Scorie - Curb your enthusiasm Marco
Da anni Marco Fortis rielabora dati macroeconomici per sostenere la tesi che l'Italia vada molto meglio di come molti "esperti" ritengano e che vada anche meglio di diversi altri Paesi europei.
Da ultimo Fortis scrive sul Sole 24 Ore che a seguito della "pubblicazione da parte dell'Eurostat dei dati macroeconomici e demografici dettagliati per il 2024, appare chiaro che il film che è stato sinora proiettato in prima visione sulla crescita economica post-pandemia nell'Euroarea è una storia di pura fantascienza, non corrispondente a verità. Questa la trama in sintesi. Dopo una brillante ripresa, che ci ha portato fuori dal Covid, l'Italia starebbe ora arrancando e avrebbe come unica consolazione che la Germania sta molto peggio di lei. Mentre la Spagna è assurta al rango di assoluta protagonista, con un aumento del Pil che nel 2024 ha sfiorato il 4%, e anche la Francia ci precede di diversi decimali. La spiegazione di questa sceneggiatura da parte del pensiero dominante è che starebbero riemergendo i vecchi mali dell'Italia, la cui crescita sarebbe frenata da una perdita di competitività, da pochi investimenti e da una scarsa propensione all'innovazione. Al confronto, il nuovo "modello" di moda, la Spagna, ci surclasserebbe in tutto, a partire, ovviamente, dal turismo, che è la sua specialità."
Secondo Fortis, "il "re Pil", indicatore economico per eccellenza, è ormai nudo e non rispecchia per nulla ciò che sta realmente accadendo alle economie più avanzate dopo il Covid. I dati Eurostat lo dimostrano in modo inequivocabile. Se qualcuno crede che la crescita economica di questi ultimi anni sia stata guidata da competitività, investimenti e innovazione, si sbaglia di grosso o vive, appunto, in un film di fantascienza. Infatti, i principali driver sono stati ben altri rispetto ai canoni del pensiero dominante, e cioè, molto banalmente, la crescita della popolazione e quella dei consumi governativi. In parallelo a questi due elementi vi è stata anche una esplosione dei debiti pubblici e dei disavanzi statali primari, con impennate del rapporto debito/Pil a due cifre tra il 2019 e il 2024 in Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti."
In effetti è vero che molti guardano alla crescita del Pil non vedendo (o fingendo di non vedere) quella, spesso superiore, del debito pubblico, "dove il bilancio pubblico primario è già tornato positivo nel 2024 (unico caso nel G-7), dove i consumi governativi sono aumentati molto meno che altrove e dove la popolazione è diminuita in cinque anni, dal 2020 al 2024, di ben 762mila abitanti, mentre è aumentata di 1,6 milioni in Germania, di 1,7 milioni in Spagna e di 1,1 milioni in Francia, facendo aumentare di per sé i consumi aggregati (ma non quelli pro capite)."
Quindi, se "escludiamo contemporaneamente l'effetto combinato delle variazioni della popolazione e dei consumi pubblici, il quadro è completo. Infatti, per Pil per abitante al netto dell'aumento della spesa governativa, la Spagna, che tutti oggi vedono come un "modello", sperimenta addirittura un bilancio negativo (-0,4%), la Francia è a crescita zero e la Germania appare in un abisso (-4,1 per cento). Mentre l'Italia svetta con una crescita monstre che nessun altro può vantare (+5,9 per cento)."
Non dubito che i numeri pro capite siano quelli. Resta il fatto, purtroppo, che la posizione di partenza a sud delle Alpi era peggiore, e che il debito pubblico, pur aumentando meno che altrove, è comunque molto più alto, a maggior ragione se rapportato al numero di cittadini, peraltro in calo.
Alla fine gli altri non stanno alla grande, ma ridimensionerei l'entusiasmo.
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