Scorie - (Dis)continuità

"Parola d'ordine è discontinuità, orientamento al mercato e sostenibilità economica." Con queste parole Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, si è espresso in merito al salvataggio di Alitalia.

In pratica, cambiano i ministri, cambia il loro accento, ma la sostanza è sempre quella. In altri termini, nessuna discontinuità, che è parola d'ordine solo perché richiesta dalla Commissione Ue per autorizzare l'ennesimo aiuto di Stato, ossia l'ennesima conto a carico dei pagatori di tasse.

Secondo Giorgetti, il governo "mette 3 miliardi di euro per avere una compagnia aerea che garantisca l'accessibilità dell'Italia al cargo business e alla sua vocazione al turismo. Questa scelta è dettata dalla certezza del governo di fare la cosa giusta e crede nel progetto.

Argomenti stantii, anche questi in totale continuità con quelli usati dai precedenti governi, di qualsiasi tendenza politica. Come se, in assenza di Alitalia, non ci fosse nessun aereo a portare merci e persone in Italia.

Non mancano, come sempre in questi casi, i buoni propositi. 

"Lo Stato farà la sua parte, ma la compagnia deve essere poi in grado di sostenersi da sola. Non è possibile immaginare un contributo statale", dice Giorgetti.

A dire il vero, considerando la storia degli ultimi quattro decenni, a me pare impossibile immaginare che Alitalia possa fare a meno del contributo statale, ossia dei pagatori di tasse di cui sopra. 

La compagnia sarà verosimilmente in grado di sostenersi da sola fino ad esaurimento dei tre miliardi in questione. Una somma che rappresenta l'ultima iniezione di risorse in ordine di tempo, ma non credo proprio, ahimè, che sarà l'ultima in assoluto.

Temo non ci sia nulla di più continuo di questa discontinuità, anche se le parole di Giorgetti hanno suscitato allarme in tutto il mondo politico sindacale, come se avesse paventato la liquidazione definitiva della compagnia.

Né uno può sperare che qualcuno in Parlamento si opponga. Basti pensare a quanto dichiarato da Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia, attualmente unico partito di opposizione, che, parlando come se fosse un sindacalista della compagnia aerea, ritiene vada scongiurato "il futuro di una mini Alitalia con una flotta aerea dimezzata e con meno personale, mentre il rilancio della nostra compagnia di bandiera deve prevedere un vettore competitivo e il rafforzamento degli asset, logistici e manutentivi, insieme a maggiori investimenti capaci di favorire gli scambi commerciali e il turismo."

Il tutto perché "se vola Alitalia volano il nostro turismo e la nostra economia, se non vola potremo anche risparmiare i costi di carburante e personale, ma sarebbe un'ecatombe per il nostro sistema economico."

Dopo oltre 12 miliardi spesi per mantenere artificialmente in vita o fare resuscitare Alitalia, io preferirei rischiare l'ecatombe cominciando a risparmiare quei costi.


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