Scorie - Obberdire o belare?

In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, Natalino Irti si sofferma sulla parola "obbedienza", a suo dire divenuta impronunciabile nonostante le forti restrizioni imposte a suon di DPCM a persone e imprese.

Scrive Irti:

"L'Italia offre in questi mesi, così trepidi e ansiosi, un singolare esempio di pudore linguistico. Mentre scorre il denso fiume di leggi, decreti, prescrizioni, entro cui il cittadino quasi si perde e smarrisce, c'è una parola impronunciabile."

La parola sarebbe, per l'appunto, "obbedienza". Secondo Irti:

"Vibrano nel rifiuto della parola un sospetto e uno stato d'animo: il sospetto dell'autoritarismo e il fastidio che la volontà propria dipenda da altri. E sarebbe agevole replicare che i comandi provengono da poteri designati, direttamente o indirettamente, dal voto popolare; e che il sentimento della "dipendenza" è proprio di ogni umana comunità, dove s'intrecciano rapporti reciproci, e l'uno all'altro è necessario."

Il replicare "semplice" arriva direttamente, a mio parere, al nocciolo della questione: ossia sacralizzare il principio per cui chi ha ottenuto la maggioranza dei consensi di chi ha votato (che può peraltro essere una minoranza assoluta) ha poi il potere di imporre pressoché qualsivoglia dovere a tutti quanti. Sicché tutti quanti finiscono per essere alla mercé di chi governa. Cambia la forma, ma una dittatura nella sostanza fa la stessa cosa.

Prosegue Irti:

"Il silenzio sull'obbedienza, il ritegno nel suscitare la disciplina collettiva, indeboliscono il vincolo delle prescrizioni, che sembrano come consegnate all'arbitrio e al mutevole gusto dei destinatarî. Si profila così una situazione, che tiene del paradossale: da un lato, l'occasionalismo produttivo di norme innumerevoli (europee, nazionali, regionali, comunali ecc.), che si addensano e incombono; dall'altro, nessun severo e duro richiamo all'obbedienza."

In realtà non passa minuto che non ci siano invocazioni da parte di ministri e medici di varia specializzazione a vivere sotto una campana di vetro. Che, poi, le sanzioni dipendano in larga misura da decisioni estemporanee dei singoli tutori della legge, credo si tratti di una considerazione di carattere generale e non relativa alle sole regole emanate a raffica per contrastare (così dicono) la pandemia.

Conclude Irti:

"Ma dove non c'è tremito della paura, o questa è elusa con fastidio o futile leggerezza, deve pur risuonare l'appello della polis: di questa terrena convivenza, in cui la libertà del singolo trova la propria misura, e a mano a mano si costruisce in osservanza delle leggi. Si suole rammentare che la parola obbedienza ha in sé l'"audire", l'ascolto di chi riceve il comando e decide se obbedirlo o disobbedirlo. E, poiché qualsiasi società è una comunità di ascoltatori, è ben necessario, anche per garanzia di parità con gli spontanei e solleciti osservanti, che a tutti giunga il severo appello della disciplina."

Piaccia o meno, se tutti vivessero in ossequio al motto di "usi obbedir tacendo" (che includeva anche "e tacendo morir") o al più moderno "nei secoli fedele", l'Italia avrebbe 60 milioni di carabinieri. Evidentemente non è così.

Ciò detto, trovo raccapricciante l'affermazione che la libertà del singolo "mano a mano si costruisce in osservanza delle leggi". Proprio perché le leggi non derivano da un ordine spontaneo, bensì dalle preferenze e dall'arbitrio di chi detiene pro tempore il potere.

Per restare al caso di specie, le leggi impediscono a una persona di andare, anche da sola, con la propria automobile fuori dal comune di residenza, se in zona rossa o arancione, o dalla propria regione in tutti i casi, allo scopo di fare una camminata solitaria nei boschi. 

Questa stessa persona potrebbe però andare su un autobus pieno di individui a meno di un metro di distanza l'uno dall'altro, oppure entrare in un supermercato affollato. Potrebbe anche, volendo, andare in bicicletta o di corsa fino alla sua destinazione. Peccato che ciò sia fattibile se si tratta di distanze di alcuni chilometri, ma diventa proibitivo se i chilometri sono diverse decine o centinaia. Ma se uno li percorre in auto da solo, non vedo quale differente rischio di contagio ci sia per se stesso o per gli altri.

Questo è un solo esempio dell'assurdità del richiamo all'obbedienza per il semplice fatto che una cosa è stabilita per legge.

Uomini che vivono come pecore ce ne sono tanti. Per fortuna, non saranno mai la totalità.

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