Scorie - Prospettive
Puntuale come ogni anno, a fine marzo la Banca d'Italia ha reso noti i numeri del bilancio 2020. Si tratta sempre di un'occasione utile per ricordare a chi si lamenta del fatto che la proprietà della banca centrale sia "privata", che le risorse generate dall'attività vanno in realtà a beneficio del Tesoro.
Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia, ha dichiarato che "la redditività dell'Istituto, dopo cinque anni di crescita ininterrotta, si è ridotta rispetto al 2019, pur restando molto elevata nel confronto con gli anni precedenti. L'effetto sui ricavi del significativo aumento dei volumi di bilancio è stato più che compensato da quello della riduzione dei tassi di interesse."
In pratica, gli acquisti nell'ambito delle operazioni di politica monetaria hanno continuato a crescere, ma la riduzione dei tassi di interesse, dovuti in gran parte agli acquisti stessi, ha ridotto l'utile.
I numeri però restano questi: al Tesoro sarà retrocesso come dividendo un importo di 5,9 miliardi su 6,3 di utile netto. Vanno poi aggiunti 1,4 miliardi di tasse, per un totale superiore a 7,3 miliardi.
Ai "proprietari" andranno complessivamente 340 milioni.
Questo non farà certamente cambiare idea a chi vorrebbe la banca centrale alle dipendenze del Tesoro, ma la sostanza dei numeri continua a documentare che, a oltre 40 anni dal "divorzio", i due ex coniugi sono in ottimi rapporti.
Interessante, poi, notare come è stata commentata la notizia da Donato Masciandaro, il quale ha distinto la prospettiva fiscale da quella monetaria.
La prima equivale al profitto da signoraggio e Masciandaro ricorda che "l'uso fiscale coincideva con forme più o meno sofisticate di manipolazione monetaria: l'obiettivo era quello di tassare i propri sudditi, senza farsene accorgere, con una finalità politica che è vecchia come il mondo: finanziare spesa pubblica, quindi consenso, senza pagare costi economici e politici. Originariamente la manipolazione monetaria avveniva riducendo il contenuto aureo della moneta."
Nella prospettiva monetaria, invece, "la produzione di moneta deve tutelare il potere di acquisto dei cittadini, quindi bisogna evitare le manipolazioni monetarie moderne, a partire dall'inflazione. Dunque la produzione della moneta deve essere separata dai politici, e gestita da una banca centrale da loro indipendente."
Formalmente la prospettiva fiscale oggi non c'è, data anche la "indipendenza" delle banche centrali dai governi. In sostanza, però, i beneficiari del signoraggio, per quanto esso derivi da azioni non dichiaratamente tese a generarlo, restano gli Stati.
Trovo anche bizzarro affermare che non vi sia manipolazione monetaria, perché la politica monetaria "manipola" la moneta per definizione e, inevitabilmente, ha effetti redistributivi. Ma anche questo serve a creare una distinzione tra prospettiva fiscale e monetaria che, alla prova dei fatti, ha la stessa sostanza di una affermazione del conte Mascetti.
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