Post

Visualizzazione dei post da 2023

Scorie - L'europa non ha bisogno di seguire USA e CIna

Commentando sul Sole 24 Ore le bozze del nuovo Patto di stabilità europeo, Adriana Cerretelli conclude che l'ipotesi di compromesso " è il prezzo da pagare a un'Europa che, a più di 20 anni dalla nascita dell'euro, continua a convivere nell'immarcescibile sfiducia reciproca, nell'avversione al rischio-partnership che pure contraddice la ragione sociale alla base della sua costituzione ." Difficilmente potrebbe essere altrimenti, dato che interdipendenza e competizione sono i due ingredienti delle interazioni comunitarie tra gli Stati membri dell'Unione. E data l'esperienza storica, non è difficile capire il perché ci sia sfiducia reciproca. Come è noto, da un lato ci sono gli Stati meno indebitati che non vogliono rischiare di doversi fare carico delle conseguenze delle finanze scassate di altri membri; dall'altra ci sono quelli che vorrebbero considerare "investimenti" da non conteggiare nel deficit un numero crescente di voci di spe

Scorie - Pensano solo a spendere di più

Chiunque abbia un minimo di buon senso e una percezione decente della realtà è consapevole che il bilancio della Repubblica italiana è in condizioni pietose da quattro decenni. Eppure la grande illusione di poter continuare a calciare avanti il barattolo, vedendo nel deficit di bilancio la via alla prosperità, resta prevalente a sud delle Alpi. Chi chiede il voto continua a promettere benessere senza sacrifici (con variazioni di forma ma non di sostanza tra destra e sinistra); chi ancora va a votare lo fa credendo che ciò sia possibile, oppure che sia possibile ottenere benefici per se stessi e i propri gruppi di interessi a spese degli altri. Dopo diversi mesi di trattative sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, è emblematica la dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il Fratello d'Italia Giovanbattista Fazzolari, secondo il quale ci sono " 35 miliardi in più da spendere con il nuovo Patto ". Senza entrare nel merito dei calcoli di Fa

Scorie - A proposito di schiavi di economisti defunti

Come è noto, tra la comunità di economisti italiani il culto di Keynes non ha mai conosciuto un calo di adepti da circa un secolo a questa parte. Francesco Saraceno, keynesiano doc, ha appena scritto un saggio per dimostrare che l'inflazione sia sempre un fenomeno monetario. A suo parere, i banchieri centrali sono troppo influenzati dal pensiero di Milton Friedman. Il tutto secondo quanto scrisse Keynes in chiusura della sua Teoria Generale, ossia che gli uomini pratici sono schiavi di un economista defunto. Secondo Saraceno l'inflazione non sarebbe quasi mai stato un fenomeno monetario, bensì conseguenza di " squilibri settoriali " dovuti a varie cause. E, per uscirne, sarebbe necessario coordinare la politica monetaria con quella fiscale, industriale, dei redditi (e chi più ne ha più ne metta), facendo un continuo fine tuning e guidando l'economia conciliando la stabilità economica con la transizione ecologica (che oggi non può mancare in nessun ricettario). Qua

Scorie - Estorsione, non condivisione

Intervenendo a un convegno in tema di rapporto tra Chiesa e cultura d'impresa, il cardinale Mauro Gambetti ha affermato, tra le altre cose: " Le tasse, che devono essere giuste ed eque, devono essere pagate, è una forma di condivisione della ricchezza. Il patto fiscale è il cuore del patto sociale ." Gambetti non ha certo detto nulla di nuovo, ma in una sola frase ci sono diverse cose non condivisibili. In primo luogo, come si fa a stabilire quando le tasse sono eque e giuste? Pare evidente che si tratti di concetti soggettivi, anche per chi non individui nella tassazione una violazione del principio di non aggressione, ossia qualcosa di inevitabilmente iniquo e ingiusto. Secondo Gambetti le tasse sono una forma di condivisione della ricchezza. Indubbiamente una parte più o meno consistente della ricchezza del pagatore di tasse è condivisa, volente o nolente, con i beneficiari della redistribuzione. Ma non c'è alcuna volontarietà in questa condivisione. Anche chi, per

