Scorie - Socialismologia
Aderendo alla raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Sinistra Italiana per introdurre una (altra) imposta patrimoniale, il sociologo Domenico De Masi, che negli ultimi anni ha ricevuto diversi incarichi dal M5S e che è sempre stato di sinistra, ha affermato che "la patrimoniale non sarebbe altro che un piccolo risarcimento dei truffatori nei confronti dei truffati. Eppure il neoliberismo è riuscito a farne un tabù."
Come analisi sociologica non sembra particolarmente profonda. Sembra più una roba da addetti alla griglia nelle feste dell'Unità o altre manifestazioni simili.
In sostanza, sembra che per De Masi ogni patrimonio soggetto all'imposizione di questo nuovo tributo tragga origine dalla truffa. Dato che sarebbero imponibili tutti i patrimoni, al netto delle passività (per esempio, mutui) a partire da 500.000 euro, si dovrebbe concludere che non sia possibile accumulare un patrimonio pari o superiore a tale soglia senza avere truffato il prossimo.
Ovviamente De Masi non porta alcuna prova a sostegno della sua profonda riflessione. Né potrebbe, evidentemente. E non potrebbe per il semplice motivo che trattasi di una cagata pazzesca, per citare il giudizio espresso da Fantozzi dopo aver forzosamente assistito all'ennesima proiezione della Corazzata Potëmkin.
Tra l'altro, se l'ipotesi di De Masi non fosse una cagata pazzesca, sarebbe perfino inspiegabile perché procedere all'applicazione di aliquote comprese tra lo 0,2 e il 2 per cento, quando giustizia vorrebbe che si confiscasse l'intero patrimonio truffaldino.
Perché, se di truffa si trattasse, accontentarsi di un "piccolo risarcimento"?
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