Scorie - Purché sia green, sostenibile e digitale
In vista del dibattito che caratterizzerà i prossimi mesi, il commissario Ue Paolo Gentiloni esprime il proprio punto di vista, che poi è quello prevalente in Italia:
"Rilanceremo la revisione del Patto in autunno. Dobbiamo cercare un consenso maggioritario per delle regole modificate. Bisogna tenere conto della situazione attuale. Il debito pubblico dell'eurozona è al 102 per cento. Il Patto di Stabilità e Crescita dovrebbe diventare il Patto di Crescita sostenibile e Stabilità."
Ormai l'aggettivo "sostenibile" è il prezzemolo di ogni discorso politico. Introducendolo, chi lo utilizza presume probabilmente di poter far ingoiare a chi la pensa diversamente qualsiasi cosa.
Ovviamente sul contenuto concreto dell'aggettivo possono esserci – e ci sono – punti di vista molto distanti tra loro. Per esempio, chi crede che la via alla prosperità passi da investimenti pubblici finanziati in deficit con costi tenuti bassi da politiche monetarie espansive e conseguenti monetizzazioni dei debiti, crede che tutto ciò porti a una moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Che poi non è altro che la versione tinteggiata di verde e – appunto – di sostenibilità, della politica economica keynesiana.
Perché, come dice Gentiloni, "cosa vogliamo quando parliamo di Recovery? Solo un rimbalzo? Probabilmente già lo abbiamo. Vogliamo tornare alla "normalità"? Oppure cerchiamo di uscire da 20 anni di crescita striminzita per una crescita duratura più verde e digitale?"
Bando alle mezze misure, quindi. Ma se modificare Maastricht appare un obiettivo politicamente irraggiungibile, a trattati invariati "si possono però modificare le regole sui percorsi di rientro dai debiti e le modalità di investimento rispetto alle grandi transizioni green e digitale."
Che tradotto dal supercazzolese significa: per tutto ciò a cui sarà possibile attribuire l'etichetta "green" e/o "digitale", si cercherà di ottenere una esenzione dall'inclusione nel calcolo del deficit.
Ma "green", "digitale" e "sostenibile" non cambiano la realtà. E il conto qualcuno lo dovrà pur sempre pagare, prima o poi.
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