Scorie - Il vero problema della politica monetaria (in)dipendente

Pur avendolo nominato alla presidenza della Federal Reserve durante il suo primo mandato presidenziale, Donald Trump inveisce un giorno sì e l'altro pure contro Jerome Powell, da lui ribattezzato "Too Late", reo di non abbassare i tassi di interesse.

Nonostante il mandato di Powell scada tra un anno e Trump non possa legalmente rimuoverlo senza giusta causa, continua a ripetere che non è "soddisfatto di lui", aggiungendo che "se lo voglio fuori, sarà fuori in fretta, credetemi".

La cosa pressoché certa è che, fosse anche solo per dimostrarsi indipendente, più Trump inveirà via Truth, meno probabile è che la Fed taglierà i tassi di interesse.

Staremo a vedere. In ogni caso, in passato (e lo sta ripetendo in questi giorni) Trump criticò Powell quando iniziò ad abbassare i tassi perché riteneva che lo facesse per aiutare la rielezione di Joe Biden (poi Kamala Harris). Il che potrebbe anche non essere infondato come punto di vista, dato che tanto l'andamento dei prezzi al consumo quanto la disoccupazione (i due "fari" della Fed) non giustificavano, per esempio, il primo taglio di 50 punti base dello scorso settembre. Un taglio in modalità "panico" a meno di due mesi dalle elezioni.

Come sempre in questi casi la maggior parte dei commentatori tira in ballo la sacralità della indipendenza della banca centrale dalla politica.

Ora, è verosimile che Trump vorrebbe poter disporre della politica monetaria come fanno i suoi "colleghi" Erdogan, Putin o Xi Jinping e che non gli piaccia che negli Stati Uniti (come nella maggior parte dei Paesi occidentali) i banchieri centrali, pur nominati dai governi, siano formalmente indipendenti dagli stessi.

Che poi l'indipendenza non di rado sia stata esercitata ponendo in essere politiche monetarie non certo avverse ai governi è un altro discorso, e ovviamente non scalfisce le convinzioni degli "indipendentisti". 

A mio parere il problema non è che la politica monetaria sia indipendente dal Trump di turno, anche se sono convinto che un esito turco non sarebbe inverosimile se Orange Man avesse il potere di dire alla Fed cosa fare.

Il problema è la politica monetaria stessa. E' che l'intera materia monetaria sia sottratta al libero mercato e decisa d'autorità. 

Il problema, in ultima analisi è quello. Non che quell'autorità sia esercitata da un capo di governo o da un tecnocrate.

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