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Visualizzazione dei post da 2025

Scorie - Non c'è una formula per il valore oggettivo

Claudia Goldin, economista del lavoro ad Harvard e vincitrice del premio Nobel nel 2023, sostiene che la differenza tra quanto guadagnano i giocatori di basket della NBA e le colleghe della WNBA non sia giustificabile, definendola " imbarazzante ". Nonostante la crescente popolarità del movimento cestistico femminile, Goldin ha rilevato, dicendosi " sorpresa ", che " un giocatore della NBA guadagna mediamente 10 milioni di dollari all'anno. Questo corrisponde a 80 volte la media di una giocatrice della WNBA ." Goldin non si spinge a sostenere che non dovrebbe esserci alcuna differenza, come invece un paio di anni fa altri pretendevano, sempre negli Stati Uniti, con riferimento al calcio. Tuttavia calcola che le femmine dovrebbero guadagnare " circa tra un terzo e un quarto " dei colleghi maschi per raggiungere " equità salariale ". Tra gli elementi presi in considerazione, le visualizzazioni degli spot pubblicitari e la vendita di b...

Scorie - Allucinazioni di camion elettrici

Mi trovo spesso, purtroppo, a commentare le prese di posizione di associazioni di categoria che chiedono supporto politico, ossia denaro in varie forme, per far fronte alla necessità di conformarsi a regole che quegli stessi organi politici hanno stabilito. Il tutto finisce ovviamente a carico di pagatori di tasse che non hanno alcuna voce in capitolo. E' il classico tentativo di ottenere un beneficio pagato da altri, magari senza che ciò sia immediatamente percepito da costoro. Il tutto come Frederic Bastiat aveva brillantemente evidenziato a metà Ottocento. Il caso dei produttori di veicoli alle prese con l'elettrificazione imposta dal Green Deal è emblematico. Già è allucinante nel caso delle automobili, figuriamoci per i veicoli commerciali. Ma anche in questo caso il copione è rispettato alla lettera. Il rappresentante dell'associazione di categoria esordisce dicendo di condividere gli obiettivi del Green Deal e anche l'elettrificazione, salvo poi sottolineare che ...

Scorie - Il boost immaginario

La transizione forzata verso i dispositivi elettrici a quattro ruote sta incontrando diverse difficoltà, nonostante gli incentivi più o meno consistenti da parte dei governi, a carico, ovviamente, dei pagatori di tasse. Questo vale anche per le auto sportive di lusso? Leggendo alcuni articoli parrebbe di no. Scrive, per esempio, Simonluca Pini sul Sole 24 Ore: " Motor Valley è sinonimo per antonomasia di terra dei motori, dove la benzina fa muovere pistoni che a loro volta contribuiscono a creare sinfonie in grado di far innamorare centinaia di migliaia di appassionati. Passione che mal si sposa, almeno secondo molti "appassionati", con la transizione elettrica voluta dall'Unione europea. Due mondi che possono sembrare molto lontani ma, al contrario, sono in grado di viaggiare insieme assicurando al tempo stesso prestazioni di assoluto rilievo. Perché se fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai pensato di vedere una Ferrari o una Lamborghini ricaricabili tramite un...

Scorie - La solita presunzione fatale

Come è noto, da anni il governo cinese sovvenziona il settore delle auto elettriche. La Cina è leader nella produzione di batterie, avendo a disposizione abbondanza di materie, e ormai anche nella produzione di dispositivi elettrici a quattro ruote. Questo ha portato a una grande proliferazione di marchi (oltre 160), molti dei quali stanno poi saltando perché non in grado di reggere la compressione dei margini operativi imposta dalle riduzione dei prezzi di vendita da parte dei leader di settore, a partire da BYD (che sta per Build Your Dream), che ha disposto ribassi fino al 34% sui prezzi. Sogni che evidentemente stanno diventando incubi per i concorrenti, anche occidentali. La guerra dei prezzi pone chiaramente in difficoltà non solo i concorrenti, ma anche i proprietari di flotte, oltre ai proprietari individuali, perché questo comporta una accelerazione nella perdita di valore residuo dei loro dispositivi a quattro ruote. Di fronte a questa situazione, che potrebbe velocemente por...

