Scorie - Asimmetrie e gerarchie destinate a restare

Nel consueto sermone domenicale sul Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini si occupa del riarmo europeo, con il progetto lanciato da Ursula von der Leyen che da Rearm Eu è stato ribattezzato Readiness 2030. La sua posizione porta sempre alla stessa conclusione: accentrare poteri e indebitamento a livello europeo.

"Con Readiness 2030, la Commissione ha proposto di escludere, dal Patto di Stabilità e Crescita (PSC), le spese legate alla difesa, ipotizzando che ciò potrà condurre ad un incremento di spesa per la difesa di 650 miliardi di euro. Sebbene tale possibilità sarà disponibile per tutti gli stati membri (che potranno spendere in difesa l'1,5 per cento del loro Pil in quattro anni), è evidente che solamente alcuni stati membri (quelli a basso debito pubblico) potranno beneficiarne (l'indebitamento va ripagato). La stessa cosa vale per il programma SAFE (Security Action for Europe), proposto sempre dalla Commissione, che fornirebbe fondi (150 miliardi raccolti nei mercati finanziari) a progetti transnazionali sulla difesa, perché anche in questo caso si tratta di prestiti che i beneficiari dovranno ripagare. Non si risolve l'asimmetria tra stati membri senza ricorrere al debito europeo. La proposta della Commissione è un punto di partenza, non di arrivo. È bene incentivare l'interoperabilità tra i sistemi di difesa nazionale, ma ciò non basta per garantire la sicurezza collettiva dell'Ue. Occorre andare verso una difesa europea inserita in un'unione politica, con un unico centro di comando responsabile ed un chiaro controllo parlamentare su di esso. Una difesa europea che agisca come attore unitario all'interno della Nato post-americana. Anche nella coalizione dei volenterosi, basata su stati demograficamente e militarmente diversi, la nazionalizzazione della difesa è destinata a produrre asimmetrie e gerarchie che dividono i suoi membri. Non possiamo ritornare al passato."

Posto che se i diversi Paesi hanno situazioni debitorie diverse è dovuto alle scelte che chi li ha governati ha compiuto nel corso del tempo e che è proprio per questo che chi ha i bilanci meno scassati è restio a fare debito comune, trovo abbastanza ingenuo (se non c'è consapevole malizia) pensare che la questione delle "asimmetrie e gerarchie", comunque la si pensi su tutto il resto, non ci sarebbe nell'ipotesi di un governo europeo e di un "unico centro di comando".

Queste gerarchie rimarrebbero, così come oggi sono evidenti nelle decisioni della Commissione e del Parlamento europeo.

Ciò detto, il dibattito proseguirà, e ho la sensazione che di cose sensate se ne sentiranno ben poche.


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