Scorie - Sulle pseudomonete

Sul ridimensionamento (?) del ruolo del dollaro come valuta di riserva globale interviene Donato Masciandaro sulle colonne del Sole 24 Ore, occupandosi anche di euro e di quelle che definisce "pseudo monete".

Definizione nella quale pare ricomprendere strumenti in realtà molto diversi tra loro. Senza pretesa di esaustività e a costo di qualche inesattezza tecnica, credo bisognerebbe invece distinguere tra bitcoin, che è uno strumento il cui protocollo prevede una quantità massima a regime di 21 milioni di unità, e le altre monete pubbliche o private, che tale limite non hanno.

Considerando che bitcoin a oggi è utilizzato prevalentemente per attività di trading o investimento, non credo possa essere definito moneta, non essendo generalmente utilizzato come mezzo di scambio. Ciò non preclude che possa esserlo in futuro.

Quanto alle altre monete non emesse da banche centrali o banche commerciali, distinguerei quanto meno tra le stablecoin, che mirano a mantenere un rapporto costante (generalmente pari a uno) con una moneta fiat sottostante (per lo più il dollaro) e quelle che genericamente sono definite memecoin (chi le definisce shitcoin credo non si allontani dalla sostanza di questi strumenti).

Queste ultime sono emesse da nulla, vendute in cambio di monete fiat, e direi che non sarebbe neppure il caso di definirle monete.

Le stablecoin, per contro, possono essere simili a monete emesse in regime di riserva frazionaria se le riserve non sono pari al 100% dell'importo emesso, mentre nel caso di riserve pari al 100% diventano simili a fondi di mercato monetario, escluso il fatto che generalmente non prevedono alcuna remunerazione o rendimento per chi le detiene. Le riserve sono infatti costituite generalmente da depositi bancari o titoli di Stato e breve termine.

Parlare quindi di "pseudo monete" includendo cose tanto diverse tra loro non contribuisce a fare chiarezza, ammesso che quello fosse l'intento. E forse non lo era.

Scrive Masciandaro:

"Le pseudo monete digitali sono prodotte e distribuite da soggetti privati che hanno l'obiettivo di far utilizzare da famiglie ed imprese le loro passività come mezzo di scambio. Talune di esse dichiarano anche che tali passività possono essere considerare riserve di valore, e che tutelano la privacy, proprio per incentivarne l'utilizzo. Quello che ancora non possono dichiarare, o alludere, è di godere della garanzia pubblica. Il problema è che la percezione delle pseudo monete può essere diversa dalla loro effettiva natura economica. Tanto più si rafforza tale ingannevole percezione, tanto più le pseudo monete possono provocare effetti destabilizzanti sulla moneta moneta pubblica e, di riflesso o anche direttamente, sulla moneta privata."

Masciandaro critica poi l'intento dell'amministrazione Trump di voler favorire le "pseudomonete" ostacolando al contempo l'emissione del dollaro digitale da parte della Fed.

Qui taccia Trump anche di conflitto di interessi, avendo egli lanciato due memecoin a nome suo e della moglie. E in effetti questi strumenti non sono altro, nella sostanza, che un trasferimento di denaro fiat (dollari) a Trump a fronte di emissione di token che non credo potranno mai avere alcuna funzione diversa dal trading, con buone probabilità di perdere anche completamente valore di scambio.

Ma cosa dire delle stablecoin? Se coperte al 100% da depositi in valute fiat e titoli di Stato a breve termine, si tratta di strumenti che possono indubbiamente creare qualche grattacapo alle banche centrali, ma non sono di per sé nocive per i privati che le utilizzano.

In altri termini, non potrebbero di per sé essere inflattive, mentre certamente lo sarebbero le attività utilizzate come riserve. Per fare un esempio, se una stablecoin può essere emessa contro versamento di un pari ammontare di dollari e l'emittente è poi obbligato a depositare quei dollari presso una banca commerciale, il suo impatto è neutrale sull'offerta di dollari.

Mr. Jones cambia 100$ contro 100 unità della stablecoin X. I dollari sono prelevati dal conto corrente che Jones detiene presso la sua banca, ma sono poi depositati dall'emittente della stablecoin X presso un'altra banca. Quindi le riserve bancarie non cambiano (sono solo distribuite diversamente se la banca di Jones e quella dell'emittente sono diverse). Diverso ovviamente sarebbe il caso se l'emittente di X non mantenesse riserve al 100%.

Secondo Masciandaro, però, "gli interessi dell'area e dei paesi membri si tutelano solo rafforzando le prospettive di crescita, anche internazionali, della nostra moneta. A partire dall'introduzione dell'euro digitale. L'azione della Bce in tal senso va politicamente supportata. La minaccia delle pseudo monete non va sottovalutata. Ed il rischio non è prospettico, ma già presente."

Ma l'unico beneficio delle versioni digitali delle monete fiat sarebbe la perdita dell'anonimato per chi le detiene. Un indubbio beneficio per gli Stati, non altrettanto per i privati. Che non sono tutti criminali, ma che potrebbero diventarlo se così decidessero le autorità. La Cina sembra un esempio lontano, ma non più tardi di 5 anni fa bastò un decreto per stabilire che uscire di casa fosse proibito...


Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Sperando che sia l'orgoglio

Scorie - Ritornare a Keynes? No, grazie

Scorie - Da paladini del wokismo a pericoli per la demmocrazia il passo è breve