Scorie - Sempre meno predatore quel giaguaro

Alcuni mesi fa, gli ecotalebani avevano accolto con favore la scelta di Jaguar di passare a una produzione solo di dispositivi elettrici, per di più cambiando il logo e il font del marchio. Sull'altare di questa svolta ecologista e, a detta della casa, "inclusiva", erano stati sacrificati non solo i motori endotermici, ma anche il giaguaro. In compenso era stata lanciata una campagna pubblicitaria in cui compariva una foto con otto persone che potevano essere in preparazione per partecipare a un gay pride, che non mi è chiaro cosa c'entri con le automobili, perfino se nella versione farlocca con motore elettrico. Ma Rawdon Glover, ceo di Jaguar, aveva dichiarato, difendendo la campagna: " Se giochiamo come tutti gli altri, verremo semplicemente sopraffatti ". Già questo suonava male per un brand che ancora porta il nome di un elegante predatore. Ma tant'è. Tra l'altro non mi pare che fosse una scelta controcorrente. Semmai il contrario. Oggi per non ...

Scorie - Più che zero emissioni sarebbe meglio zero immatricolazioni

Non so se l'amministrazione Trump e la maggioranza repubblicana daranno realmente seguito a quanto annunciato da tempo, ma se ridurranno il talebanesimo che dalla California all'orwelliano Inflation Reduction Act dell'amministrazione Biden spingono per l'elettrificazione forzata delle automobili sarebbe una buona notizia per chi vorrebbe che la domanda e l'offerta fossero solo una questione di mercato. Ovviamente gli ecotalebani la vedono in modo diametralmente opposto. Per esempio Liam Denning, che di queste cose scrive un giorno sì e l'altro pure su Bloomberg. "I veicoli elettrici sono costruiti principalmente con bastoni e carote ", scrive Denning, aggiungendo poi che i cattivi adesso vorrebbero eliminare gli incentivi (fino a 7500 dollari a veicolo) e anche eliminare il divieto di immatricolare automobili con motore a combustione interna a partire dal 2035. Già il fatto che un prodotto necessiti di bastonate alle alternative (ossia le automobili ve...

Scorie - Non fu vera gloria

Leggo sempre con interesse gli articoli che l'Osservatorio sui conti pubblici pubblica sul proprio sito. Qualche giorno fa ne ho letto uno scritto da Gianmaria Olmastroni, che paragona l'andamento del Pil in Italia rispetto al resto dell'area euro durante gli ultimi 25 anni. Questo il sunto dell'articolo: " Negli ultimi 25 anni l'Italia è cresciuta a un tasso medio annuo dello 0,5%, contro l'1,4% del resto dell'Eurozona. Il trend è migliorato per la prima volta dopo il Covid, in particolare sotto il governo Draghi, durante il quale il Pil italiano è cresciuto più degli altri Paesi dell'area Euro. Dall'insediamento del governo Meloni la crescita del Pil è stata sostanzialmente in linea con il resto dell'Eurozona, e non superiore come talvolta affermato. Resta il fatto che la vera sfida per l'Italia è recuperare il terreno perso, e non accontentarsi di mantenere il distacco dal gruppo ." Ogni governo cerca di tirare l'acqua al pro...

Scorie - Il BLS a corto di amanuensi?

Pur da critico di gran parte delle iniziative di politica economica sin qui assunte dall'amministrazione Trump, trovo abbastanza divertente leggere le analisi da parte di commentatori per lo più simpatizzanti dei democratici.  I quali da un lato notano che i tagli di spesa effettivamente realizzati per opera del DOGE del dimissionario Elon Musk sono peanuts (ed effettivamente rispetto ai proclami iniziali lo sono), mentre dall'altro paventano il blocco di determinate attività a causa della carenza di personale in varie strutture pubbliche. Da ultimo è stato il turno del Beaureau of Labor Statistics, il quale ha comunicato che, a causa del blocco delle assunzioni e per via delle uscite di personale degli ultimi mesi, ha dovuto effettuare in modo un po' raffazzonato, per così dire, le rilevazioni relative al dato sull'andamento dei prezzi al consumo in aprile. Subito è scattato l'allarme, perché questo renderebbe i dati meno affidabili e rischierebbe di privare la Fed...

