Scorie - Chiagnono e (ci) fottono

Si lamentano separatamente per bocca di singoli cantanti e attori (rigorosamente "impegnati", che equivale a dire sinistrorsi che vedono fascisti ovunque), ma poi si lamentano anche congiuntamente a livello di impresa, tramite l'ANICA, ossia Associazione Confindustriale che rappresenta diverse categorie di imprese italiane della Filiera Cinematografica, Audiovisiva e Digitale.

Ovviamente si lamentano che le sovvenzioni pubbliche, ossia a carico dei pagatori di tasse, non sono mai abbastanza. 

Alessandro Usai, presidente di ANICA e in questi giorni a Cannes per il noto festival cinematografico dove, altrettanto notoriamente, sfilano e talvolta sono premiati attori e registi tutt'altro che morti di fame eppure non di rado beneficiari delle suddette sovvenzioni, invita tutte le associazioni a fare fronte comune, "per non disperdere le forze. Ed evitare anche che si prendano decisioni sbagliate".

E quali potrebbero essere le decisioni sbagliate? Innanzitutto una chiusura del rubinetto dei soldi dei pagatori di tasse. 

"Sentir parlare della possibilità che lo strumento venga meno è un rischio che non può essere corso", ha detto Usai riferendosi al credito d'imposta. Del quale, è bene ricordarlo, non beneficiano una moltitudine di imprese che non si occupano di cinema e musica.

Sempre riferendosi al credito d'imposta, Usai ritiene che ci sia un problema "di natura tecnico amministrativa. Quello che è successo in questi anni è stata la crescita di produzioni in numero e dimensioni", che "ha comportato, a valle dell'attuale regolamentazione e legislazione, un sovraccarico di lavoro per un'amministrazione che era rimasta tarata a 15 anni fa, quando gli strumenti di intervento erano gestibili con meno risorse". 

Considerazione da cui consegue la richiesta al ministero della Cultura di rafforzare (ulteriormente) l'organico.

Ricapitolando: la sovvenzione ha favorito un aumento del numero delle produzioni e delle dimensioni delle stesse, appesantendo anche il lavoro dell'amministrazione.

Il che era ampiamente prevedibile. Così come prevedibile era la richiesta di altri soldi, nonché di aumentare l'organico del ministero dedicato a elargire quei soldi. Né i soldi, né il numero di perosne che si occupa delle elargizioni saranno mai considerati sufficienti dai beneficiari. Che sono poi anche gli unici ad avere risonanza e voce in capitolo.

Chi paga il conto (quelli che non si vedono, avrebbe detto Bastiat) deve poi non solo continuare a farlo, ma deve anche continuare a sentire questa gente lamentarsi. Giusto per aggiungere la beffa al danno.

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