Scorie - Harvard e la maledizione del fondo da 53 miliardi
Da quando Donald Trump ha iniziato a congelare fondi e sovvenzioni alle università statunitensi, è partita una battaglia legale, capitanata da Harvard, che potrebbe perdere circa 9 miliardi di dollari federali.
Ho già commentato qualche settimana fa la vicenda relativa alla Columbia, ma quella di Harvard mi sembra ancora più surreale. Un'università alla quale si accede pagando rette per malcontati 100mila dollari annui dovrebbe a mio parere avere vergogna anche a percepire un solo dollaro di denaro dei pagatori di tasse, a prescindere dal merito della "ingerenza" trumpiana nelle politiche sulle assunzioni e sulle cose da insegnare.
Ancora più allucinante mi sembra la questione pensando che il fondo di dotazione di Harvard ammonta a oltre 53 miliardi di dollari e genera oltre un terzo delle entrate annue. Ora, è vero che una parte non irrisoria di quel fondo è destinata a investimenti illiquidi, ma la parte facilmente liquidabile sarebbe più che sufficiente a sopperire a un azzeramento dei soldi dei pagatori di tasse.
Eppure Harvard sta perfino indebitandosi.
Ho letto diversi articoli a difesa di Harvard e delle altre università, molte delle quali dense di sofismi giuridici. Ma, in ultima analisi, resta sempre il fatto che quando si percepiscono soldi dal governo, è pura ipocrisia pensare di non rispondere in nulla a chi eroga quei fondi.
Alla fine ho trovato calzante questa ossevazione di Aaron Brown:
"Il modo migliore per comprendere le scelte sconcertanti di Harvard, e scelte simili prima della Yale University e di altre università con dotazioni finanziarie più ridotte, è pensare alla situazione come a una variante della maledizione del petrolio. Questa maledizione è l'osservazione degli economisti secondo cui i paesi dotati di preziose risorse naturali hanno spesso economie instabili e regimi politici disfunzionali."
Non ho nulla da aggiungere.
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