Scorie - Tafazzi tax

Più passano le settimane, più consistenti sono gli elementi per confermare che alle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso novembre la cosa buona non sia stata la vittoria di Trump, ma la sconfitta del carrozzone sinistrorso che ha scaricato troppo tardi un Joe Biden sempre meno lucido (lo so, sto esagerando con gli eufemismi, chiedo venia) per sostenere una Kamala Harris che per quattro anni era stata all'ombra dello stesso Biden e non aveva nulla di realmente diverso, politicamente parlando, da offrire agli elettori. Ciò che accomunava le due proposte politiche era l'assenza di una qualsivoglia intenzione di ridimensionare il ruolo del governo e invertire una trariettoria ormai fuori controllo del debito federale, a suon di deficit annuali per oltre 6 punti di Pil. Cambiava la composizione di quel deficit, ma quasi null'altro. Dovendo rifinanziare oltre 11mila miliardi di dollari di debito tra il 2025 e il 2026, il tutto anche per via della politica di accorciam...

Scorie - Cronisti da Marte?

Leggo quotidianamente su Bloomberg il commento di John Authers a quanto succede sui mercati finanziari globali, e generalmente offre un buon sunto dei principali avvenimenti del giorno prima. Commentando le ultime minute della Federal Reserve, Authers ha scritto: " Ci si aspetta che i banchieri centrali siano inclini a un atteggiamento da "falco". È difficile capire perché si dovrebbe volere quel ruolo se non si ha una particolare ostilità verso l'inflazione, e gli errori da "colomba" (che dimostrano irresponsabilità) tendono a danneggiare la loro reputazione molto più di quelli da "falco" (che dimostrano semplicemente la loro prudenza). È saggio presumere che, se la Fed commette un errore, sarà quello di mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo, non il contrario ." Che la Fed sia oggi restia a ridurre i tassi di interesse è comprensibile, da un lato per via del fatto che i prezzi al consumo continuano a crescere più del target del 2% e...

Scorie Qual è il vero scandalo?

Intervenuta al Festival dell'economia di Trento, Lisa Fitoussi ricorda il padre Jean Paul, che aveva molto seguito in Italia, come tutti i fautori dello Stato interventista. " Mio padre affermava che il deficit non è una deriva ma uno strumento, se finanzia beni comuni: infrastrutture, educazione, sanità, difesa, transizione ecologica e coesione sociale. In questo caso, il deficit è virtuoso. Scriveva: «Il vero scandalo non è il deficit, è l'austerità che distrugge il futuro» (La regola e la scelta, 2002). E ancora: «Lo Stato non è una famiglia. Il deficit è una decisione politica, non una deviazione» (stessa fonte). " Certamente il deficit è una decisione politica, e come tale comporta una suddivisione tra consumatori di deficit e pagatori di deficit. Questi ultimi sono i futuri pagatori netti di tasse, perché prima o poi il conto va pagato. Ma Lisa Fitoussi, ricordando il padre, aggiunge che, " se il tasso di crescita è in prospettiva maggiore del tasso d'i...

Scorie - Applaudite pure

Una delle scene tanto ricorrenti quanto stucchevoli a cui capita di assistere è l'intervento di un rappresentante di istituzioni politiche all'assemblea di un'associazione di categoria. Il copione è più o meno sempre lo stesso: il presidente dell'associazione critica l'apparato legislativo e burocratico asfissiante e chiede di renderlo più leggero, oltre all'immancabile richiesta di denaro pubblico, ossia dei pagatori di tasse. Dal canto suo, il rappresentante delle istituzioni, non di rado inserito nelle stesse da un numero di anni sufficiente a renderlo almeno corresponsabile delle scelte che hanno appesantito l'apparato legislativo e burocratico, dà ragione alle lagnanze del presidente dell'associazione di categoria, promettendo di spendersi per migliorare le cose. Seguono applausi, poi si può pensare a basticcini e bollicine. Ovviamente poi non cambierà nulla e alla prossima assemblea si ripeterà lo stesso copione. Da ultimo, all'assemblea di Con...