Scorie - Si scrive capacità fiscale europea, si legge aumento delle tasse

Coloro che sostengono la necessità di passare dall'Unione europea agli Stati Uniti d'Europa parlano spesso dei benefici che si otterrebbero creando una "capacità fiscale europea" in grado di fornire "beni pubblici europei". Questi ultimi dovrebbero intendersi come integrativi di quelli nazionali, mentre la prima sarebbe aggiuntiva rispetto a quelle azionali, non essendo mai speficicato il loro carattere sostitutivo. Sicché, in ultima analisi, il costo sarebbe sempre a carico della stessa base attuale di pagatori di tasse. Capita però di leggere affermazioni dalle quali sembrerebbe che ciò che non si può fare a livello nazionale, per mancanza di "spazio fiscale", lo si possa fare a livello comunitario. Sergio Fabbrini, per esempio, osserva quasi sconsolato che " la creazione di una capacità fiscale europea con cui affrontare le spese per le guerre e con cui sostenere le imprese nella transizione ambientale non fa parte della discussione sulla r

Scorie - Transizione (al) verde

In un mercato veramente libero ogni scambio avviene su base volontaria. Ne consegue che ogni impresa realizza profitti se è capace di anticipare la domanda dei consumatori e di soddisfarla meglio dei concorrenti, sostenendo costi di produzione e commercializzazione inferiori ai ricavi. Sembrerebbe semplice, ma in realtà non lo è, come testimonia il gran numero di imprese che falliscono dopo pochi anni dalla loro costituzione o che, dopo essere state a lungo profittevoli, non riescono più a soddisfare meglio dei concorrenti la domanda dei consumatori. Nella realtà di tutti i giorni i mercati non sono mai veramente liberi, quindi la bravura nello sfruttare la legislazione o addirittura la capacità di influenzare a proprio vantaggio il processo legislativo sono fattori spesso molto rilevanti nel determinare la profittabilità di un'impresa. La transizione green è un esempio lampante di tutto ciò, perché è innegabile che obblighi, divieti e incentivi definiti per via legislativa generin

Scorie - Elezioni in vista, politica monetaria lassista

Lo scorso 13 dicembre, in occasione dell'ultima riunione del 2023 del Federal Open Market Committee, la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse (come da attese), ma ha lasciato intendere che nel corso del 2024 inizierà ad abbassarli. Il tutto pur non prevedendo una recessione per l'anno prossimo, e con prezzi al consumo le cui variazioni non sono ancora entro il target, soprattutto nella componente "core". Ciò nonostante la politica monetaria appare oggi, secondo Powell, " in territorio ben restrittivo ", con enfasi maggiore rispetto a poche settimane fa, nonostante le condizioni finanziarie fossero allora oggettivamente più restrittive di oggi. Al tempo stesso, la Fed non ritiene più necessario, per la riduzione dell'inflazione, " un periodo di crescita sotto il potenziale e qualche indebolimento del mercato del lavoro " (eufemismi per non dire "recessione" e "aumento della disoccupazione"). Addirittura l

Scorie - Meccanismo Europeo di Stupidità

Tra i motivi addotti da Giorgia Meloni per continuare a calciare in avanti la ratifica del trattato di modifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) c'è anche quello espresso nella seguente dichiarazione: " Forse bisogna interrogarsi sul perché, in un momento in cui tutti facciamo i salti mortali per reperire risorse, nessuno vuole attivarlo ." Si può pensare quello che si vuole del MES, che peraltro esiste da oltre un decennio a condizioni di utilizzo che le modifiche in attesa di ratifica non peggiorerebbero, ma l'argomento usato da Meloni è più ridicolo di quelli usati da chi, all'attuale opposizione, per anni non ha spinto per ratificare il nuovo MES per non urtare i compagni di maggioranza pro tempore. E' abbastanza chiaro che in condizioni di accesso al mercato "normali" non ha senso chiedere un finanziamento al MES. Nel caso dei Paesi con i bilanci pubblici meno scassati, tra l'altro, il costo del ricorso al mercato è inferiore a quel

Scorie - Ignoranza e pregiudizio (di Krugman)

Paul Krugman è stupito del fatto che i sondaggi rivelino che " gli americani hanno un'opinione molto negativa dell'economia e dell'amministrazione Biden ".  Come mai gli americani sono insoddisfatti e pessimisti quando la disoccupazione è ai minimi, il Pil cresce bene e l'inflazione dei prezzi al consumo sta diminuendo? Krugman non riesce a spiegarselo, quindi conclude che l'opinione degli americani sia frutto di un pregiudizio politico e (ovviamente) di ignoranza. Ma i conti non tornano, perché a essere pessimisti non sono solo i repubblicani trumpiani, ma anche una parte di democratici, stando all'incrocio tra sondaggi sul sentiment economico e quelli sulle intenzioni di voto. Basterebbe dare uno sguardo un po' meno macro ai numeri per rendersi conto che gli americani, soprattutto quelli non abbienti, consumano buona parte del loro reddito per comprare beni alimentari e di prima necessità i cui prezzi sono aumentati ben più della media degli indi

Scorie - L'auto come servizio (voluto da chi?)

