Scorie - Parole da togliere, soldi da bruciare

Nella infinita storia di Alitalia, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato, dopo l'ennesimo incontro-trattativa con la commissaria Margrethe Vestager:

"La nuova Alitalia deve proporre un nuovo piano industriale, che terrà conto della situazione del mercato aereo, che oggi è ovviamente del tutto particolare, per la situazione pandemica mondiale, ma che offre anche delle possibilità di sviluppo."

In pratica, Alitalia invece di fare piani triennali, fa tre piani all'anno. Il tutto per la felicità dei consulenti vari che fanno girare il tassametro delle parcelle.

L'elefante nella cristalleria, peraltro non da oggi, è la parola "esuberi", inevitabilmente legata al ridimensionamento della compagnia aerea.

Ma i sindacati non ne vogliono neppure sentire parlare. Secondo Maurizio Landini della Cgil, "la parola esuberi sarebbe il momento di toglierla".

Probabilmente Landini pensa a riprodurre su Alitalia lo schema dell'ex Ilva: si parte dalla definizione della produzione in funzione della quantità di persone da impiegare, mentre il fatto che poi si riesca a vendere senza perdere miliardi quello che si produce è considerato un dettaglio da ragionieri.

Nel caso di Alitalia, si dovrebbe partire dalla quantità di aerei e di personale, e pazienza se non ci sono abbastanza clienti per evitare di bruciare in tempi rapidi anche i 3 miliardi che il governo Conte2 ha stanziato per l'ennesimo salvataggio.

Si solleciterà l'uso dei fondi del PNRR, suppongo. Salvo poi stupirsi e gridare all'egoismo se a nord delle Alpi non vogliono saperne di rendere permanente il Next Generation Eu.

A forza di non voler sentire certe parole, questo baraccone è già costato ai pagatori di tasse quasi 13 miliardi.

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