Scorie - L'eterna grande illusione

Che il cosiddetto ceto medio in Italia sia tartassato non è una novità. Che oltretutto sia costretto da tempo anche a pagare, quando ne fruisce, una parte più o meno consistente dei servizi di welfare che in teoria dovrebbe già aver pagato con imposte e tasse, è anche questa una consuetudine ormai. Così come il fatto che, per lo Stato, si inizia a essere sostanzialmente ricchi quando il reddito lordo supera i 35mila euro. E' quindi sacrosanto invocare una riduzione del peso del fisco, come fa, per esempio, Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità. Secondo Cuzzilla serve " una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, che premi chi produce valore e non chi lo elude. E basta considerare i pensionati un capitolo di spesa: sono una risorsa strategica, il primo ammortizzatore sociale del Paese. Serve una rivalutazione delle pensioni, un rafforzamento della previdenza integrativa, una più convinta lotta ...

Scorie - Non basta chiamare una spesa "investimento"

Ho già avuto modo di osservare diverse volte che la principale differenza, negli Stati Uniti e non solo, tra destra e sinistra consiste per lo più in come fare deficit e accumulare debito. Essendo appunto il deficit considerato una via alla prosperità, o quanto meno non alla decadenza. A parti alterne, a seconda di chi sta governando, c'è poi l'esercizio ad accusare l'avversario di dissennatezza proprio per via del deterioramento dei bilancio federale. Adesso è ovviamente il turno dei democratici, e dei commentatori che simpatizzano, per loro accusare Trump di sfasciare i conti pubblici, che in realtà hanno preso a peggiorare significativamente almeno dal 2008, se si guarda al rapporto tra debito federale e Pil. I commentatori di fede democratica accusano poi Trump di tagliare lo stato sociale per limitare almeno in parte l'effetto sul deficit dei prospettati (e prorogati) tagli di tasse. E la faccenda è che cercano di metterla su piano dell'evidenza economica, cita...

Scorie - Chiagnono e (ci) fottono

Si lamentano separatamente per bocca di singoli cantanti e attori (rigorosamente "impegnati", che equivale a dire sinistrorsi che vedono fascisti ovunque), ma poi si lamentano anche congiuntamente a livello di impresa, tramite l'ANICA, ossia Associazione Confindustriale che rappresenta diverse categorie di imprese italiane della Filiera Cinematografica, Audiovisiva e Digitale. Ovviamente si lamentano che le sovvenzioni pubbliche, ossia a carico dei pagatori di tasse, non sono mai abbastanza.  Alessandro Usai, presidente di ANICA e in questi giorni a Cannes per il noto festival cinematografico dove, altrettanto notoriamente, sfilano e talvolta sono premiati attori e registi tutt'altro che morti di fame eppure non di rado beneficiari delle suddette sovvenzioni, invita tutte le associazioni a fare fronte comune, " per non disperdere le forze. Ed evitare anche che si prendano decisioni sbagliate ". E quali potrebbero essere le decisioni sbagliate? Innanzitutto u...

Scorie - Restare verdi, anche restando al verde di voti

Quando uno legge su Bloomberg Opinion un articolo scritto da uno della pattuglia di ecotalebani (Liam Denning) e da una grande sostenitrice di Kamala Harris (Erika Smith) dedicato alla California, può stare sicuro di "divertirsi". La faccenda è che in California - il cui governatore, Gavin Newsom, è una sorta di Frans Timmermans americano, tant'è che ha imposto una tabella simil Green Deal europeo alla elettrificazione forzata del parco auto e tassa i conbustibili fossili ben più che gli altri Stati americani - le compagnie del settore oil&gas stanno progressivamente riducendo la capacità produttiva.  Come dar loro torto, verrebbe da dire. Il governo della California ha chiaramente reso nel corso del tempo sempre meno profittevole per tali compagnie avere siti produttivi in loco, e promette per di più di continuare a voler ridurre la domanda di combustibili fossili. Fatto sta che in California non vivono solo i sinistrorsi benestanti che votano in massa il partito Dem...

Scorie - Si parte da due euro, poi...

