Scorie - Verdi di rabbia?

L'esito delle recenti elezioni europee ha creato sconcerto tra i fautori della transizione green "tutto e subito". In attesa di capire cosa succederà, è ragionevole attendersi che l'approccio nei prossimi anni non sarà lo stesso che ha portato al Green Deal, con Frans Timmermans che sembrava essere il portaborse di Greta Thunberg.

Secondo Lara Williams, membro della pattuglia green degli opinionisti di Bloomberg, "studio dopo studio dimostra che intraprendere oggi azioni decise sulla decarbonizzazione farà risparmiare denaro nel lungo periodo, mentre il cambiamento climatico impatta già ora il nostro portafoglio."

Ma le famiglie meno abbienti non possono permettersi di pensare al lungo periodo, riconosce Williams, dovendo preoccuparsi piuttosto di arrivare a fine mese. Per questo "la transizione green deve offrire loro una vita tangibilmente migliore, che si tratti di trasporti pubblici, miglioramenti nelle case, formazione e opportunità di lavoro."

I politici dovrebbero essere "focalizzati sulla giustizia" per fare tutto ciò, conclude Williams.

Giustizia dovrebbe presupporre che sia imposto a chi ha commesso un danno di risarcire chi è stato danneggiato. Ma temo che Williams abbia in mente un concetto più rawlsiano di giustizia. Perseguendo il quale, però, si finirebbe inevitabilmente per essere ingiusti verso chi dovrebbe pagare il conto, che è comunque molto salato.

Quello che la stessa Williams riconosce è che coloro che sono contrari ai provvedimenti assunti fin qui nell'ambito del Green Deal non sono necessariamente negazionisti del cambiamento climatico, né indifferenti allo stato dell'ambiente. Sono però contrari al manicheismo che ha contraddistinto l'approccio alla Timmermans, i cui benefici sono tutt'altro che chiari. Sono contrari alla rinuncia a un serio dibattito anche in ambito scientifico, dove chi ha osato mettere in discussione alcuni punti su cui è basato il Green Deal sono stati ostracizzati. E in parte sono anche contrari perché il Green Deal è liberticida, come ogni legislazione socialisteggiante.

Non capiscono per quale motivo accanirsi sulla transizione forzata all'auto elettrica, quando anche azzerando le emissioni climalteranti delle auto endotermiche non cambierebbe sostanzialmente nulla a livello di cambiamento climatico, però la proprietà dell'automobile tornerebbe a essere un lusso come oltre un secolo fa. Per di più, non capiscono poi perché aumentare i dazi sulle auto elettriche cinesi, che per lo meno sarebbero accessibili a (quasi) tutti. Questo anche senza entrare nel merito dei motivi per cui le auto cinesi costano meno.

Williams crede probabilmente che basti alleviare i costi della transizione sui meno abbienti per risolvere il problema. Ma questo non renderebbe il tutto meno costoso (né meno liberticida). Semplicemente sposterebbe il costo o su un numero più ristretto di pagatori di tasse, oppure in misura maggiore sulle generazioni future. In termini di valore attuale netto, io avrei meno certezze di Williams, che però cita con sicumera studi che con una grande disinvoltura disegnano scenari a lunghissimo termine stiracchiando i numeri non senza qualche bias. E, come è noto, se ben torturati tutti i numeri diventano verdi.

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