Scorie - Quali proporzioni?
Da diverso tempo si parla di riforma fiscale. Adesso pare che l'ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi voglia dare vita a una riforma da cui origini un nuovo "Patto Fiscale" tra Stato e pagatori di tasse.
Strano patto, quello tra soggetti dei quali uno non chiede all'altro il consenso e, in caso di mancata adesione spontanea, può ricorrere alla violenza per pretendere l'adempimento a obbligazioni stabilite unilateralmente.
Secondo le intenzioni, il pagatore di tasse che si sottomette di buon grado avrebbe diritto a un trattamento migliore rispetto a quello attuale. Essere scettici corrisponde a essere realisti, a mio parere.
Per contro, come sempre, si invoca un giro di vite contro gli evasori. Per favorire il quale, accogliendo le lamentele dell'Agenzia delle entrate, si vorrebbero rendere più laschi i limiti all'utilizzo dei dati che gli intermediari comunicano già da un decennio al fisco.
In pratica, "le commissioni ritengono non sia più rinviabile una riflessione inerente un nuovo contemperamento dei principi di tutela della privacy con quelli di contrasto all'evasione fiscale." Che fare? Applicare la normativa europea Gdpr, adottando tuttavia "misure di limitazione proporzionate" per agevolare l'attività degli ispettori del fisco.
Mi pare evidente che se a stabilire il significato di "proporzionate" sono soggetti alla perenne ricerca di risorse da spendere, ci sia qualche motivo di preoccupazione. Ma che questa fosse la prospettiva era chiaro fin dall'istituzione dei database e dalla stratificazione di comunicazione di dati sui clienti da parte degli intermediari.
Purtroppo era e resta solo una questione di tempo.
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