Quando una persona subisce gongelamenti, per esempio alle mani, può essere inevitabile amputare alcune falangi a causa della irrecuperabilità dovuta a necrosi. In quei casi i chirurghi amputano il minimo indispensabile. Se amputare una falange è sufficiente, nessuno amputerebbe tutto il braccio. Questo, però, è quello che vorrebbero fare i talebani della lotta al cambiamento climatico quando rivolgono il loro sguardo al settore auto. Perché la completa elettrificazione del parco auto avrebbe un impatto del tutto insignificante nel contenimento del riscaldamento globale, al tempo stesso avendo effetti collaterali (non si sa quanto indesiderati) molto negativi su milioni di persone.  Una parte delle quali resterebbe disoccupata, non perché una nuova tecnologia e un prodotto superiore decreta la fine dei prodotti alla cui manifattura costoro lavoravano, bensì perché tale cambiamento è imposto politicamente. Altri resterebbero a piedi, perché non sarebbero in grado di permettersi l'acq

Scorie - Politica monetaria espansiva, produttività e tortura dei dati

Uno degli effetti della politica monetaria espansiva è quello di far apparire ex ante profittevoli degli investimenti che altrimenti non lo sarebbero e che finiranno per essere fallimentari quando l'espansione terminerà. Si tratta di quelli che Ludwig von Mises definiva "malinvestimenti". Quello che l'esperienza giapponese ha insegnato a partire dagli anni Novanta (che Europa e Stati Uniti hanno sperimentato circa due decenni dopo) è che l'uso di politiche monetarie ultraespansive per contrastare gli effetti dello scoppio di una bolla generata da precedenti politiche monetarie espansive favorisce il mantenimento in vita di aziende che non riuscirebbero a rimanere solvibili in assenza di tassi di interesse compressi al ribasso. Aziende che, però, non possono far altro che sopravvivere, senza svilupparsi e senza essere profittevoli. In quanto tali, definite zombie. In definitiva, la politica monetaria espansiva determina una errata allocazione di risorse, a tutto de

Scorie - La dittatura dei 30 all'ora, mica del mezzo privato

Secondo Roberto Morassut, che fa parte della segreteria nazionale del PD e si occupa di Infrastrutture Aree Urbane e periferie, il governo in carica favorisce la " dittatura del mezzo privato " a tutto detrimento del " diritto alla mobilità ". Si noti che non esiste alcuna dittatura, nel senso che non c'è nessun obbligo imposto autoritariamente di usare il mezzo privato, né è leso alcun diritto alla mobilità. Se poi si intende che la mobilità debba in tutto o in parte essere a spese altrui, allora non mi pare debba essere un diritto. Addirittura il nuovo codice della strada aumenterebbe i limiti di velocità, " in onore al falso mito della rapidità, confusa come efficienza ". Si noti che quasi ovunque i limiti di velocità sono inferiori a quelli in essere quando i sistemi frenanti delle automobili non erano neppure lontanamente paragonabili a quelli odierni. Ma tant'è, evidentemente per Morassut sono troppo elevati. Il trasporto pubblico, soprattutt

Scorie - Steve Jobs non inventò auto elettriche

Ormai non passa giorno senza un numero di articoli mai inferiore a tre scritto su Bloomberg Opinion da parte di uno dei membri della squadra degli ambientalisti da tastiera. Per esempio Chris Bryant sembra stupirsi dal rallentamento negli investimenti nella produzione di auto elettriche e relative batterie da parte delle principali case automobilistiche. Le quali, tra l'altro, sono comunque dipendenti da sussidi statali (ossia a carico dei pagatori di tasse presenti e/o futuri). Ma anche questi sussidi, evidentemente, non bastano, dato che la domanda da parte dei consumatori langue. Quindi i piani per investimenti da centinaia di miliardi stanno (mestamente) ridimensionandosi. Osserva Bryant: " A parte i primi entusiasti acquirenti, i consumatori non sono ancora persuasi di passare all'elettrico a causa delle persistenti preoccupazioni riguardo ai costi, tempi di ricarica, alti premi assicurativi e bassi valori residui ." Secondo Bryant si tratta di problemi risolvibi

