Scorie - Regola d'oro o di platino, ma sempre qualcuno deve pagare il conto

Non appena varato il programma Next Generation Eu con debito comune europeo per 750 miliardi, in Italia iniziò il coro di quelli che volevano renderlo permanente.

Quelli che inneggiano ad Alexander Hamilton credendo che sia politicamente possibile mettere assieme tutti i debiti pubblici pregressi in nome della solidarietà tra europei. Ovviamente mantenendo poi ampia discrezionalità sui provvedimenti di spesa, dato che per questi signori la botte piena e la moglie ubriaca debbono poter coesistere, e se non lo fanno è solo per colpa degli egoismi di tedeschi e olandesi.

Ecco, quindi, che Mario Baldassarri enuncia la sua ricetta per uscire dalla palude della stagnazione degli ultimi due decenni, affermando che è urgente "decidere subito due cose: come rendere permanente il Ngeu e come definire nuovi parametri per un nuovo Patto di stabilità."

Ed ecco cosa fare:

"Il "compito" dell'Unione europea è ora quello di "raddoppiare" il bilancio ordinario, "aggiungendo" un vero bilancio federale di altri 150 miliardi di euro all'anno coperto in parte con entrate proprie dell'Unione e in parte accendendo un debito comune federale. Si tratta cioè di avere un Ngeu "permanente" e non "una tantum". La Ue avrebbe così un bilancio pari al 2% del Pil, ancora ben lontano dal 25% del bilancio federale degli Stati Uniti d'America, ma sarebbe la pietra d'angolo di quella che dovrà essere l'Europa "politica" del XXI secolo."

Occorre sempre ricordare che le "entrate proprie" sono tasse. Se queste si aggiungono a quelle già in essere nei singoli Paesi, il conto per i pagatori di tasse non può che aumentare. Che poi le si paghi allo Stato in cui si è residenti o all'Unione europea, poco cambia.

Questo dettaglio è sempre omesso dagli entusiasti dell'incremento del bilancio europeo.

Ed ecco l'altro punto saliente:

"Sul nuovo Patto di stabilità e crescita vanno escluse dal deficit le spese per investimenti e va sostituito all'avanzo primario (parametro puramente aritmetico) quello dell'"avanzo di parte corrente" (che si chiama risparmio pubblico) e per ogni 1% di avanzo corrente (autofinanziamento) si può permettere almeno il 2% di investimenti pubblici in più in deficit. Si tratta cioè di introdurre una Platinum rule ancor più efficace e rigorosa rispetto alla Golden rule di Robert Solow. Sarebbe come per le famiglie quando decidono di comprare una casa pagando un anticipo del 30% e accendendo un mutuo per il restante 70 per cento. Tutta in contanti, forse, non la potrebbero mai comprare. Il vecchio Patto con l'azzeramento del deficit costringe tutti gli Stati a pagare "in contanti" tutte le spese, investimenti compresi."

Baldassarri vorrebbe quindi consentire più deficit (ovviamente per investimenti, magari green!) a coloro che hanno un eccesso di esportazioni di beni e servizi rispetto alle importazioni. I problemi non sparirebbero, a partire dal fatto che l'avanzo di parte corrente può diventare disavanzo da un anno all'altro, mentre gli investimenti hanno durata pluriennale.

Del tutto fuorviante, poi, il parallelo con il mutuo contratto da una famiglia per acquistare una casa. Il mutuo è sempre erogato in funzione della capacità di generazione di reddito del mutuatario. Per di più sulla casa è iscritta ipoteca da parte della banca finanziatrice.

Ultimo, ma non meno importante, non si capisce come mai altrove sia stato possibile finanziare investimenti pubblici senza accumulare un debito in rapporto al Pil a livelli italiani. Eppure le regole erano le stesse. Un motivo in più per essere scettici sulle regole che invocano i metalli preziosi e per ritenere che tale scetticismo continuerà a esserci anche a nord delle Alpi.

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