Ricordavo solo pochi giorni fa che quando si parla di "nuove risorse proprie" per la Unione europea, non si fa altro che parlare di nuove tasse. Ed ecco la proposta di introdurre una tassa di due euro per ogni pacchetto proveniente da Paesi terzi dal valore inferiore a 150 euro, oggi esenti da dazi. Dove poi la quasi totalità, ossia il 91%, di quei Paesi terzi è rappresentato dalla sola Cina. Maroš Šefčovič, commissario al Commercio, ha detto che, in preparazione al prossimo bilancio comunitario 2028-2034, stanno " parlando di due euro a pacchetto, pagati dalla piattaforma ". Il tutto per contribuire a finanziare le dogane europee. La stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ricorda la necessità di " finanziare nuove priorità e iniziare a rimborsare i prestiti del NextGenerationEU ", quindi avanti con una serie di proposte per avere " nuove risorse proprie ". In realtà sono poi sempre risorse legittimamente altrui, che l'Ue ...

Scorie - Sulle pseudomonete

Sul ridimensionamento (?) del ruolo del dollaro come valuta di riserva globale interviene Donato Masciandaro sulle colonne del Sole 24 Ore, occupandosi anche di euro e di quelle che definisce "pseudo monete". Definizione nella quale pare ricomprendere strumenti in realtà molto diversi tra loro. Senza pretesa di esaustività e a costo di qualche inesattezza tecnica, credo bisognerebbe invece distinguere tra bitcoin, che è uno strumento il cui protocollo prevede una quantità massima a regime di 21 milioni di unità, e le altre monete pubbliche o private, che tale limite non hanno. Considerando che bitcoin a oggi è utilizzato prevalentemente per attività di trading o investimento, non credo possa essere definito moneta, non essendo generalmente utilizzato come mezzo di scambio. Ciò non preclude che possa esserlo in futuro. Quanto alle altre monete non emesse da banche centrali o banche commerciali, distinguerei quanto meno tra le stablecoin, che mirano a mantenere un rapporto cost...

Scorie - Il costo dei beni pubblici europei

Nel periodico sermone domenicale sul Sole 24 Ore, Marco Buti e Marcello Messori si occupano dell'asse franco tedesco, oggi guidato da un Macron da anni in crisi di consenso interno e ridotto a cercare occasioni di visibilità coma faceva Gabriele Paolini mettendosi alle spalle dei telegiornalisti, nonché da un Merz che è riuscito nell'impresa di dover aspettare il secondo voto per avere la fiducia del Parlamento tedesco. Secondo Buti e Messori, Macron e Merz " devono acquisire la consapevolezza – e convincere le rispettive opinioni pubbliche - che scelte coraggiose a livello europeo, realizzate con il necessario sostegno dei nuovi stati membri strategici, non servono solo a realizzare quell'ulteriore integrazione della Ue imposta dalle drammatiche sfide internazionali ma hanno anche ricadute positive a livello nazionale. Si tratta cioè di scelte che, anziché consumare un già risicato capitale politico interno, possono ripristinare e rendere più 'elastico' questo...

Scorie - Li voglio vedere i camion elettrici per le strade del Nepal

Nel dibattito sul cambiamento climatico, chi, anche nel mondo scientifico, si permette di mettere in discussione i dogmi dell'ecologismo radicale, viene messo alla gogna e trattato come un paria. Non sono un esperto della materia, ma lo stato delle cose mi ricorda il tradizionale approccio alle opinioni dissenzienti delle dittature, dove chi non è allineato è considerato pazzo o, peggio, nemico del popolo, e questo può avere conseguenze non belle per la sua stessa incolumità fisica. Per lo meno quest'ultimo aspetto non è ancora parte integrante del dibattito sul clima. Ma voglio prescindere da questo dibattito, limitandomi a commentare la distanza lunare dalla realtà di certe posizioni. Per esempio c'è chi nel (mio amato) Nepal vive con una certa apprensione l'aumento delle temperature e l'accentuarsi di eventi meteorologici estremi, soprattutto nella stagione monsonica. Su Himalayan Times ho letto un articolo in cui Avishek Malla, evidentemente a favore di politich...

Scorie - Debitori in defaul vs evasori: da che paete stare (?)