Scorie - E-comunisti

La recente affermazione di Geert Wilders a discapito (anche) di Frans Timmermans alle elezioni politiche olandesi ha allarmato ambientalisti talebani e sinistrorsi (profili che spesso coincidono nello stesso individuo) di ogni dove, in quanto pericolo per la lotta al cambiamento climatico e per la democrazia. In effetti i provvedimenti voluti dagli ambientalisti talebani hanno l'effetto, non di rado, di rendere economicamente inaccessibili molti beni e servizi alle fasce di popolazione meno abbiente, il che genera malcontento tra costoro, che poi votano per chi non è ambientalista talebano. E allora chi di mestiere scrive su queste materie invocando la cessazione di utilizzo di fonti fossili domani mattina (con buona pace, oltre tutto, della realizzabilità di tali iniziative) arriva a suggerire di affrontare il problema con una ricetta non proprio innovativa, ma che va sempre bene: (tar)tassare i ricchi. Su Bloomberg Opinion, Lara Williams suggerisce di seguire la proposta dell'

Scorie - La gente non capisce (?)

La quantità di articoli dedicati al cambiamento climatico su Bloomberg Opinion è pari ad almeno 2 al giorno, perssoché uguali a se stessi. Il tutto con uno schema collaudato: il mondo sta per andare in ebollizione, gran parte per colpa dell'attività degli esseri umani, quindi occorre smettere da subito di usare combustibili fossili, allevare bestiame, mangiare carne, ecc... Peccato che un numero ancora troppo elevato di persone non se ne preoccupi o sia dichiaratamente di idea contraria, in gran parte per colpa di politici di destra, a cominciare dai Repubblicani statunitensi. Mentre in alcuni casi si ivoca il mero uso di obblighi, divieti e tassazione per "convertire" tutti quanti alla giusta causa, in altri si opta per un meno violento utilizzo del cambiamento culturale (probabilmente con un'idea di conquista dell'egemonia di tipo gramsciano). Scrive, per esempio, Lara Williams: " Dato che la transizione richiede più denaro e decisioni politiche difficili,

Scorie - Fu vero oltraggio?

Dopo aver sostenuto la necessità di imporre per legge un tetto massimo ai tassi di interesse sulle carte di credito, Erin Lowry è andata alla carica delle commissioni percepite dai broker immobiliari a New York. A suo dire non solo sono troppo alte, ma sono a carico degli affittuari invece che dei priprietari degli immobili, nonostante siano questi ultimi a dare l'incarico al broker. Anche in questo caso, Lowry la risolverebbe mediante la legislazione, per porre rimedio " al vero oltraggio del settore immobiliare " di New York. Per quanto a suo parere oltraggioso, se queste commissioni sono accettate da chi cerca casa, significa che la domanda eccede l'offerta. In caso contrario, molti appartamenti rimarrebbero sfitti, costringendo i proprietari ad abbassare i canoni richiesti e i broker a ridurre le commissioni. Lowry dovrebbe quindi chiedersi se l'offerta possa essere aumentata e, qualora lo fosse, chiedersi se a limitare l'offerta siano le scelte dei propri

Scorie - 18, 15 o zero?

In ogni proposta per imporre limiti minimi o massimi al prezzo di beni o servizi, il proponente si appella alla benevolenza verso le persone economicamente in difficoltà, sostenendo che il sacrificio imposto agli offerenti tali beni o servizi consentirebbe agli stessi di ottenere comunqu erisultati economici adeguati o "giusti". Da ultimo, Erin Lowry si preoccupa dalle colonne di Bloomberg Opinion dei debiti che molti consumatori americani stanno accumulando sulle loro carte di credito. Debiti destinati ad aumentare tra Ringraziamento e periodo natalizio alle porte. Ciò che Lowry ritiene inaccettabile sono i tassi di interesse praticati su queste carte, che talvolta superano il tasso annuo del 30%.  " Disturba il fatto che si consenta alle banche di avvantaggiarsi nei confronti di persone in condizioni finanziarie vulnerabili ." Né le sembra accettabile osservare che " stanno semplicemente comprando più di quanto possono permettersi ". Quindi porre un tett

