Scorie - Europeisti nel pallone

All'indomani della vittoria del campionato europeo di calcio da parte della nazionale italiana, non poteva mancare che a sud delle Alpi si desse una lettura politica di un evento sportivo. Si può ritenere che gli inglesi, tanto quelli sugli spalti quanto quelli sul prato di Wembley, non abbiano vissuto sportivamente la sconfitta, ma credo che questo non abbia nulla di politico.

Ecco però la lettura dell'evento da parte di Adriana Cerretelli, europeista in servizio permanente, dalle colonne del Sole 24 Ore. Questo l'inizio dell'articolo: 

"Fosse successo il contrario, la baldanza del Governo Johnson sarebbe salita alle stelle, il suo metodico massacro dell'Europa sarebbe divenuto irrefrenabile e messo al servizio del mito vuoto della gloriosa Global Britannia ormai tutta immaginaria. Invece ha vinto l'Italia e con lei l'Europa. Tanto che, in una salva di entusiasmo collettivo nella notte della vittoria, la Francia di Emmanuel Macron ha illuminato uno dei propri simboli più amati e identitari, la Tour Eiffel, con i colori della bandiera italiana. Sfoggio di patriottismo europeo senza precedenti, figlio della Brexit e delle sue patacche propagandistiche anti-Ue, della plateale sconfitta del complesso di superiorità d'oltre Manica, del senso di liberazione psicologica da un vecchio partner ostico e infine umiliato in un campo di calcio dove gli fa più male."

Sono convinto che sia demenziale attribuire significati politici a un evento sportivo, checché se ne pensi di Brexit e dei comportamenti di questo o quel politico inglese.

Prosegue Cerretelli:

"Fossero state Germania o Francia a far esplodere la bolla, l'onta sarebbe stata bruciante ma un po' meno perché incassata in uno scontro ritenuto tra pari. Imperdonabile invece che sia stata proprio l'Italia a infliggerla, quell'Italia percepita da sempre un gradino sotto nella graduatoria dei Grandi d'Europa, la stessa Italia che nel 1987 mise a segno il sorpasso del Pil inglese entrando così a buon diritto nel club dei paesi più industrializzati del mondo."

Probabilmente Cerretelli non si è accorta che sui campi di calcio non c'è alcun rapporto causale tra potenza industriale dei Paesi e risultati ottenuti. E neppure correlazione. O crede Cerretelli che sarebbe più temibile, come avversario, la nazionale degli Stati Uniti o del Canada rispetto ad Argentina o Brasile?

Ancora Cerretelli:

"Macron è stato prontissimo nel cogliere le implicazioni politico-strategiche di una partita che, dopo la storica svolta del Next Generation Eu, rinsalda l'orgoglio europeo, il consenso popolare a un'Unione meno distante e oscura che espone tutti i falsi giuramenti di divorzi mal combinati. Al disastro inglese si contrappone la resurrezione dell'Italia che, dopo decenni grigi e inconcludenti su troppi fronti, ha mostrato il suo enorme potenziale troppo spesso sprecato e oggi carico di enormi responsabilità: in Europa e per un'Europa migliore. Mario Draghi lo sa: anche il provvidenziale tonico di Wembley gli servirà per ricostruire il paese."

Se di disastro ha senso parlare, probabilmente il vero disastro è quello della nazionale francese, il cui potenziale era certamente superiore a quello dell'Inghilterra e della stessa Italia, ma è stata eliminata dalla Svizzera (che peraltro nella Ue non è mai entrata) agli ottavi di finale.

E restando in tema di competizioni europee, ma per club, la recente finale di Champions League è stata disputata da due squadre inglesi. Sarebbe altrettanto demenziale attribuire alla Brexit tale esito. 

Di questo passo non mi meraviglierei se certi europeisti invocassero un rafforzamento del Next Generation Eu per investimenti pubblici nelle squadre di calcio.

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