Scorie - Indipendentemente dal consenso (di chi paga)
Intervistata da Repubblica, una delle esponenti storiche del M5S ha tenuto a puntualizzare la loro distanza dall'ambiente di provenienza di quello che con ogni probabilità sarà il prossimo presidente del Consiglio.
"Noi nasciamo come M5S in risposta a un sistema, un establishment fatto di finanza, di industria, di lobby che hanno condizionato la politica di un Paese a favore di particolari interessi, anziché del bene comune. La buona politica per noi è contemperare quegli interessi con quelli di tutti. Una forza progressista in questo momento deve mirare a una distribuzione di ricchezza per tutta la popolazione."
Va detto che Lombardi si differenzia da Giggino Di Maio, il quale negli ultimi giorni sembra, al contrario, avere studiato un bignami di draghismo, invitando colleghi eletti e militanti del Movimento a maturare.
Quanto alla distribuzione della ricchezza per tutta la popolazione, viene fatto notare a Lombardi che, prima di essere distribuita, qualcuno la deve creare.
Ed ecco la replica:
"Ne siamo consapevoli. Ma vede, io sono orgogliosa di provvedimenti che abbiamo preso ben sapendo che nessuno ce ne avrebbe dato merito, come il reddito di cittadinanza, che si è rivelato fondamentale anche nel contrasto alla pandemia. Finché faremo cose come questa, indipendentemente dal consenso, sarò felice di aver dato una mano."
Se ne è davvero consapevole, si deve dedurre che a Lombardi interessi poco la fase di generazione della ricchezza, perché, "indipendentemente dal consenso", l'importante pare essere (re)distribuire.
Lombardi sembra anche non cogliere, o quanto meno non dare importanza, alla differenza che c'è fra fare del bene al prossimo utilizzando risorse proprie o raccolte da terzi mediante donazioni volontarie, e imporre a Tizio di beneficiare Caio usando il randello fiscale.
Da questo punti di vista, non stupisce che Lombardi auspichi che si stabilizzi l'alleanza tra M5S e sinistrume vario, tutti quanti generalmente ben felici, più che di "dare una mano", di allungare la mano dello Stato nelle tasche dei pagatori di tasse.
Ovviamente non per favorire "interessi particolari" di chi li vota, ma per il "bene comune".
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