farebbe per la prosperità condivisa

Non da oggi il presidente plenipotenziario cinese Xi Jinping ha impresso una svolta restauratrice nel grande Paese asiatico. Se dai tempi di Deng Xiaoping c'era stata una progressiva apertura alla possibilità di avviare e sviluppare imprese e anche di arricchirsi per i privati, ora la musica è cambiata. Ben inteso: il regime è sempre rimasto liberticida, ma molte attività di impresa sono nate e cresciute negli ultimi quattro decenni, e questo ha finito per generare in quietudine nel capo attuale, che ha impresso una svolta autarchica al Paese. Probabilmente temendo anche che le crescenti disuguaglianze, in un contesto di welfare state quasi inesistente, potesse rendere meno mansueti quei circa due terzi di cinesi che ancora non se la passano benissimo. Fatto sta che coloro che sono diventati miliardari in dollari e magari hanno avuto l'ardore di quotare le loro aziende negli Stati Uniti, hanno iniziato a essere "attenzionati" dallo Stato che, in Cina più che altrove,

Scorie - Sempre più (al) verde

Nel mese di agosto le immatricolazioni di automobili sono state il 27,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2020. Ovviamente i fattori che hanno inciso su questo dato sono diversi. Certamente c'è un effetto base, dato dal fatto che nel 2020 il terzo trimestre in generale è stato quello del forte rimbalzo dopo il lockdown. Va poi considerato che le carenze id alcuni componenti stano rallentando la produzione e, di conseguenza, le consegne. Ma un aspetto non secondario è rappresentato dalla droga degli incentivi, che era copiosa in agosto 2020, mentre quest'anno è andata esaurendosi. Ecco quindi che Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia (filiera automotive), ritiene " fondamentale accogliere in tempi rapidi la richiesta di estendere le tempistiche entro le quali i venditori sono tenuti a confermare l'operazione di vendita dei veicoli incentivati, così come quella di rifinanziare il fondo per l'acquisto di autovetture con emissioni di CO2 da 0 a 60 g/km ."

Scorie - Ciò che si vede, ciò che non si vuole vedere

Come è noto, in Italia è definito "equo compenso" non già quello derivante da un accordo volontario tra le parti, bensì quello che non sia inferiore a un limite minimo fissato, possibilmente per legge, su indicazione degli ordini professionali. Quando l'offerta supera la domanda, il prezzo di un determinato bene o servizio tende a diminuire se vi è qualche barlume di mercato. Questa è, di fatto, la situazione di diverse categorie professionali in Italia. In un articolo a firma di Andrea Dili sul Sole 24 Ore, mi è capitato di leggere, tra le altre cose: " Il dibattito sull'equo compenso nasce e si sviluppa partendo dalla constatazione che questi lavoratori, nonostante rappresentino la parte più scolarizzata e "formata" del Paese, facciano fatica a vedersi riconoscere una remunerazione proporzionata alla qualità e alla quantità della prestazione resa. Tale diritto, peraltro, viene spesso eluso sia da una Pubblica amministrazione che, complice la penuria d

Scorie - L'inflazione non è come il colesterolo

In un articolo in cui dà conto della enorme mole di debito in circolazione, pari a tre quarti del Pil globale, Vito Lops scrive, tra le altre cose, che " l'inflazione è come il colesterolo. C'è quella buona (da domanda) e quella cattiva (da offerta). Questo lineare schema di pensiero – che da tempo aiuta gli economisti a filtrare i dati sui prezzi dei beni e servizi – è diventato più complesso nell'era Covid. La pandemia con i primi lockdown ha mandato KO tanto la domanda quanto l'offerta, creando uno scenario paragonabile a una guerra mondiale. In seguito le riaperture a macchia di leopardo hanno creato un forte disallineamento tra domanda (tornata tonica) e offerta, messa al palo dalla mancanza di scorte in magazzino e da problemi logistici e di produzione legati allo sviluppo di nuovi focolai e varianti del virus. Sono questi enormi colli di bottiglia creatisi in alcuni settori chiave (come quello dei chip, da cui dipende non solo la produzione di computer e sma