Scorie - Donazioni (in)volontarie
Sentendo l'urgenza di formulare proposte per rendere più sostenibile il grande e crescente debito pubblico italiano, Paolo Cirino Pomicino (che pure un qualche ruolo nell'accumulazione del debito tre decenni fa lo ebbe) rilancia tre idee: un condono fiscale a saldo e stralcio, uno switch per assicurazioni e fondi pensione tra titoli di Stato e immobili di Stato, nonché donazioni da parte di privati allo Stato, per evitare una imposta patrimoniale.
"L'Italia ha il terzo debito più alto al mondo ma ha una ricchezza privata unica al mondo (9.7 trilioni di euro) e peraltro concentrata per il 72% nel 20% della popolazione. E' possibile invitare questa grande ricchezza privata a dare un contributo volontario (sottolineo "volontario"), a fondo perduto tra 30 mila euro e 10 milioni di euro a secondo del reddito delle persone fisiche e del fatturato delle imprese…? Noi pensiamo di sì e stime prudenti parlano di almeno 120 miliardi… Lo Stato potrebbe dare a questi contribuenti un premio procedurale garantendo per i prossimi cinque anni di non avere accertamenti fiscali a condizione però che i loro redditi e fatturati aumentino ogni anno di almeno 1,5%."
Premesso che l'importo della ricchezza privata andrebbe preso in causa con cautela, non essendo per buona parte facilmente liquidabile, credo che si potrebbe anche obiettare che sarebbe come gettare le perle ai porci.
L'assunzione implicita sembra essere che tutte le grandi ricchezze, da cui dovrebbero derivare le donazioni, siano frutto di evasione fiscale. Non si spiega altrimenti come avere la certezza che per 5 anni consecutivi si debba poi aumentare reddito o fatturato di almeno 1,5% per evitare accertamenti fiscali. Né si spiega, con riferimento alle imprese, perché fare riferimento al fatturato e non all'utile, dato che la deducibilità dei costi non è ancora stata totalmente abolita nella determinazione dell'imponibile delle persone giuridiche.
In ogni caso, non immagino la fila per donare (ed è meglio così).
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