Scorie - Anche la "spinta gentile" comprime la libertà
"Le regole fiscali devono essere disegnate non solo per esigenze di gettito
o per trovare coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema
di incentivi che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi e che
tuteli la competitività del nostro Paese nel panorama internazionale. La
revisione della tassazione sulle rendite finanziarie può essere l'occasione
per riequilibrare la pressione fiscale complessiva, ma anche per disegnare
un sistema di incentivi che premi l'investimento di lungo periodo,
soprattutto di natura previdenziale, e favorisca la canalizzazione del
risparmio verso forme di investimento specializzate nel finanziamento delle
piccole e medie imprese."
(G. Vegas)
Giuseppe Vegas, presidente della Consob, sostiene che lo Stato dovrebbe
disegnare le regole fiscali "non solo per esigenze di gettito o per trovare
coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema di incentivi
che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi".
A suo parere uno di questi comportamenti consisterebbe nell'investimento di
"lungo periodo, soprattutto di natura previdenziale", meglio se in "forme
di investimento specializzate nel finanziamento delle piccole e medie
imprese". Verrebbe da dire che per Vegas l'ideale sarebbe l'incentivo a
investire in fondi pensione che finanzino, direttamente o tramite la
sottoscrizione di obbligazioni, le PMI.
A onor del vero già da tempo i fondi pensione sono soggetti a una
tassazione inferiore rispetto alle aliquote ordinarie sui redditi da
attività finanziarie, sia con riferimento ai risultati di gestione
conseguiti annualmente, sia al momento dell'erogazione delle prestazioni.
Al tempo stesso, uno potrebbe anche concordare con Vegas sull'opportunità
di canalizzare il risparmio (previdenziale o meno) verso il finanziamento
delle PMI in parziale sostituzione del credito bancario.
Quello suggerito da Vegas è un interventismo da "spinta gentile", ossia
caratterizzato da provvedimenti legislativi che non impongono (o vietano)
taluni comportamenti, ma li incentivano (o disincentivano). In termini
relativi un approccio del genere potrebbe anche essere considerato migliore
di quello fatto di obblighi e divieti, ma ci troviamo pur sempre di fronte
a una forma di paternalismo da parte dello Stato che, a mio parere, va
respinto da un punto di vista di principio.
Ogni intervento dello Stato, ogni forma di tassazione, crea distorsioni. Le
creerebbe anche una flat tax. Non può esistere una tassa neutrale, per il
semplice fatto che la disutilità derivante al singolo contribuente dalla
tassa non può essere misurata oggettivamente. Peraltro, anche se esistesse
una tassa neutrale, si tratterebbe pur sempre di una violazione del
principio di non aggressione alla proprietà privata o, detto in termini più
spicci, di un atto analogo al furto o all'estorsione.
A maggior ragione crea distorsioni una tassazione che miri a incentivare (o
disincentivare) determinati comportamenti. Ciò che da taluni è ritenuto
virtuoso, potrebbe non esserlo per altri. Tra l'altro, mi sembra appena il
caso di ricordare che probabilmente non è esistito al mondo nessun
dittatore che non ritenesse di volere rendere virtuose le persone
sottoposte al suo governo.
Per quanto il risparmio svolga una funzione fondamentale per i singoli
individui che risparmiano e per coloro che utilizzano le somme da costoro
risparmiate, credo che nessuno, men che meno lo Stato, debba sostituirsi
alle valutazioni degli individui stessi nello stabilire (o incentivare)
determinati comportamenti. Al tempo stesso, i singoli individui dovrebbero
essere pienamente responsabili e sopportare le conseguenze delle proprie
azioni.
Trovo profondamente ipocrita l'atteggiamento ampiamente diffuso di
considerare il popolo titolare di sovranità, ma i singoli individui
sostanzialmente incapaci di decidere cosa è bene per se stessi. Persone
ritenute capaci di intendere e di volere solo il giorno delle elezioni,
salvo poi dover essere guidati (e tosati) come un gregge di pecore.
