Scorie - Il Green Deal non è piaciuto? Proseguire comunque su quella strada

Le recenti elezioni europee hanno segnalato che un crescente numero di elettori non ha condiviso l'approccio alla transizione energetica seguito negli ultimi conque anni, quelli per intenderci del Green Deal e dei Frans Timmermans.

Il che non significa necessariamente che siano tutte persone che non sono preoccupate per l'ambiente o il clima, come invece risulta implicito nelle lamentele degli ecotalebani per l'esito delle elezioni. Una parte di coloro che non condivisono l'approccio alla Timmermans vorrebbero semplicemente che non si pensasse al futuro, anche molto lontano, ipotizzando che nel frattempo non ci siano nuove scoperte in grado di affrontare i problemi con strumenti diversi da quelli designati e imposti nella loro unicità dal Green Deal. Altrimenti si ripete l'approccio (fallimentare) del Club di Roma di cinquant'anni fa.

Interessante, per esempio, è il libro di Vince Ebert "Non è ancora la fine del mondo".

Per gli ecotalebani, tuttavia, l'esito del voto dovrebbe essere sostanzialmente ignorato, perché quei voti sono stati espressi da persone nella migliore delle ipotesi ignoranti, che devono essere guidate per fare la cosa giusta.

Per inciso, da libertario non sono a mia volta contento che persone con il loro voto decidano anche per me, ma, contrariamente agli ecotalebani (e ai socialisti di ogni dove), non vorrei imporre nulla a nessuno, se non il rispetto del principio di non aggressione.

La pattuglia di ecotalebani di Bloomberg ha collettivamente invitato i partiti che hanno avuto la maggioranza la scorsa legislatura europea, e che probabilmente finiranno per avere le redini anche nel prossimo quinquennio, a non diluire il Green Deal, perché questo "causerebbe ancora più radicalizzazione" negli elettori. Anzi, sul clima l'Europa dovrebbe fare di più, nonostante sia già più avanti del resto del mondo.

Ora, prescindendo dal merito dell'approccio ecotalebano, per loro stessa ammissione i costi sono di "migliaia di miliardi di euro". Dove trovarli? La ricetta è sempre quella: aumetare le carbon tax distribuendo i costi "nel modo più equo possibile". Il che è abbastanza facile da dire, ma irrealistico.

In ogni caso, ho l'impressione che questi signori non si rendano conto che un altro quinquennio alla Timmermans non sarebbe il modo migliore per convincere gli europei che quello è l'approccio giusto al problema. O probabilmente se ne rendono conto, ma non gliene importa granché.


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