Scorie - La rivoluzione (il)liberale

Da quando è crollato il muro di Berlino, in Italia sono diventati quasi tutti liberali, per lo meno a parole. Salvo poi comportarsi da statalisti illiberali una volta al potere, si trattasse di un comune di poche anime o del governo nazionale.

Da ultimo, invoca la "rivoluzione liberale" anche Matteo Salvini, che pare stia ascoltando i consigli di Marcello Pera, già presidente del Senato in quota intellettuali prestati a Forza Italia.

Salvini arriva quindi a usare lo stesso slogan berlusconiano 25 anni dopo. Quanto a Berlusconi, credo si possa affermare che la rivoluzione liberale non si sia concretizzata nelle diverse occasioni al governo. Lui stesso ha probabilmente profuso più sforzi per una personale rivoluzione libertina, che però non è la stessa cosa. 

Salvini si dice quindi convinto della "necessità di una rivoluzione liberale."

Cadendo poi in contraddizione allorquando, parlando di politica estera, a livello europeo (contesto nel quale i liberali veri sono mosche bianche) sostiene di trovarsi in sintonia con il primo ministro ungherese Viktor Orban, fautore della "democrazia illiberale".

Qualcosa mi dice che per la "rivoluzione liberale" si dovrà ancora attendere.

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