Scorie - Arrivano i supereroi del Pnrr?

Capita con una certa regolarità di imbattersi in articoli che mettono in luce le carenze del personale della pubblica amministrazione. Solitamente il depauperamento delle competenze dei dipendenti pubblici è attribuito a lunghi anni di bolcco del turn over dovuto a esigenze di tamponamento dei buchi di bilancio.

Il problema è che adesso mancano le professionalità necessarie a implementare i progetti del Pnrr, o anche solo a controllare l'operato dei privati vincitori di gare d'appalto.

Si invoca quindi, coma fa il magistrato della Corte dei conti Luigi Caso, l'opportunità di "tornare al modello di pubblici dipendenti concepito dai Padri costituenti. Un corpo scelto, cui si accede solo per ragioni meritocratiche (articolo 97 della Costituzione) e le cui "regole di ingaggio" vanno oltre la mera percezione di uno stipendio, ma implicano il rispetto di valori etici, quali «disciplina ed onore» (articolo 54 della Costituzione). Del resto, l'investimento in una Pa colta, preparata e consapevole dell'alto valore delle proprie funzioni costituisce la premessa non solo della migliore realizzazione del Pnrr, ma di qualsiasi progetto di ripresa economica e sociale."

Andrebbe precisato che questo stato di cose non è dovuto al caso, ma alla sistematica corsa della spesa corrente nell'arco di decenni in cui si sono elargite gratuità sancendo diritti creati politicamente. Ciò detto, non mi aspetto considerazioni diverse da un magistrato della Corte di conti. Tuttavia, questa idea di dipendenti pubblici che sembrano una sorta di supereroi della Marvel, mi pare fumettistica. Come i supereroi, per l'appunto.

Credo sia più verosimile la descrizione fornita da Ludwig von Mises in "Burocrazia", un libro scritto quasi 80 anni fa e ancora attuale. Capisco che possa non piacere, perché toglie supporto all'immagine dello Stato e dei suoi apparati come soluzione ai problemi, ma i supereroi sono al più un'eccezione, non la regola.

Come scrive Mises, la preoccupazione principale del burocrate è "rispettare le norme e i regolamenti, non importa se sono ragionevoli o contrari all'obiettivo perseguito. La prima virtù di un amministratore è osservare i codici e i decreti."

E questo senza prendere in considerazione che non tutti sono onesti. Per di più, il Pnrr è un programma temporaneo, mentre le assunzioni nel pubblico impiego, anche quando iniziano a tempo determinato, tendono poi alla stabilizzazione. Il tutto, in un Paese in cui lo Stato spende già oltre la metà del Pil e non c'è nessuna reale intenzione di ridimensionare alcuna voce di spesa.

Se la ripresa economica e sociale deve dipendere dalla Pa, dubito che ci siano speranze.

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