Scorie - Allineamento di interessi
"Gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono allineati:
perché tanto le banche quanto i governi operano affinché le economie
crescano in maniera sana, che è l'habitat ideale anche per gli operatori
finanziari."
(V. Grilli)
Dopo aver trascorso un anno sabbatico ipocritamente ritenuto necessario per
evitare conflitti di interessi, l'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli
è stato nominato presidente dell'investment banking per l'area EMEA
(Europe, Middle East, Africa) dalla banca americana JP Morgan. Quella che
porta il nome del fondatore, John Pierpont Morgan, appunto, che fu tra i
principali artefici dell'istituzione della Federal Reserve.
Sulla prima parte dell'affermazione di Grilli non trovo nulla da eccepire:
effettivamente "gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono
allineati". Che poi tali interessi consistano principalmente nell'avere una
crescita sana delle economie è discutibile.
Per carità, effettivamente una crescita sana dell'economia sarebbe
l'ideale, ma è sostanzialmente incompatibile con i consueti interventi dei
governi che distorcono la domanda e/o l'offerta, nonché con il
funzionamento dei sistemi bancari a riserva frazionaria, basati sulla
sostituzione di risparmio reale con denaro creato dal nulla.
E' però indubbiamente vero che nei sistemi bancari a riserva frazionaria le
banche hanno bisogno della protezione dei governi (per socializzare le
eventuali perdite), così come i governi hanno bisogno delle banche per
finanziare spese pubbliche costantemente in crescita (una volta soprattutto
per finanziare le guerre, oggi soprattutto per finanziare sistemi di
welfare fallimentari) ed eccedenti i pur cospicui gettiti fiscali. Senza
sistemi bancari a riserva frazionaria basati su moneta fiat l'erosione
reale del debito non sarebbe semplice e, soprattutto, sarebbe percepita
molto più nitidamente da color che subiscono gli effetti redistributivi
dell'inflazione.
Gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono veramente
allineati.
perché tanto le banche quanto i governi operano affinché le economie
crescano in maniera sana, che è l'habitat ideale anche per gli operatori
finanziari."
(V. Grilli)
Dopo aver trascorso un anno sabbatico ipocritamente ritenuto necessario per
evitare conflitti di interessi, l'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli
è stato nominato presidente dell'investment banking per l'area EMEA
(Europe, Middle East, Africa) dalla banca americana JP Morgan. Quella che
porta il nome del fondatore, John Pierpont Morgan, appunto, che fu tra i
principali artefici dell'istituzione della Federal Reserve.
Sulla prima parte dell'affermazione di Grilli non trovo nulla da eccepire:
effettivamente "gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono
allineati". Che poi tali interessi consistano principalmente nell'avere una
crescita sana delle economie è discutibile.
Per carità, effettivamente una crescita sana dell'economia sarebbe
l'ideale, ma è sostanzialmente incompatibile con i consueti interventi dei
governi che distorcono la domanda e/o l'offerta, nonché con il
funzionamento dei sistemi bancari a riserva frazionaria, basati sulla
sostituzione di risparmio reale con denaro creato dal nulla.
E' però indubbiamente vero che nei sistemi bancari a riserva frazionaria le
banche hanno bisogno della protezione dei governi (per socializzare le
eventuali perdite), così come i governi hanno bisogno delle banche per
finanziare spese pubbliche costantemente in crescita (una volta soprattutto
per finanziare le guerre, oggi soprattutto per finanziare sistemi di
welfare fallimentari) ed eccedenti i pur cospicui gettiti fiscali. Senza
sistemi bancari a riserva frazionaria basati su moneta fiat l'erosione
reale del debito non sarebbe semplice e, soprattutto, sarebbe percepita
molto più nitidamente da color che subiscono gli effetti redistributivi
dell'inflazione.
Gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono veramente
allineati.
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