Scorie - Farisei
Apprendo dall'ANSA che nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c'è uno stanziamento di 100 milioni per l'istituzione di un "Sistema nazionale di certificazione della parità di genere", il cui obiettivo è definire un meccanismo che "accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere in tutte le aree maggiormente "critiche" (opportunità di crescita in azienda, parità salariale, gestione delle differenze di genere, tutela della maternità)."
Viene precisato che si tratta di un sistema sperimentale, fino al 2026. Come tutto ciò che è introdotto in via temporanea e che richiede spesa pubblica, suppongo che ci sarà una forte pressione per perpetuare il provvedimento.
In sostanza, pare che il governo abbia ritenuto di dover istituire questa "certificazione" affinché le imprese siano incentivate a promuovere la parità di genere.
Non so quanto tutto questo sia distante dal "farisaico rispetto delle quote rosa" criticato al suo insediamento dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ma a occhio e croce a me pare l'ennesima iniziativa che genera opportunità di incassare denaro a certificatori per attività che non esisterebbero in un mercato libero.
Suppongo anche che questi 100 milioni, peraltro una goccia sugli oltre 221 miliardi del Piano, siano considerati "debito buono". E immagino anche la giustificazione: si stimerà una concreta utilità di questa certificazione per aumentare la partecipazione delle donne al mondo del lavoro (peraltro auspicabile), con tanto di aumento del Pil connesso.
Credo sia legittimo nutrire qualche dubbio che la certificazione sia lo strumento per raggiungere quello scopo. Mi pare che qualche fariseo tra palazzo Chigi e le sedi dei ministeri ci sia.
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