Scorie - L'eterna illusione

Chi legge Scorie sa che trovo particolarmente azzeccata la definizione che diede Frederic Bastiat ormai oltre un secolo e mezzo fa allo Stato: "la grande illusione attraverso la quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri".

Nei sistemi democratici chi chiede di essere votato non fa altro che promettere di elargire nuovi servizi gratuitamente, magari al tempo stesso promettendo anche di ridurre le tasse. Quelli di sinistra tendenzialmente promettono di tartassare uno sparuto numero di soggetti "ricchi", siano essi persone o aziende, meglio se multinazionali. Ma alla fine per il fisco è ricco anche chi non naviga nell'oro, perché i conti, che comunque non tornano quasi mai ugualmente, tassando solo i ricchi non tornerebbero mai. Neppure con aliquote da esproprio.

Il fatto è che la maggioranza di coloro che votano sono evidentemente partecipi della grande illusione di cui parlava Bastiat.

Esempi ce ne sono tutti i giorni.

Per esempio, Forza Italia, per bocca del capogruppo in Commissione Bilancio alla Camera Roberto Pella, va fiera di aver presentato un Ddl per inserire l'obesità tra le patologie che rientreranno nei Livelli essenziali di assistenza del Servizio sanitario nazionale.

"Con questo voto, il nostro Parlamento collocherà l'Italia quale primo Paese al mondo a riconoscere l'obesità come malattia, dando prova di maturità e lungimiranza rispetto a una delle principali, se non alla più urgente, sfida di salute globale", dichiara Pella.

E questo è un partito che da 30 anni va sostenendo di essere liberale e di voler ridurre le tasse. Però con 3000 miliardi di debito pubblico vuole fare dell'Italia il primo Paese al mondo a mettere a carico dei pagatori di tasse l'obesità, che pure non è una patologia inevitabile.

Poi c'è chi, di fronte al calo demografico, chiede di sostenere la natalità, che non sarebbe "una questione privata" secondo Gigi De Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità (perché una fondazione non si nega a nessuno).

De Palo parla "di giustizia sociale, di equità generazionale, di sostenibilità economica. Un Paese che invecchia senza rigenerarsi è destinato a implodere. Perché senza nuove generazioni, nessuna impresa regge, nessuna sanità tiene, nessuna previdenza è sostenibile. Voglio spiegarla meglio: è una questione di libertà."

Quindi spetta allo Stato "intervenire con politiche familiari serie, stabili, strutturali e impattanti".

Qualunque cosa uno pensi (e qui non intendo fare considerazioni etiche), è evidente che continuare a chiedere allo Stato (ossia ai pagatori di tasse presenti e futuri) di fornire un numero crescente di servizi e prebende gratuitamente o quasi non può essere sostenibile.

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, questa deleteria illusione ha generato l'esplosione del debito pubblico, al tempo stesso fiaccando sempre più il dinamismo dell'economia.

Quando De Palo sostiene che con la popolazione in decrescita nessuna previdenza è sostenibile, purtroppo ha ragione. Dovrebbe specificare che è così per via di come sono disegnati i sistemi di previdenza, ossia come schemi Ponzi.

Ma la vera libertà (anche di avere figli senza diventare indigenti) si può raggiungere solo chiedendo allo Stato di fare di meno, non di continuare ad aggiungere pasti illusoriamente gratuiti. 

Perché altrimenti non ci sarebbe tassazione predaroria abbastanza da far quadrare i conti. 

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