Scorie - Stupro al liberalismo

"Forza Italia chiede misure concrete per combattere la disoccupazione e,
soprattutto, chiede investimenti pubblici che possano rilanciare l'economia
e, quindi, il lavoro."
(R. Polverini)

Vent'anni fa Silvio Berlusconi si presentò in una delle sue televisioni
raccontando agli italiani che avrebbe fondato un "partito liberale di
massa". Ancora oggi Berlusconi sostiene che Forza Italia sia un partito
liberale, pur essendo (almeno a me) impossibile ricordare un solo
provvedimento autenticamente liberale assunto durante le non brevi
esperienze di governo.

D'altra parte i liberali in Italia sono sempre stati pochi e male
organizzati, probabilmente anche per via del fatto che un individualista
mal si presta alla disciplina militare che richiede l'adesione a un
partito. E in effetti nel partito berlusconiano abbondavano e ancora
abbondano ex socialisti, ex democristiani e persino ex fascisti ed ex
comunisti. I pochi liberali non hanno mai avuto alcun ruolo di rilievo e
sono sempre stati una sparuta minoranza.

Si prenda l'esempio di Renata Polverini, una signora che è passata dal
ruolo di segretario sindacale (UGL) alla presidenza della Regione Lazio per
l'allora PDL e ora è tra i parlamentari di Forza Italia. Qualcuno forse
potrà pensarla diversamente, ma io ritengo che il sindacalismo e il
liberalismo siano del tutto incompatibili.

D'altronde basta leggere le parole che ho riportato per rendersi conto che
si tratta della tipica dichiarazione di un sindacalista (statalista).
Giusto ieri commentavo qualcosa di simile pronunciato da Susanna Camusso,
che per lo meno non si sogna neppure di militare in un partito che continua
ad autodefinirsi liberale (al limite finirà nell'ala sinistra del PD, come
diversi suoi predecessori).

Ora, io non so se quella di Polverini sia la linea ufficiale di Forza
Italia (non ho peraltro letto o sentito sconfessioni da parte dei suoi
colleghi di partito), ma so per certo che chiedere "investimenti pubblici
per rilanciare l'economia" è il tipico programma socialista, non liberale.

Il dramma è che per larga parte dell'opinione pubblica e dei mezzi di
informazione la proposta politica di Forza Italia è davvero considerata
liberale. Il che rende ancor più difficile la diffusione di idee
autenticamente liberali in questo Paese da sempre statalista.

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