Scorie - Quale prudenza?

Nonostante da più parti, per esempio in Banca d'Italia e all'Ufficio Parlamentare di Bilancio, siano stati manifestati dubbi sull'eccessivo ottimismo che, come sempre, il governo ha espresso nel fare le previsioni sulla crescita del Pil soprattutto negli anni 2022 e 2023, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, nel corso di un'audizione parlamentare sulla NADEF, ha dichiarato che l'effetto delle riforme aggiungerà 2 punti di Pil al 2026, che però "per prudenza" non sono stati inclusi nel quadro previsionale.

Ovviamente ognuno è libero di credere a ciò che vuole, ma in questo caso più che la prudenza avrebbe dovuto essere un minimo residuo senso del pudore a sconsigliare di inserire quella previsione.

Se in generale le previsioni di tal fatta sono inattendibili, è evidente (o dovrebbe esserlo) che discostarsi in misura significativa, guarda caso al rialzo, rispetto a quanto racconta la storia almeno degli ultimi due decenni non solo non sarebbe stato prudente, ma definitivamente ridicolo.

Così come ridicola è la previsione, sempre da parte di Gualtieri e da me già commentata qualche giorno fa, di una discesa del rapporto tra debito e Pil sotto al 130% entro fine decennio.

E così le persone non solo sono trattate come animali da rinchiudere con la scusa di contenere la diffusione del Covid-19, ma anche da idioti, raccontando loro cose, in fatto di economia e conti pubblici, che non sono impossibili, ma sono comunque decisamente improbabili.

Al peggio pare proprio non esserci limite.

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