Scorie - La corsa degli immobili a nord delle Alpi

Il mercato immobiliare è, assieme a quello finanziario, il più reattivo alle decisioni di politica monetaria. Tanto più espansiva è quest'ultima, quanto più probabile è che i prezzi salgano, anche velocemente, dato che aumenta la liquidità da impiegare e al tempo stesso diminuisce il costo per finanziare a debito l'acquisto.

Dopo la crisi originata dalle cartolarizzazioni di mutui subprime americani (a loro volta esempio degli effetti di una politica monetaria espansiva) le banche centrali hanno inondato il mercato di liquidità. Mentra in Paesi alle prese con un problema di debito pubblico elevato, come l'Italia, i prezzi non solo non sono aumentati, ma sono ancora oggi a livelli inferiori rispetto al 2010, nei Paesi del nord Europa sono aumentati considerevolmente.

Dalla Svezia arrivano in queste settimane segnali di uno sgonfiamento che ha tutta l'aria di essere l'effetto di una politica monetaria meno espansiva. Eppure c'è chi non vuol sentire parlare di bolla. Sul Sole 24Ore mi sono imbattuto sul parere di Luca Bertalot, segretario generale della European mortage federation, secondo il quale, guardando al settore in diversi Paesi dell'eurozona, sembrerebbe "che altrove si sia formata una bolla nel settore immobiliare ma in realtà non è così. I prezzi degli immobili riflettono lo stato di salute del mercato del lavoro e la sua capacità di offrire salari più elevati. I Paesi del Nord Europa su questo fronte sono stati capaci negli ultimi anni di attrarre molti posti di lavoro dall'estero, offrendo retribuzioni più elevate. C'è una forte relazione diretta tra prezzi degli immobili e domanda di lavoro. Di conseguenza la crescita dei prezzi delle case registrata in Paesi come Belgio, Danimarca, Germania riflette questa dinamica. Dinamica che si vede peraltro anche in Italia osservando i valori delle case nelle città più dinamiche dal punto di vista del lavoro, come Milano, Bologna e Parma, dove i prezzi in effetti sono saliti negli ultimi anni sganciandosi dalla media nazionale."

A mio parere gli elementi indicati da Bertalot non sono sufficienti a escludere che si sia formata una bolla, anche perché l'indebitamento per comprare immobili in quei Paesi è aumentato, il che significa che i salari più elevati non sono comunque sufficienti a comprare casa senza accendere un mutuo.

Proprio l'aumento parallelo di indebitamento ipotecario e prezzi degli immobili dovrebbe far riflettere sul ruolo della politica monetaria, evidentemente troppo espansiva per le condizioni prevalenti nelle economie di quei Paesi. Ben difficilmente si sarebbe vista una crescita del genere senza i lunghi anni di tassi mantenuti arficialmente a zero o negativi.

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