Scorie - Reversibilità

Al termine del discorso complessivamente abbastanza scontato in cui Mario Draghi ha chiesto (poi ottenuto) ai senatori la fiducia per il nuovo governo da lui presieduto, Matteo Salvini si è espresso così:

"Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani. Ottimo punto di partenza, nel nome dell'efficienza, della trasparenza e del cambiamento."

Salvini ha poi concluso alla Guido Meda, con un "La Lega c'è!".

Va detto che, come spesso capita a tutti i politici, il capitano ha fatto cherry picking, pescando solo ciò che gli faceva comodo. Nel discorso di Draghi, infatti, c'era anche questo passaggio:

"Sostenere questo governo significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro, significa condividere la prospettiva di un'Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa."

Che dal neo presidente del Consiglio arrivasse una professione di europeismo senza se e senza ma era scontato. Tuttavia Salvini ha probabilmente fatto finta di non sentire, perché questo "ottimo punto di partenza" è un po' divergente rispetto a quanto affermato da lui stesso appena il giorno prima, in merito alla irreversibilità dell'euro: 

"C'è solo la morte che è irreversibile."

Affermazione che, tra l'altro, è anche lapalissiana, perché se è vero che non ci sarebbe stato lo sviluppo degli scambi su vasta scala senza quell'ordine spontaneo chiamato moneta, è altrettanto vero che le singole monete, a maggior ragione quelle fiat, finora non sono state irreversibili. E questa è una constatazione che prescinde da qualsivoglia considerazione sull'euro o su qualsiasi altra moneta fiat contemporanea.

Tuttavia nel linguaggio politicamente corretto europeo è vietato fare certe affermazioni, ancorché, appunto, lapalissiane. Evidentemente il neoeuropeista come Salvini non ha ancora completato i compiti a casa, come gli è stato fatto immediatamente notare dai propagatori (sui mezzi di informazione) del linguaggio politicamente corretto europeo di cui sopra.

Nessun problema per Salvini, che se l'è cavata con un "lascio ai filosofi le dissertazioni sulla moneta" e con un "Draghi ha sempre ragione".

Con buona pace dei suoi punti di riferimento economici degli ultimi anni, Borghi e Bagnai, Salvini pare quindi avere avuto una folgorazione per Draghi (come il suo ex alleato Di Maio).

Ai leghisti delle prima ora non resta che constatare, ancora una volta, che il tempo di Gianfranco Miglio è sempre più un lontano ricordo.

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