Scorie - Peggio di un coccodrillo

Per diversi anni abbiamo sentito i banchieri centrali, soprattutto nel Vecchio continente, giustificare le azioni di politica monetaria ultraespansiva (come l'imposizione di tassi negativi e massicci acquisti di titoli di Stato a fronte di emissione di base monetaria) con l'esigenza di portare la crescita dei prezzi al consumo all'obiettivo del 2% annuo.

I prezzi al consumo crescevano, stando agli indici ufficiali, al di sotto di tale soglia, e occorreva scongiurare la deflazione, ancorché nessuno, se non i grandi debitori, si lamentasse per una crescita dei prezzi troppo lenta. In particolare, non mi è mai capitato di sentire qualcuno lamentarsi se i prezzi di ciò che doveva acquistare fossero in linea o addirittura inferiori rispetto ai livelli dei mesi precedenti.

Poi il dentifricio inflattivo è uscito dal tubetto e i banchieri centrali, dopo aver detto per diversi mesi che si trattava di un fenomeno temporaneo, hanno preso a elencare diverse cause, escludendo sempre le proprie azioni da questo elenco.

Adesso la presidente della BCE, Christine Lagarde, afferma:

"Non abbiamo alternative. L'unico strumento che abbiamo per affrontare l'inflazione troppo alta sono i tassi di interesse." aggiungendo poi che se i tassi aumentano, "i depositi e i risparmi dei cittadini dovrebbero essere remunerati di più. C'è bisogno di un dialogo tra banche e clientela."

Concludendo con l'osservazione che "sono i meno privilegiati e i più fragili a pagare il prezzo più alto dell'inflazione e noi vogliamo riportala il più velocemente possibile al 2 per cento."

Interessante notare il richiamo alle banche fatto in pubblico affinché aumentino la remunerazione dei depositi, quando nell'attività di vigilanza un aumento del costo della raccolta non è certo visto come un segnale di salute delle banche vigilate.

Ma colmo è nel passaggio successivo, perché è indubbiamente vero che i meno privilegiati e i più fragili pagano solitamente il prezzo più alto dell'inflazione, ma le parole di Lagarde sono perfino peggio delle lacrime di coccodrillo, dato che non c'è la minima traccia di un'autocritica su quanto fatto negli anni scorsi.


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