Scorie - Il piano non credibile

Dei tre miliardi stanziati (in deficit) dal governo Conte 2 per la nuova Alitalia, dopo una lunga trattativa la Commissione europea ha autorizzato il Tesoro a utilizzarne 1,35. Subito è stato deliberato un aumento di capitale di 700 milioni, oltre la metà del plafond autorizzato.

La preoccupazione trasversale nel Parlamento, però, non riguarda le prospettive industriali della compagnia, bensì il dimensionamento dell'organico.

Partendo con 52 aerei, circa la metà di quelli della vecchia Alitalia, la nuova compagnia avrà 2800 dipendenti, il che genererà circa 7000 esuberi.

Suppongo sia questo il motivo fondamentale che ha spinto Stefano Fassina di LeU (ma il tenore dei commenti è più o meno lo stesso anche da parte degli esponenti degli altri partiti) ad affermare che "il piano industriale non è credibile".

In effetti il comparto ha problemi significativi, non solo in Italia. A sud delle Alpi, però, le cose andavano male anche prima del Covid. Il che può fare sorgere dubbi sulle effettive possibilità di rilancio. Sta di fatto che se il bacino elettorale a cui tutti puntano, ossia i potenziali esuberi e tutto il loro "indotto", restasse in organico, le probabilità di successo sarebbero pari a zero.

In quel caso il piano sarebbe ancora meno credibile. Tra l'altro, non si può dire che i governi finora abbiano minimizzato le spese di consulenza per la redazione delle varie versioni del piano. Al contrario, sono stati ingaggiati i big del settore. I quali con Power Point possono fare miracoli, ma non possono certo resuscitare un'azienda morta da decenni e testardamente mantenuta in vita artificialmente a suon di soldi dei pagatori di tasse.

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