Scorie - Le (non) colpe del mercato

Uno dei temi principali della campagna elettorale per le elezioni anticipate in Olanda è stato il rialzo dei prezzi degli immobili registratosi negli ultimi anni. Rialzo che ha reso più problematico l'acquisto (o anche l'affitto) di una casa per un numero crescente di olandesi.  E chi è responsabile di tutto questo? Guarda caso, il mercato. Secondo Marjia Elsinga, docente di Housing Institutions e Governance alla Facoltà di Architettura dell'Università tecnica di Delft, c'è da anni " una penuria di case ", che origina " dalla finanziarizzazione del mercato immobiliare. L'Olanda era un Paese con politiche abitative attente alla qualità e alla sostenibilità dei costi delle case, ma dagli anni 90 si è affermata l'idea che non bisognasse disturbare il mercato. Si è pertanto creato lentamente quel fenomeno che vediamo in tutta Europa: più finanziamenti, mutui più alti, prezzi che salgono più dei redditi ." E suppongo che sia colpa del mercato anch

Scorie - Fuori strada con l'elettrico

Tra coloro che scrivono di transizione verso l'elettrico nel settore auto, l'attuale contesto è visto da punti di vista diametralmente opposti. Per chi non ha il paraocchi e un atteggiamento pregiudizialmente favorevole all'elettrificazione forzata, costi quel che costi, è evidente che la domanda da parte di chi compra automobili non sia sufficiente a giustificare la transizione accelerata.  La tecnologia disponibile non consente, infatti, di consegnare al compratore un prodotto competitivo in termini di prezzo, autonomia, tempi di ricarica e durata utile della vettura. Togliendo le code della distribuzione - ossia quelli che si sentono Greta Thunberg e passerebbero all'elettrico a prescindere (solitamente hanno anche il budget per farlo) e quelli che non sopportano l'idea di guidare un elettrodomestico con le ruote, anche se costasse poco (disclaimer: sono tra costoro) - l'automobilista mediano ne fa una questione di convenienza relativa. E questo rende ancora

Scorie - Per Milei il difficile viene adesso

Al ballottaggio del 19 novembre per l'elezione del nuovo presidente dell'Argentina ha vinto Javier Milei, deludendo le speranze di tutti coloro che fin dall'inizio lo hanno bollato come inadeguato e finanche pericoloso.  Il tutto nonostante l'alternativa, il ministro dell'Economia uscente Sergio Massa, abbia dato (l'ennesima) prova sul campo di quanto disastrose siano le politiche ultrastataliste del peronismo argentino. Va da sé che per coloro che con il peronismo hanno ottenuto piccoli o grandi benefici parassitari, peraltro con contropartita di debito o monetizzazione, sperassero di poter continuare a calciare avanti il barattolo, forse nell'illusione che fosse possibile sostituire la dipendenza dai prestiti del Fondo Monetario Internazionale con quelli della Cina e che questa fosse un creditore più "morbido" del FMI. Il che è del tutto inverosimile. Riconoscendo la sconfitta, Massa ha subito detto che toccherà a Milei, ancor prima del suo insed

Scorie - Il grande imbroglio

L'ultima fatica letteraria di Mariana Mazzucato si intitola "Il grande imbroglio". Il libro, scritto assieme a Rosie Collington, si (pre)occupa del ruolo delle società di consulenza, il cui peso nelle decisioni di aziende e istituzioni è andato crescendo nel tempo. indebolendo i loro stessi clienti. Secondo le autrici, le consulenze " indeboliscono le imprese, infantilizzano il settore pubblico e distorcono l'economia ". Chi si rivolge alle società di consulenza, in pratica, finisce per esternalizzare attività che dovrebbe fare internamente, indebolendosi e divenendo più insicuro. Di fatto, le consulenze creerebbero dipendenza nei clienti. In sostanza, i consulenti " vengono assoldati perché possono fornire una legittimazione alle decisioni del manager ", m aa lungo andare ciò provoca una perdita di competenze interne, quindi ulteriore necessità di consulenze. Quindi dipendenza dalla consulenza. E qui poi le autrici mettono in evidenza i conflitti

Scorie - Meno male che c'è l'avidità

Come è noto, il tema dei cambiamenti climatici è oggetto di prese di posizione spesso molto drastiche. Alcuni negano che ci siano problemi e che l'attività umana non sia neppure minimamente causa di tali cambiamenti. Altri, al contrario, ritengono che l'uomo sia il principale responsabile e avanzano proposte (che vorrebbero imporre senza apparentemente preoccuparsi delle conseguenze) draconiane per tentare di evitare catastrofi negli anni a venire (alcune delle quali, peraltro, avrebbero già dovuto esserci ma non ci sono state). Va da sé che, per questi ultimi, ogni catastrofe naturale sia riconducibile all'azione umana. Nel mezzo una vastità di persone che non nega l'esistenza del fenomeno, ma ha qualche certezza in meno sulle cause e sul da farsi, pensando anche alle conseguenze dei provvedimenti draconiani proposti dai talebani dell'ambientalismo. I quali, non di rado, non sarebbero tra coloro che si troverebbero a subire tali conseguenze. Per esempio, per chi pu