Quando ci fu la pandemia, il governo americano, che è molto attivo nel concedere prestiti agli studenti per pagare gli studi universitari, decise di introdurre una moratoria. Poi l'amministrazione Biden pensò di condonare il debito residuo a una non irrisoria fetta di debitori in default. Adesso l'ammministrazione Trump ha posto fine a questa pratica, riprendendo a recuperare i crediti. Il Dipartimento dell'Educazione trattiene eventuali crediti d'imposta su questi soggetti, e a partire dall'estate inizierà a operare delle trattenute sulle buste paga. Kathryn Anne Edwards se ne lamenta su Bloomberg Opinion, da un lato chiedendosi se " i diciottenni capiscono i rischi finanziari che stanno assumendo " indebitandosi; dall'altro lamentando l'approccio lassista verso gli evasori fiscali da parte dell'IRS (l'eqivalente americano dell'agenzia delle Entrate), vittima tra l'altro di un taglio di finanziamenti e dipendenti voluto da Trump. ...

Scorie - Lo spread rispetto alla realtà

Non so se perché presa dalla foga dei duelli con personaggi del calibro di Elena Schlein e Giuseppe Conte, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel giorno in cui lo spread tra BTP e Bund decennali è tornato in areal 100 punti base, si è spinta a dire che ciò " significa che i titoli di Stato italiani sono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi ". Il che è ovviamente una "cagata pazzesca" (per citare il grande Ugo Fantozzi), perchè se Meloni avesse ragione quello spread dovrebbe essere negativo. Avrebbe potuto dire che, in questa fase, gli investitori considerano il rischio Italia meno preoccupante rispetto ad altre fasi della storia più o meno recente, quindi l'extra rendimento richiesto è diminuito fino a 100 punti base. Che, peraltro, resta lo spread più alto tra i titoli di Stato dell'Area Euro. Spesso sarebbe meglio tacere, o pensare meglio a quel che si dice. Altrimenti si dà l'impressione di non sapere di cosa si sta parlando...

Scorie - Consumatori di tasse sul grande schermo

Ieri mi sono occupato dei soldi dei pagatori di tasse che il ministero della Cultura elargisce, mediante crediti di imposta, alla produzione di musica. Oggi è il turno del cinema, altro settore sempre pronto a battere cassa. Con beneficiari che sono con maggioranze bulgare sinistrorsi, sentendo quindi il dovere morale di opporsi al governo. E non tanto per una tendenziale malsopportazione del potere, da cui pure pretendono di battere cassa, quanto perché al momento non governa la loro parte politica. Per esempio Elio Germano, fresco vincitore del premio David di Donatello come miglior attore protagonista per Berlinguer – La grande ambizione, è in polemica con il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ammonendolo in merito alle condizioni dei lavoratori del cinema: " C'è gente disperata, che piange, che non sa cosa fare, che ha cambiato lavoro. Da un anno e mezzo il cinema è fermo. Sulle linee guida dei finanziamenti al cinema, questo governo ha messo che i soldi vanno dati s...

Scorie - Dischi rotti

Nel mezzo della primavera di ogni anno, da ormai un decennio, il ministero della Cultura rende nota la lista dei dischi che hanno beneficiato del credito di imposta, che ammonta al 30% degli investimenti sostenuti per un massimo di 75mila euro a disco (a valere su una spesa di 250mila euro) e di 2 milioni ad azienda nell'arco del triennio. In tutto nel 2024 i crediti fiscali riconosciuti alla musica ammontano a 17 milioni.  I "benaltristi" direbbero che si tratta di spiccioli, mentre i beneficiari, abbastanza prevedibilmente, vorrebbero che la misura fosse più generosa.  In linea di massima, ben venga ogni misura che riduce le tasse, ma continuo a non capire per quale motivo si debba incentivare questa attività invece che altre.  Se si producono dischi che altrimenti non si sarebbero prodotti, significa che non c'è domanda sufficiente a rendere redditizia la produzione alle stesse condizioni fiscali, per fare un esempio, di un'impresa che produce bicchieri di pla...

