Scorie - Profezie che non si autoavverano

Una delle convinzioni più diffuse dell'economia mainstream è che l'inflazione (intesa come crescita generalizzata dei prezzi al consumo e non come crescita dell'offerta di moneta) sia una profezia che si autoavvera. Lo ribadisce Jonathan Levin, contrastando quanto affermato dal Segretario al Tesoro USA Scott Bessent, che volendo difendere i dazi trumpiani ha parlato di effetto una tantum sui prezzi.

Scrive Levin:

"Gli economisti generalmente ritengono che l'inflazione sia una profezia che si autoavvera. Quando i consumatori si aspettano un aumento persistente dei prezzi, tendono ad anticipare la domanda e a far salire i prezzi effettivi. Possono anche richiedere salari più alti, che i loro datori di lavoro potrebbero trasferire ai clienti. Allo stesso modo, le imprese prendono decisioni sui prezzi in base alle loro aspettative su quanto dovranno pagare per input e manodopera, nonché sulla loro migliore valutazione della possibilità di aumentare i prezzi senza perdere quote di mercato. Quando gli attori economici prevedono l'inflazione, i loro timori tendono a realizzarsi."

Per quanto i dazi siano una aberrazione, al pari di tutte le (di fatto) tasse, solo un aumento continuo dell'offerta di moneta può determinare un incremento continuo e generalizzato dei prezzi. 

Le aspettative possono certamente influire sulle azioni dei consumatori e delle imprese, ma senza la benzina monetaria non può esserci alcuna profezia autoavverantesi, quanto meno in modo duraturo.

Che poi la benzina monetaria non sia (quasi) mai mancata, è un altro discorso. E questo ha fatto apparire che la profezia fosse autoavverante.

Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Sperando che sia l'orgoglio

Scorie - Ritornare a Keynes? No, grazie

Scorie - Da paladini del wokismo a pericoli per la demmocrazia il passo è breve