Scorie - Nessun aiuto allo Stato è gratis

Alcuni ministri del governo Meloni sono da tempo impegnati a fare i "piazzisti" del debito pubblico nazionale. Paradossalmente il più pudico in tale esercizio è il titolare dell'Economia, Goancarlo Giorgetti. Nei giorni scorsi, per esempio, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha invitato le assicurazioni italiane, in occasione dell'Insurance Summit 2023 oraganizzato dal Sole 24 Ore, ad aumentare la (già non trascurabile) allocazione dei portafogli delle polizze vita in BTP e simili. " Il sostegno del sistema assicurativo al debito pubblico in Italia è più importante di quanto accada in altri Paesi e lo sarà ancora di più nei prossimi due anni... Invito il sistema assicurativo a continuare a fare, e se è possibile a incrementare, la loro azione ." I capi azienda delle principali compagnie italiane, presenti all'evento, hanno risposto, più o meno all'unisono, che vorrebbero, ma non possono, perché le norme vigenti impongono che il

Scorie - Né alleato, né socio

Intervenendo a diversi eventi di associazioni inmprenditoriali, Giorgia Meloni ha detto che lo Stato " non deve essere un ostacolo per chi ogni giorno si rimbocca le maniche, ma un alleato per chi vuole produrre e investire, questo è quello che facciamo nel nostro lavoro quotidiano ". Ha inoltre sostenuto che tra cittadini e fisco debba esserci " un nuovo rapporto " in cui "si fidino l'uno dell'altro" in un'ottica " di collaborazione e non di contrapposizione " perché " Stato e cittadini siano esattamente come un'azienda: più lavorano bene insieme, più saranno in grado di produrre ricchezza ." Tanta carne al fuoco per me, direi. A mio parere lo Stato certamente non dovrebbe essere un ostacolo, ma neppure un alleato. Semplicemente non dovrebbe essere nulla. Essendo ciò irrealistico in un orizzonte prevedibile, quanto meno limiti il più possibile la propria azione (per esempio: imposizione di obblighi, divieti, spesa e tas

Scorie - Quel cartello non fa nessun miracolo

Mentre il Tar del Lazio accoglieva il ricorso dei sindacati dei benzinai stoppando il provvedimento che ha imposto l'esposizione di un cartello indicante il prezzo medio regionale dei carburanti, i l ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha voluto ribadire l'efficacia dell'obbligo. " La norma sull'esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti ha ampiamente dimostrato la sua efficacia, nonostante le turbolenze geopolitiche, come dimostrato dalla continua e progressiva discesa dei prezzi che si protrae da oltre un mese. Oggi i prezzi si attestano a 1,827 euro al litro per il gasolio e a 1,838 euro al litro per la benzina. Valutazioni in calo di circa 10 cent al litro rispetto a quelle del 10 ottobre scorso. In questi mesi, in Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio è stato inferiore a quello degli altri grandi Paesi europei ." In realtà il prezzo è sceso in linea con il prezzo internazionale di gasolio e benzina, tenuto conto

Scorie - Mentre loro approfondiscono, il conto vola

Da quasi 50 anni, i pagatori di tasse italiani vedonoi aumentare il conto a loro carico alla voce "Alitalia" (a prescindere dalle denominazioni assunte nelle sue diverse reincarnazioni). Il conto aggiornato da Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore arriva a 16 miliardi di euro.  Quando, con un costoso ritardo di decenni, finalmente lo Stato è arrivato a concludere una trattativa per la cessione della compagnia aerea, unico modo per avere una speranza non velleitaria di fermare il contatore delle perdite a carico dei pagatori di tasse, il banco rischia di saltare a causa del mancato via libera da parte della Commissione europea a Lufthansa per entrare nel capitale di Ita Airways. La Commissione la sta mandando per le lunghe per "approfondite" valutazioni antitrust; secondo alcuni ciò sarebbe il riflesso di dissidi neppure troppo sotterranei tra Francia e Germania. Non so se sia così, sta di fatto che in primavera del 2024 Ita potrebbe avere nuova necessità di denaro, che in

Scorie - Tutti profittevoli con l'ESG?

