Scorie - Calcialo ancora Christine

Come di consueto, all'indomani della riunione periodica del Consiglio direttivo della BCE, il Sole 24 Ore affida il commento alle decisioni assunte dalla banca centrale al professor Donato Masciandaro.

Masciandaro elenca tre problemi che ha dovuto affrontare la BCE da quanto è presidente Christine Lagarde.

"Dall'inizio del suo mandato alla Bce, Christine Lagarde si è progressivamente trovata di fronte a tre questioni macroeconomiche da affrontare. Le prime due questioni si erano in realtà già presentate, ed erano state affrontate, durante il mandato del presidente Draghi. Da un lato, la lunga recessione economica iniziata nel 2008 aveva imposto alla Banca centrale europea di portare i tassi di interesse a breve termine prima allo zero, poi addirittura in territorio negativo. Contemporaneamente, l'eccezionale avversione al rischio aveva danneggiato i mercati finanziari, spingendo la Bce a diventare un operatore primario, sistematico e quotidiano sui mercati obbligazionari, pubblici e privati, oltre che a continuare le operazioni bilaterali con le banche. La presidente Lagarde non è stata fortunata, perché alle due problematiche ereditate se ne aggiunta una terza: la pandemia. Per cui la Bce ha dovuto riaprire la cassetta degli attrezzi, ed aggiungere un terzo strumento: l'intervento straordinario sui mercati finanziari."

E' interessante, a mio parere, notare l'asimmetria nella valutazione della propensione o dell'avversione al rischio.

Quando la propensione è elevata, spesso a causa della politica monetaria ultraespansiva, si paventa al più il rischio che si formino bolle, anche quando sono già palesemente gonfie.

Quando, al contrario, inizia a esserci avversione al rischio e conseguente correzione dell'euforia precedente, si lamenta subito un danneggiamento dei mercati finanziari, quasi che i prezzi delle attività finanziarie potessero solo salire e mai scendere.

Asimmetria che porta a giustificare un atteggiamento per lo più espansivo da parte delle banche centrali, chiamate a contrastare lo sgonfiamento di bolle di cui hanno prima esse stesse favorito la formazione.

Masciandaro nota che oggi "uno dei tre nodi macroeconomici sembra prossimo ad essere sciolto: la recessione pandemica è terminata, e la ripresa post-pandemica appare robusta, anche se non può essere considerata ancora irreversibile. È quello che raccontano le previsioni aggiornate della Bce. Quindi, nessun cambiamento sulle caratteristiche complessive dell'intervento straordinario anti-pandemia – 1850 miliardi, almeno fino a marzo 2022 incluso – ma sarà possibile un moderato rallentamento degli acquisti obbligazionari. Di fronte ad un miglioramento macroeconomico, un rallentamento dell'immissione straordinaria della liquidità può trovare d'accordo sia i falchi che le colombe, come infatti è avvenuto. Perché le occasioni di confronto, e magari di disaccordo, sono posticipate, perché le decisioni sugli altri due fronti aperti – i tassi negativi e le operazioni sistematiche di iniezioni della liquidità – sono al momento congelate."

In sostanza, la BCE continua a calciare avanti il barattolo, anche perché ciò "consente di raggiungere con più facilità il consenso".

Masciandaro anticipa anche la sequenza della "normalizzazione" (peraltro chiaramente comunicata dalla stessa banca centrale): "già sappiamo che anche la normalizzazione di liquidità e tassi non sarà simultanea, ma sequenziale. Prima, e sempre gradualmente, verranno tolte le stampelle al funzionamento dei mercati obbligazionari. Solo dopo i tassi di interesse potranno ritornare nel loro naturale territorio positivo."

Ora, togliere le stampelle a un mercato ingolfato da migliaia di miliardi di debito, pubblico e privato, che giungerà a scadenza nei prossimi anni e che è stato emesso in gran quantità proprio grazie alla politica monetaria ultraespansiva, è un'operazione che si continua ad annunciare per il futuro, ma che non si vuole fare e, se fosse fatta, provocherebbe il "danneggiamento" dei mercati finanziari a cui Masciandaro fa riferimento nella parte iniziale dell'articolo.

Per questo il barattolo continuerà a essere calciato in avanti, contando sul fatto che non venga meno la fiducia in questa narrazione e che siano sempre in pochi a vedere che il re è nudo.


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