Scorie - Manca un articolo determinativo

"Chi ruba va fermato, ma non si fermano le opere. Non è accettabile che ci
sia chi oggi in una logica disfattista dica 'fermiamo Expo'. Di fronte al
malaffare non si fermano i lavori pubblici. Lo Stato è più grande e forte
dei ladri."
(M. Renzi)

Così ha detto il presidente del Consiglio, a Milano per "mettere la
faccia", come ama ripetere assomigliando sempre più a un disco rotto, sul
casino dell'Expo. Quelle di Renzi sono frasi di circostanza che ognuno dei
suoi predecessori avrebbe pronunciato, per cui non c'è tanto da commentare.

Personalmente resto convinto che invece di pensare a nuove leggi e
inasprimenti delle pene, con tanto di nomine di magistrati che si occupino
specificamente di determinate faccende, sarebbe ora di capire che la
corruzione regna sovrana laddove maggiore è la presenza di appalti pubblici
e ci sono montagne di denaro dei cosiddetti contribuenti che un numero
sempre più consistente di burocrati e politici a vario livello deve
gestire.

Ben vengano, ovviamente, le persone oneste, ma non è sperando nella
assoluta onestà degli individui o nella venuta degli angeli vendicatori a
giustiziare i colpevoli che si riduce la corruzione, bensì riducendo le
occasioni di corruzione. Cosa che in Italia nessuno ha ancora pensato di
fare.

Ciò detto, e senza dilungarmi oltre, ascoltando e leggendo le parole di
Renzi non ho potuto fare a meno di notare l'assenza di un articolo
determinativo che, a mio parere, darebbe il senso corretto all'ultima
frase: "Lo Stato è IL più grande e forte dei ladri".

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