In un articolo sul Sole 24 ore del lunedì, il notaio Angelo Busani commenta dei recenti orientamenti del Comitato notarile del Triveneto, che precisano che le clausole ESG possono essere inserite anche nello statuto di società a scopo di lucro e non solo in società benefit. Tutto sensato, partendo dal presupposto che, in qualunque società, l'assemblea dovrebbe essere libera di inserire nello statuto tutte le previsioni che non siano in contrastro con il principio di non aggressione. Ciò premesso, Busani chiude con una considerazione certamente "alla moda" di questi tempi, ma che può al più essere un'opinione personale e non una certezza. A suo dire, infatti, " per effetto delle clausole di sostenibilità i diversi interessi coinvolti nell'esercizio dell'attività di impresa finiscono per connotare le modalità di svolgimento dell'azione imprenditoriale, generando un circolo virtuoso che, tramite il bilanciamento dell'interesse dei soci alla massimizz

Scorie - Concordato preventivo fiscale: una proposta che non si può rifiutare (?)

Uno dei cavalli di battaglia fiscali del governo Meloni è il concordato preventivo tra Amministrazione finanziaria e pagatori di tasse (ovviamente non è rivolto a chi è soggetto a ritenute operate da sostituti d'imposta). In sostanza, il fisco, forte della enorme mole di dati a sua disposizione, avanzerà una proposta al cosiddetto contribuente per una definizione anticipata dei redditi imponibili, e quindi del conto fiscale da pagare, per i successivi due anni. L'accettazione da parte del destinatario della proposta non è obbligatoria, ma ciò comporterebbe l'inserimento nella lista prioritaria dei soggetti da sottoporre a controlli, con tutto quello che ciò comporta in termini di tempo, denaro speso per "difendersi" ed eventuale conto finale da pagare. Ovviamente se il destinatario della proposta può contare su redditi stabilmente e significativamente al di sopra di quanto storicamente dichiarato e anche di quanto quantificato dall'Amministrazione finanziaria,

Scorie - Il Super GF fiscale europeo sta arrivando

Mentre una certa quantità di persone continua, anno dopo anno, a guardare dal buco della serratura televisivo persone più o meno (ig)note nelle edizioni del Grande Fratello, il 24 ottobre è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea la direttiva 2023/2226, la cui entrata in vigore è fissata al 13 novembre. La direttiva, la cui esistenza suppongo sia ignorata dalla gran parte dei cittadini europei, aggiorna e amplia il perimetro di quella che viene definita "cooperazione amministrativa" tra gli Stati Ue. La cooperazione amministrativa riguarda lo scambio di informazioni su proprietà mobiliari e immobiliari (saldi e movimentazioni) di ogni cittadino europeo. Ebbene, dal 2026 sarà costituito un unico database centralizzato che sarà alimentato dalle amministrazioni fiscali di tutti gli Sati membri, i quali, a loro volta, ricevono le informazioni dagli intermediari finanziari. Sarà inoltre esteso il perimetro di attività oggetto di segnalazione, comprendendo

Scorie - Mi chiamo Joe, rompo finestre

Nel magistrale saggio del 1850 "Ciò che si vede, ciò che non si vede", Frederic Bastiat espone la fallacia della finestra rotta.  Se un vandalo rompe il vetro di una finestra, la riparazione darà lavoro al vetraio, che così incasserà un compenso e potrà, tramite i suoi consumi, generare reddito per altri. Questo è ciò che si vede. Ciò che non si vede, però, è ciò che il proprietario della finestra non può fare (anche generando redditi per altri) con il denaro necessario a riparare la finestra. Riparazione che, per l'appunto, lo costringe a spendere denaro senza incrementare la sua ricchezza o i suoi consumi. Quasi un secolo più tardi, Henry Hazlitt inserirà la fallacia della finestra rotta nel suo "Economics in One Lesson". Nel 2023, dopo 173 anni, ancora capita con una certa frequenza di imbattersi nella fallacia della finestra rotta. Per esempio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha recentemente sostenuto che sia vantaggioso inviare aiuti militari per

Scorie - Transizioni irrealistiche e senza senso

Nel dibattito su come affrontare il cambiamento climatico, spesso ci si imbatte in posizioni di chi vorrebbe tutto e subito. A parte il fatto che, come spesso accade, viene definito "giusto" o "equo" ciò che il sostenitore del tutto e subito ritiene essere tale, i metodi per arrivare al risultato comporterebbero inevitabilmente forti compressioni della libertà individuale. Per di più, si tratta spesso di un approccio totalmente irrealistico. Si prenda, per esempio, la posizione di Serena Giacomin, presidente dell'Italian Climate Network. La quale esordisce con questa affermazione: " L'umanità ha bisogno di un'economia sostenibile ." Che, di per sé, è autoevidente e, credo, condivisa pressoché all'unanimità. Ma come arrivare all'obiettivo? Qui sorgono le (mie) perplessità. Giacomin ricorda che " dall'Accordo di Parigi del 2015 si è rafforzata l'importanza della transizione equa nei dibattiti internazionali sul clima, sottoli