Scorie - L'antidoto per la malattia turca

In occasione della recente visita di Recep Tayyp Erdogan in Italia, Roberto Bongiorni ne ha scritto per il Sole 24 Ore.  Come noto, uno dei problemi economici cronici della Turchia è l'elevata inflazione, che Erdogan pensava di poter ridurre ordinando ai banchieri centrali di abbassare i tassi di interesse. La crescita dei prezzi al consumo si è dimezzata al 38% annuo rispetto ai picci di oltre il doppio dello scorso biennio, ma resta pur sempre molto elevata. Scrive Bongiorni: " L'antidoto più efficace per curare questa "malattia" che affligge un'economia dalle grandi potenzialità è sempre lo stesso: la fiducia dei mercati internazionali, e quindi, di conseguenza, un incremento degli investimenti stranieri a sua volta capace di aumentare il volume di valuta pregiata, indispensabile ." In realtà, quelle indicate da Bongiorni sono le conseguenze che possono verificarsi nel caso in cui un Paese decida di curare la "malattia". E la cura per l'...

Scorie - Non facciamo del burocrate un eroe

Su Bloomberg Opinion mi sono di recente imnattuto in una difesa della burocrazia da parte di Beth Kowitt che sfida il senso comune, ma che, silenziosamente, credo sia condivisa da una moltitudine di persone, tanto nel settore pubblico che in quello privato. Secondo Kowitt, " la burocrazia non è solo inerzia, disimpegno e scartoffie. È anche ordine e stabilità. Sebbene burocrazia sia divenuto un termine dispregiativo usato per descrivere procedure amministrative complicate e inutili, la burocrazia è, in sostanza, un sistema amministrativo e un modo di organizzare. È il quadro che fornisce la gerarchia e le regole formalizzate che aiutano un'istituzione a funzionare ." Da cui segue che senza burocrazia regnerebbe il caos. Nessuno dubita che un'organizzazione, a maggior ragione se articolata, necessiti di regole di funzionamento. Ma la mentalità burocratica tende poi a vedere queste regole come fini a se stesse, perdendo di vista il vero scopo dell'organizzazione. Vi...

Scorie - Le automobili non dovrebbero essere sale giochi a quattro ruote

Mario Cianflone, che scrive di automobili (oggi è diffuso il termine "mobilità") sul Sole 24 Ore, è andato al Salone di Shanghai. Non fosse altro per il fatto che, quantitativamente, il mercato cinese è molto più grande degli altri, non stupisce che sia considerato il " cuore nevralgico dell'automotive a livello globale. Perché dopo anni dove i riflettori erano puntati sulle kermesse europee, ora in lento declino, dal palcoscenico di Shanghai si ha una chiara anticipazione del futuro dell'auto ." Secondo Dario Duse di AlixPartners, al cliente cinese " interessa spostarsi dal punto A al punto B nel modo più confortevole possibile, sia grazie alla tecnologia che alle dotazioni di bordo viaggiandosi immersi nella connettività. Quello che sta emergendo da questo Salone è la combinazione tra performance e guida autonoma: per la prima volta si vedono modelli che ammiccano alla sportività, cosa che non succedeva in passato ." Addirittura alcuni modelli, c...

Scorie - Che liberalismo è questo?

Anni fa mi fu chiesto di fare un intervento a una serata di una scuola di liberalismo. Scorrendo l'elenco delle persone chiamate a intervenire nel corso delle diverse serate, mi accorsi che gli altri, a differenza di me, erano tutti nomi noti, ma classificabili come liberali non certamente nel significato classico, ossia quello che Mises lamentava essere stato stravolto già quasi un secolo fa e oggi prevalente. Un liberalismo che non sostiene certamente lo Stato minimo, ma che si avvicina molto alla socialdemocrazia. Il più noto tra i relatori a quella scuola di liberalismo era indubbiamente Pierluigi Ciocca, del quale ho appena letto la recensione a un libro di Paolo Baratta (che non è materia di queste Scorie). Scrive Ciocca: " Per parte loro i governi, oltre a dimenticare il Sud, non hanno risanato la finanza pubblica, potenziato le infrastrutture, corretto la diseguaglianza e una povertà prossima al 10% dei cittadini, promosso la concorrenza. Hanno subìto l'assurda reg...

