Scorie - La visione strategica sui (non) tagli

"Per fare tagli di spesa significativi e strutturali devi agire con una
visione strategica. Nella sanità, nei trasporti, puoi fare veri risparmi se
avvii trasformazioni che portano efficienze di scala. Non basta
concentrarsi a togliere un milione qui e uno lì. È un processo complesso."
(G. Delrio)

Il governo Renzi è partito con la foga di un centometrista (a parole,
peraltro), ma dopo poco più di due mesi pare già essere assalito da un
bradisismo non dissimile da quello che caratterizzò il precedente governo
Letta, soprattutto nella fase in cui l'attuale presidente del Consiglio
twittò "enricostaisereno" (preparandosi a dargli il benservito).

Al netto delle conferenze stampa torrenziali, con o senza slides, l'unica
certezza, finora, è l'aumento permanente della tassazione sui redditi da
attività finanziarie, mentre i famosi 80 euro al mese per i dipendenti che
percepiscono redditi compresi tra 8.000e 24.000 euro annui necessitano di
coperture ancora da individuare per essere estesi oltre il 2014.

Renzi esordì tacciando di eccessiva cautela il commissario alla spending
review Carlo Cottarelli, che riteneva realizzabili poco oltre tre miliardi
di tagli alla spesa nel 2014; secondo il presidente del Consiglio potevano
essere 7 miliardi. Alla fine saranno meno di 3, e buona parte demandati
agli enti territoriali, i quali, con ogni probabilità, si rifaranno
sfruttando tutte le leve in loro possesso per aumentare i tributi locali.

Adesso il sottosegretario Delrio annuncia che bisogna "agire con una
visione strategica", che "non basta concentrarsi a togliere un milione qui
e uno lì. È un processo complesso".

Nessuno dubita che sia un processo complesso, ma la spesa pubblica viene
analizzata (almeno così ci dicono) da diversi anni e dovrebbe essere ormai
abbastanza chiaro cosa sia necessario fare. E in effetti Giarda, Bondi e
ora Cottarelli hanno fornito ai governi degli ultimi anni rapporti
piuttosto dettagliati sui possibili risparmi.

Si tratta solo di decidere, e la mia impressione è che la "visione
strategica" debba in realtà essere interpretata con la visione delle sempre
più frequenti scadenze elettorali. Da questo punto di vista la differenza
tra Renzi e i suoi predecessori è solo nei mezzi usati per comunicare, non
nella sostanza del contenuto.

E il contenuto, per me, è abbastanza deprimente.

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