Scorie - Sembra un governo "dde sinistra"

Ho osservato più volte che il sistema pensionistico pubblico (non solo in Italia) è strutturato come uno schema Ponzi, dato che i contributi versati sono utilizzati per pagare le pensioni correnti. Il che rende il sistema esposto sostanzialmente a due rischi: scarsa crescita economica e demografica. L'Itala è da tempo in stagnazione economica e ha imboccato la via della decrescita demografica. Il che significa, per chi vuole guardare oltre all'immediato, che il sistema è destinato a implodere. Già oggi, peraltro, i soli contributi non bastano a sostenere gli otre 320 miliardi annui di spesa, destinati ad aumentare. Molti incorrono anche nell'errore di ritenere che con il passaggio al sistema contributivo (la transizione è in corso da ormai 3 decenni e non è ancora completata) il problema sarà risolto. Tutt'altro. Ciò che conta è che rimane un sistema a ripartizione: Ossia, come accennato, un sistema in cui i contributi versati servono a pagare le pensioni correnti. Oltr

Scorie - Realismo sulla natura dello Stato

Recensendo un libro sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore, Sebastiano Maffettone scrive, a proposito della distinzione tra neoliberali e ultraliberali (definizione riconducibile a libertari e miniarchici): " La differenza principale tra neo e ultra liberali consiste nel fatto che i neoliberali accettano e anzi predicano un ruolo attivo dello stato, pur apprezzando la libertà individuale, la libera impresa e il libero mercato. La distinzione, in fondo, più ancora che nel campo dell'economia ha un'origine fondazionale. In sostanza, riguarda l'antropologia filosofica. Là dove i neoliberali sono meno ottimisti degli ultraliberali (termine vago, in verità) sulla bontà della natura umana. E proprio per questo motivo che lo stato deve essere presente, soprattutto nell'ambito della formazione dei giovani, per i neoliberali. " A mio parere questo argomento, peraltro non originale, non ha alcun senso logico. Dato che anche chi rappresenta lo Stato è umano e non ha

Scorie - La polverizzazione dei salari c'è comunque da tempo

In vista del ballottaggio del prossimo 19 novembre in cui si contendono la nomina a presidente dell'Argentina il ministro dell'Economia uscente, Sergio Massa, e il libertario Javier Milei, la candidata di centrodestra e terza al primo turno, Patricia Bullrich, è intenzionata ad appoggiare Milei. Ma senatori e governator della coalizione hanno sconfessato la scelta di Bullrich, affermando tra le altre cose, che la proposta di dollarizzazione porterebbe alla " polverizzazione dei salari ". Ora, è indubbiamente vero che un Paese in cui le riserve valutarie sono esaurite da tempo, più che dollarizzare forse farebbe meglio ad affiancare il dollaro al peso, lasciando poi al mercato (ossia alle decisioni individuali) stabilire il cambio tra le due monete aventi entrambe corso legale. E il mercato in realtà già oggi questa valutazione la esprime, ed è ben diversa da quella del cambio ufficiale, come ben sa chiunque vada in Argentina. Ciò detto, è anche comprensibile il timore

Scorie - Un modello da (non) imitare

Il prodotto interno lordo è un indicatore comunemente usato per misurare la crescita di un'economia. Tra i tanti difetti che ha, uno di quelli meno evidenziati è che, anche quando reso "reale" mediante il deflatore, continua a essere una misura ampiamente dipendente dalla quantità di moneta. Come se ciò non bastasse, occorre anche considerare se la crescita è dovuta al settore privato o alla spesa pubblica, che contribuisce uno a uno ad aumentare il Pil. Murray Rothbard sottraeva la spesa pubblica, essendo risorse prima o poi prelevate dal settore privato. Last, but not least, se il Pil cresce meno del debito, significa che le cose non stanno in realtà migliorando, semmai il contrario. Tutto ciò detto, secondo Paul Krugman, " tenendo conto della demografia, il Giappone ha ottenuto una crescita significativa ". Quindi, " invece di essere di ammonimento, è una sorta di modello, un esempio di come gestire una demografia difficile rimanendo prospero e stabile.