La tassazione sui redditi di natura finanziaria non dovrebbe essere
modulata in base ai tipi di investimento: semplicemente dovrebbe essere
azzerata. Ogni forma di paternalismo da "spinta gentile", per quanto forse
meno peggio di quello "ruvido", resta pur sempre incompatibile con la
società libera.
o per trovare coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema
di incentivi che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi e che
tuteli la competitività del nostro Paese nel panorama internazionale. La
revisione della tassazione sulle rendite finanziarie può essere l'occasione
per riequilibrare la pressione fiscale complessiva, ma anche per disegnare
un sistema di incentivi che premi l'investimento di lungo periodo,
soprattutto di natura previdenziale, e favorisca la canalizzazione del
risparmio verso forme di investimento specializzate nel finanziamento delle
piccole e medie imprese."
(G. Vegas)
Giuseppe Vegas, presidente della Consob, sostiene che lo Stato dovrebbe
disegnare le regole fiscali "non solo per esigenze di gettito o per trovare
coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema di incentivi
che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi".
A suo parere uno di questi comportamenti consisterebbe nell'investimento di
"lungo periodo, soprattutto di natura previdenziale", meglio se in "forme
di investimento specializzate nel finanziamento delle piccole e medie
imprese". Verrebbe da dire che per Vegas l'ideale sarebbe l'incentivo a
investire in fondi pensione che finanzino, direttamente o tramite la
sottoscrizione di obbligazioni, le PMI.
A onor del vero già da tempo i fondi pensione sono soggetti a una
tassazione inferiore rispetto alle aliquote ordinarie sui redditi da
attività finanziarie, sia con riferimento ai risultati di gestione
conseguiti annualmente, sia al momento dell'erogazione delle prestazioni.
Al tempo stesso, uno potrebbe anche concordare con Vegas sull'opportunità
di canalizzare il risparmio (previdenziale o meno) verso il finanziamento
delle PMI in parziale sostituzione del credito bancario.
Quello suggerito da Vegas è un interventismo da "spinta gentile", ossia
caratterizzato da provvedimenti legislativi che non impongono (o vietano)
taluni comportamenti, ma li incentivano (o disincentivano). In termini
relativi un approccio del genere potrebbe anche essere considerato migliore
di quello fatto di obblighi e divieti, ma ci troviamo pur sempre di fronte
a una forma di paternalismo da parte dello Stato che, a mio parere, va
respinto da un punto di vista di principio.
Ogni intervento dello Stato, ogni forma di tassazione, crea distorsioni. Le
creerebbe anche una flat tax. Non può esistere una tassa neutrale, per il
semplice fatto che la disutilità derivante al singolo contribuente dalla
tassa non può essere misurata oggettivamente. Peraltro, anche se esistesse
una tassa neutrale, si tratterebbe pur sempre di una violazione del
principio di non aggressione alla proprietà privata o, detto in termini più
spicci, di un atto analogo al furto o all'estorsione.
A maggior ragione crea distorsioni una tassazione che miri a incentivare (o
disincentivare) determinati comportamenti. Ciò che da taluni è ritenuto
virtuoso, potrebbe non esserlo per altri. Tra l'altro, mi sembra appena il
caso di ricordare che probabilmente non è esistito al mondo nessun
dittatore che non ritenesse di volere rendere virtuose le persone
sottoposte al suo governo.
Per quanto il risparmio svolga una funzione fondamentale per i singoli
individui che risparmiano e per coloro che utilizzano le somme da costoro
risparmiate, credo che nessuno, men che meno lo Stato, debba sostituirsi
alle valutazioni degli individui stessi nello stabilire (o incentivare)
determinati comportamenti. Al tempo stesso, i singoli individui dovrebbero
essere pienamente responsabili e sopportare le conseguenze delle proprie
azioni.
Trovo profondamente ipocrita l'atteggiamento ampiamente diffuso di
considerare il popolo titolare di sovranità, ma i singoli individui
sostanzialmente incapaci di decidere cosa è bene per se stessi. Persone
ritenute capaci di intendere e di volere solo il giorno delle elezioni,
salvo poi dover essere guidati (e tosati) come un gregge di pecore.
La tassazione sui redditi di natura finanziaria non dovrebbe essere
modulata in base ai tipi di investimento: semplicemente dovrebbe essere
azzerata. Ogni forma di paternalismo da "spinta gentile", per quanto forse
meno peggio di quello "ruvido", resta pur sempre incompatibile con la
società libera.
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