Scorie - Vision Zero neuroni

In Italia ogni automobile è soggetta a obbligo di revisione dopo 4 anni dalla prima immatricolazione, e successivamente ogni 2 anni. Il costo è di 45 euro se ci si rivolge alla Motorizzazione Civile, o un'ottantina presso centri privati autorizzati. A cui vanno aggiunti gli euro pagati al meccanico di fiducia per fare la manutenzione del caso ed eventualmente andare lui stesso alla revisione. In altri Paesi europei dopo 10 anni di vita la revisione diventa annuale e adesso la Commissione europea vorrebbe estendere l'obbligo ovunque. Il tutto nell'ambito della strategia "Vision Zero", che non sta per "non si vede nulla", ma zero come l'obiettivo di vittime di incidenti stradali. Secondo la Commissione, l'estensione della revisione annuale agli 11 Stati (tra cui l'Italia) dove non è ancora prevista potrebbe ridurre le vittime di incidenti stradali di circa l'1%, ossia circa 1850 persone in 25 anni. Posto che queste simulazioni sono solide c...

Scorie - Vade retro T&E

Dato che, nonostante gli incentivi fiscali, l'adozione dei dipsositivi elettrici a quattro ruote non sta prendendo piede quanto vorrebbero gli ecotalebani, un giorno sì e l'altro pure arrivano proposte per incentivare ulteriormente la domanda, al tempo stesso dando altre randellate fiscali a chi ocntinua a preferire le automobili vere, ossia quelle con motore endotermico. Tra quelli che spingono maggiormente c'è senza dubbio Transport & Environment (T&E), un'organizzazione composta, si legge sul loro sito internet da " cittadini europei che si battono per la decarbonizzazione dei trasporti e dei consumi energetici ". Più nello specifico, scrivono di se stessi: " Abbiamo fatto in modo che l'UE fissasse gli standard di CO2 più ambiziosi al mondo per auto e camion, ma abbiamo anche contribuito a far emergere lo scandalo del dieselgate; abbiamo condotto una campagna di successo per porre fine al diesel a base di olio di palma; abbiamo assicurato i...

Scorie - Egoisti su per i monti

Chi mi conosce sa che, da uomo di pianura, sono malato di montagna, prendendo a prestito le parole del grande alpinista Hans Kammerlander. Lo sono perché andare per monti, in tutte le stagioni e con qualsiasi condizione meteo, per me è fondamentale per il mio benessere fisico e mentale. Sono stato quindi incuriosito dalla recensione del libro di Matteo Righetto "Il richiamo della montagna", che ritiene che un turismo "slow" in montagna sia un modo per contrastare la crisi climatica e per salvaguardare la biodiversità. Mi sono però imbattuto in queste parole dell'autore, che mi lasciano perplesso: " Camminare in montagna diventa così uno slancio spirituale, filosofico, esistenziale. Restituisce una visione poetica di unità con la natura, rigetta il concetto stesso di egoismo poiché ogni cosa viene illuminata da una luce nuova e finalmente qualcosa cambia per sempre dentro di noi e quindi tra noi e gli altri. Qui, esattamente qui, risiede l'arcano della p...

Scorie - Harvard e la maledizione del fondo da 53 miliardi

Da quando Donald Trump ha iniziato a congelare fondi e sovvenzioni alle università statunitensi, è partita una battaglia legale, capitanata da Harvard, che potrebbe perdere circa 9 miliardi di dollari federali. Ho già commentato qualche settimana fa la vicenda relativa alla Columbia, ma quella di Harvard mi sembra ancora più surreale. Un'università alla quale si accede pagando rette per malcontati 100mila dollari annui dovrebbe a mio parere avere vergogna anche a percepire un solo dollaro di denaro dei pagatori di tasse, a prescindere dal merito della "ingerenza" trumpiana nelle politiche sulle assunzioni e sulle cose da insegnare. Ancora più allucinante mi sembra la questione pensando che il fondo di dotazione di Harvard ammonta a oltre 53 miliardi di dollari e genera oltre un terzo delle entrate annue. Ora, è vero che una parte non irrisoria di quel fondo è destinata a investimenti illiquidi, ma la parte facilmente liquidabile sarebbe più che sufficiente a sopperire a u...