Scorie - Il candore di Pedro

Il governo spagnolo ha ribadito in questi giorni che non ha intenzione di chiedere un prestito al MES, e probabilmente anche nell'ambito del Recovery Fund finirà per chiedere solo la parte consistente in trasferimenti a fondo perduto.

Pedro Sanchez, il premier socialista spagnolo, ha sottolineato, con candore da infante, che "a differenza del 2008 la Bce sta comprando il debito pubblico e sta aiutando i governi."

Affermazione che corrisponde in sostanza al vero, dato che la BCE, nell'ambito dei vari programmi di allentamento quantitativo, sta comprando titoli di stato a man bassa, di fatto monetizzandoli ancorché indirettamente, essendo vietata dal Trattato Ue la monetizzazione diretta.

Non a caso, ogni volta che è stata rincarata la dose del quantitative easing, la motivazione ufficiale è stata quella di portare la crescita dei prezzi al consumo "al di sotto ma vicino al 2% annuo", che sarebbe l'obiettivo ufficiale della BCE. La stessa presidente Christine Lagarde si affrettò a marzo ad affermare che non era compito della BCE chiudere gli spread, venendo poi rimproverata a seguito di una reazione negativa degli operatori di mercato, che iniziarono a scaricare BTP. 

Dopo quell'episodio, Lagarde parlò di una azione volta a  "contrastare la frammentazione" dei mercati del debito, una formula abbastanza fumosa che, candidamente, Sanchez ricorda consistere nell'aiutare i governi, soprattutto quelli con i conti pubblici peggiori.

E in effetti non si spiegherebbe altrimenti il fatto che il costo marginale del debito a 10 anni di un Paese (l'Italia) che si avvia ad avere un debito pari a circa il 160 per cento del Pil sia in questi giorni attorno allo 0.7 per cento.

L'importante è non chiamare le cose con il loro nome, anche se poi può capitare che un giovane socialista che si lasci sfuggire quello che non si potrebbe dire.

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